Arte contemporanea nella discarica di Peccioli

La discarica di Peccioli, dove la cultura nasce dai rifiuti

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La discarica di Peccioli, dove la cultura nasce dai rifiuti ultima modifica: 2021-01-21T08:00:49+01:00 da Fabiana Re
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A Peccioli, nell’entroterra pisano, gli utili generati dall’impianto di smaltimento dei rifiuti vengono reinvestiti in cultura e innovazione a beneficio degli abitanti

Può un’intera comunità rifiorire dai suoi rifiuti? A dimostrarlo è il “modello Peccioli”, esempio di buone pratiche studiato a livello nazionale e internazionale. In questo piccolo Comune in provincia di Pisa da oltre vent’anni la discarica locale genera utili reinvestiti in cultura, innovazione e sostenibilità. Una triade vincente che è valsa a Peccioli la partecipazione alla Biennale di Architettura di Venezia all’interno del Padiglione Italia in quanto esempio di comunità resiliente.

Installazione nella discarica di Peccioli
Una “Presenza”, installazione di arte contemporanea nella discarica di Peccioli (crediti: Belvedere S.p.A.)

Alle origini del “modello Peccioli”

L’idea alla base di questa gestione virtuosa dei rifiuti si radica nel comune pisano di nemmeno 5.000 anime nel 1997. L’impianto di smaltimento in frazione Legoli presenta evidenti problemi di gestione, così l’amministrazione comunale propone una soluzione coraggiosa. In equilibrio tra l’innovazione politica e il rischio di impopolarità crea Belvedere S.p.A. per amministrare la discarica in modo partecipato. I cittadini sono infatti chiamati a diventarne azionisti e, in quanto tali, a intervenire nella gestione dell’impianto.

Oggi Belvedere S.p.A. è una società pubblico-privata: il 64% delle quote è in mano al Comune, le restanti a 900 piccoli azionisti di cui 500 sono abitanti del posto. Qui il movimento Nimby (“Not In My Backyard”, non nel mio cortile) sembra un atto di pura follia: la discarica di Peccioli, lungi dall’essere percepita come una minaccia per il territorio, ha fatto da volano per lo sviluppo sociale e culturale. Gli utili dell’impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti (25 milioni di euro negli ultimi 10 anni) sono stati investiti in cultura, innovazione tecnologica e sostenibilità. L’opera di valorizzazione territoriale è valsa a Peccioli la Bandiera Arancione del Touring Club Italia nel 2018.

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L’arte contemporanea nella discarica di Peccioli

Spesso si cerca di nascondere alla vista gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Non qui: la discarica di Peccioli si mostra in tutta la sua sfrontata bellezza come un museo a cielo aperto capace di catalizzare le energie creative di vari artisti internazionali. I muri di contenimento dell’impianto sono trasformati in opere d’arte dalle forme geometriche e dai colori di David Tremlett, maestro della neo-avanguardia. Dal terreno emergono quattro “Presenze”, gigantesche figure umane  in polistirene e poliuretano espanso realizzate dall’azienda Naturaliter Snc. L’installazione declina visualmente un messaggio caro ai sostenitori dell’economia circolare: dai rifiuti può nascere nuova vita. Infine, al centro della discarica di Peccioli, l’anfiteatro Triangolo Verde ospita eventi culturali e spettacoli.

La portata dell’innovazione culturale è tale da aver reso Peccioli noto come “borgo dell’arte contemporanea”. Un ruolo suggellato dal progetto di arte pubblica promosso dal sindaco Renzo Macelloni e conclusosi nel 2019 con l’inaugurazione di tre opere degli artisti Tuttofuoco, Kwade e Tremlett nella frazione di Ghizzano. Oggi Peccioli è un centro espositivo diffuso che attira artisti da tutto il mondo.

Intervento di Tremlett nella discarica di Peccioli
L’intervento di David Tremlett nella discarica di Peccioli (crediti: Belvedere S.p.A.)

L’attenzione alla sostenibilità ambientale

Per quanto riguarda il pilastro della sostenibilità, la discarica di Peccioli produce quotidianamente biogas dalla degradazione della componente organica dei rifiuti. Questo, intercettato da più pozzi di aspirazione, è utilizzato come combustibile da quattro motori di cogenerazione e trasformato in energia elettrica. Si calcola che ogni anno vengano prodotti oltre 13 milioni di Kw, in gran parte immessi nella rete elettrica nazionale. Sul crinale dell’impianto di smaltimento è inoltre in funzione un impianto mini eolico composto da quattro torri alte 25 metri. Il modello Peccioli si conferma così virtuoso anche sotto il profilo delle energie rinnovabili.

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La discarica di Peccioli, un esempio virtuoso

La discarica di Peccioli sarà esempio di comunità resiliente nel Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia. La Mostra Internazionale, che avrà come tema il quesito “How will we live together?”, si terrà dal 22 maggio al 21 novembre 2021. “Grazie alla ricerca che qui si sperimenta, Peccioli potrebbe proporre idee che portino addirittura al superamento del sistema della discarica, racconta all’agenzia AGI l’architetto Alessandro Melis, curatore del padiglione. “La grande intuizione è stata quella di non essersi adagiati sulla discarica ma di sperimentare e usare l’opportunità che essa dava”.

Le quattordici sezioni del Padiglione Italia porranno al centro del dibattito la questione dei cambiamenti climatici e il ruolo dell’architettura nel fornire risposte ai mutamenti ambientali e sociali contemporanei. Occorre ripensare il tessuto urbano: l’innovazione non parte solo dalle metropoli, ma anche dalle piccole comunità come Peccioli.

[Immagine di copertina: Belvedere S.p.A.]

La discarica di Peccioli, dove la cultura nasce dai rifiuti ultima modifica: 2021-01-21T08:00:49+01:00 da Fabiana Re

Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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