Si chiamano Ulmer Nest, le prime capsule antigelo per i senzatetto. Un progetto solidale e sostenibile che fornisce un caldo rifugio alle persone più vulnerabili
La città tedesca di Ulm, vicino Monaco, ha appena lanciato una rete di nidi–capsule antigelo per i senzatetto.
Ogni anno, in Germania, durante le notte invernali, le persone più fragili e senza dimora, rischiano di morire assiderate.
Gli Ulmer Nest, posizionati nei parchi e in altri luoghi della città, vogliono essere proprio delle calde dimore per proteggere tutti i vagabondi dal freddo.
Il progetto pilota è sostenuto dall’amministrazione comunale della regione per integrare l’offerta esistente di assistenza ai senzatetto.
I nidi di Ulm sono il risultato di una collaborazione tra sei imprenditori tedeschi, un team interdisciplinare con una vasta esperienza tecnica nella progettazione e nello sviluppo di prodotti hi-tech.
Queste costruzioni dall’aspetto futuristico, oltre a essere innovative, sono 100% sostenibili. I rifugi sono realizzati in legno e acciaio e sono interamente alimentati ad energia solare.
Nonostante le dimensione ridotte, le capsule antigelo dispongono di numerose funzionalità e sono altamente tecnologiche.
Specifici sensori monitorano i livelli di temperatura, umidità, fumo e anidride carbonica e un sistema di verifica elettronica consente al dimorante di chiudersi dentro durante la notte.
Ogni locazione è dotata di connessione internet e di un sistema radio per consentire agli occupanti di interagire fra di loro.
Inoltre per rispettare la privacy, in queste casette sostenibili, non ci sono telecamere, ma l’apertura delle porte fa scattare un sensore di movimento che avvisa gli assistenti sociali.
Questo tipo di sistema permettere anche ai volontari della Caritas di pulirle le dimore per la notte successiva.
L’Ulmer Nest: un rifugio per i “senzatetto più vulnerabili”
Gli ideatori di queste piccole strutture hanno specificato che il progetto non vuole essere un’ alternativa al pernottamento nei centri di accoglienza o nei ricoveri notturni. Ma bensì, è stato pensato come un rifugio di emergenza, in risposta ad un bisogno sociale reale della città.
Il nido di Ulm si rivolge a tutte quelle persone che non possono accedere ai normali centri per senzatetto, a causa di fattori psicologici oppure perché padroni di un animale. Inoltre offre un ulteriore possibilità, agli assistenti sociali per assistere e supportare queste persone con l’obiettivo di reintegrarle nella società.
Homeless: il PE chiede di porre fine al fenomeno entro il 2030
In Europa, ci sono oltre 700 mila persone costrette a vivere per strada, un numero spropositato, praticamente come tutti gli abitanti di una grande città. Il fenomeno purtroppo, complice anche la crisi pandemica, è in continua in crescita. Lo scorso novembre il Parlamento Europeo ha approvato una serie di linee guida per combattere il fenomeno dei senzatetto e porre fine all’esclusione abitativa nell’UE.
La Commissione europea dovrebbe, da qui al 2030, continuare a fornire finanziamenti e presentare un quadro europeo per le strategie nazionali. Mentre i Paesi UE si impegneranno a creare le condizioni per adottare in modo capillare il principio di “Housing First”; un modello innovativo di intervento che prevede l’inserimento dei clochard in piccoli appartamenti indipendenti, allo scopo di favorirne uno stato di benessere dignitoso e forme di reintegrazione sociale.
Il fenomeno dei senzatetto è una delle forme più gravi di povertà e di esclusione sociale, la casa è e deve essere un diritto umano fondamentale. Per questo ci auguriamo che il progetto pilota Ulmer Nest, si dimostri efficiente e valorizzante a tal punto da fare da apri pista per tutti gli altri Paesi.
[Fonte: Ulmer Nest/Facebook]