Facebook segnalerà le fake news sul cambiamento climatico

Facebook sfida le fake news sul cambiamento climatico

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Facebook sfida le fake news sul cambiamento climatico ultima modifica: 2021-03-04T08:00:01+01:00 da Fabiana Re
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Il social network si impegna a segnalare i post contenenti falsità e luoghi comuni sul riscaldamento globale

Facebook affila le armi digitali per combattere le fake news sul cambiamento climatico. Il social con quasi 3 miliardi di utenti nel mondo ha annunciato la sua campagna per combattere la disinformazione sul riscaldamento globale che prolifera online. I post contenenti falsità e luoghi comuni saranno segnalati e contrassegnati da un flag che rimanderà al Climate Science Information Center di Facebook. Questo archivio, lanciato lo scorso anno, contiene informazioni e notizie sull’ambiente tratte dai report dell’IPCC e dell’UNEP. Le verità riconosciute dalla comunità scientifica argineranno così la diffusione tossica delle fake news su Facebook.

Come combattere le fake news sul cambiamento climatico?

Il social network di Mark Zuckerberg avvierà l’esperimento solo nel Regno Unito, progettando però di estenderlo ad altri Stati in futuro. Non è ancora chiaro in quale modo i post incriminati riceveranno il flag, ma si suppone l’utilizzo un algoritmo simile a quello sviluppato in occasione delle elezioni americane. Nel corso della campagna elettorale l’algoritmo identificava i post contenenti falsità: questi venivano poi collegati al “Voting Information Centre”.

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Un team di esperti contro il negazionismo climatico

Per contrastare il negazionismo climatico Facebook collaborerà con le prestigiose università di Cambridge, George Mason e Yale. Un panel di esperti di comunicazione si occuperà di smentire luoghi comuni e idee errate, per fornire agli utenti del social informazioni aggiornate e attendibili sul cambiamento climatico. “Facebook è in una posizione unica per contrastare la circolazione della disinformazione online”, dichiara Dr Sander ven der Linden. Secondo l’accademico di Cambridge il progetto è “un importante passo per sfatare pericolose falsità”. Tra i luoghi comuni più longevi e fantasiosi vi è la credenza che l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera porti benefici alle piante.

Le pubblicità negazioniste su Facebook

L’iniziativa è certamente degna di elogio, tuttavia la strada da percorrere per eliminare le fake news sul cambiamento climatico da Facebook è ancora lunga. Pochi mesi fa, nell’ottobre 2020, l’organizzazione londinese InfluenceMap pubblicava il rapporto “Climate Change and Digital Advertising”, denunciando la presenza sul social network di decine di inserzioni a pagamento negazioniste. Le 51 pubblicità oggetto del report, diffuse negli USA, hanno raggiunto oltre 8 milioni di utenti in sei mesi diffondendo fake news sul cambiamento climatico. Gli inserzionisti non sono le aziende del settore fossile in prima persona, quanto piuttosto think tank e no profit conservatrici che però non rendono pubbliche le proprie fonti di finanziamento.

Le balene muoiono di fame, la causa è del cambiamento climatico

La disinformazione è stata declinata in varie strategie per seminare confusione sul cambiamento climatico. Spesso a essere messa in dubbio è l’attendibilità degli studi scientifici al riguardo, in altri casi se ne nega la gravità o il legame di causa-effetto con le attività umane. Combattere il negazionismo sul cambiamento climatico è una priorità in una società che tende a fare sempre più affidamento sull’informazione online e sui social network. Facebook non può ignorare la propria responsabilità sui contenuti che contribuisce a diffondere in tutto il mondo. A quando l’estensione del progetto di news checking in Italia?

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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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