Papa Francesco ecologista Domenico Agasso

Papa Francesco, un ecologista nella predica e nella pratica

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Papa Francesco, un ecologista nella predica e nella pratica ultima modifica: 2020-11-30T08:00:07+01:00 da Francesco Rasero
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Intervista a Domenico Agasso jr, vaticanista de La Stampa, che ha raccontato la sfida del Vaticano per diventare “lo Stato più verde al mondo”: «Papa Francesco? Un ecologista, non solo a parole».

«Papa Francesco ha improntato il suo pontificato anche sul rispetto dell’ambiente, avviando una conversione ecologica a 360 gradi, dal livello spirituale e teorico fino ai gesti più concreti».

Così esordisce Domenico Agasso jr, 41 anni, vaticanista del quotidiano La Stampa di Torino, dove dirige anche il canale Vatican Insider, dedicato a tutto quello che accade ai vertici della Chiesa cattolica.

È uno dei pochi giornalisti italiani a ricoprire questo ruolo: una sorta di inviato nella Città del Vaticano, segue anche il Papa in ogni suo spostamento in giro per l’Italia e il mondo, «con il grandissimo privilegio di poter viaggiare sullo stesso aereo del Pontefice».

Papa Francesco ecologista
Il vaticanista de “La Stampa”, Domenico Agasso jr, con Papa Francesco durante un volo.

Proprio durante i viaggi apostolici, Agasso ha avuto modo di approfondire la conoscenza di Francesco. «Il Papa passa sempre a salutare noi giornalisti, per poi tenere una conferenza stampa durante il volo di ritorno verso Roma -spiega- Io inoltre ho avuto la fortuna e l’onore di poter fare due interviste private con lui».

Papa Francesco ecologista integrale: dalla Laudato si’ alle buone pratiche

La svolta ambientalista del papato di Bergoglio è legata innanzitutto all’ormai celebre enciclica Laudato si’, interamente dedicata all’ambiente, ispirata (fin dal titolo) a San Francesco, il santo che più di ogni altro viene legato al Creato.

«Il Papa, innanzitutto, ha certificato la presenza della crisi ambientale -analizza Agasso- Ma non si è fermato al solo livello di analisi o di guida spirituale. Al contrario, è entrato nei meandri del problema, andando nei dettagli e proponendo buone pratiche a tutti i livelli: politico, sociale, diocesano, parrocchiale, fino alla vita quotidiana di ciascuno».

Papa Francesco ecologista
Papa Francesco ha dato una svolta ecologista alla Santa Sede

Francesco è partito dal concetto cristiano della natura, intesa come creazione di Dio, che l’uomo (e il fedele in primis) ha il dovere di custodire.

La sua è un’ecologia “integrale”: «Non si devono compiere semplici gesti di cura, distaccata, del Creato, ma occorre avere un’intimità con la natura -è la sintesi del vaticanista- La riflessione ecologica deve coinvolgere ogni aspetto della vita: il Pontefice, infatti, sottolinea anche l’importanza di dedicare spazio alla famiglia, al benessere del corpo, alla rigenerazione spirituale e sentimentale, senza essere intontiti dalla frenesia odierna».

Il suo messaggio, però, è andato oltre, affrontando temi economici e politici, legati al sovra-sfruttamento delle risorse naturali così come alle disuguaglianze e alla povertà.
«Ha detto a tutti, cattolici e non, che siamo vicini al punto di non ritorno -ricorda Agasso- E che bisogna cambiare, subito: ne va della nostra salvezza, oltre che quella dei nostri figli».

Piazza San Pietro, luogo simbolo della Città del Vaticano

La Chiesa cattolica, a partire ovviamente dalla Santa Sede, si è adattata al dirompente messaggio ecologista del Papa, con iniziative tanto a livello macro quanto a quello micro per dare concretezza alle parole del suo leader.

Il Vaticano e la svolta green di Bergoglio

I risultati di questa svolta green ora iniziano a vedersi anche nei fatti. In un suo recente reportage, Agasso ha raccontato la sfida del Vaticano per diventare “lo Stato più verde al mondo, descrivendone i tanti aspetti di attenzione verso l’ambiente sviluppati negli ultimi anni.

Si è partiti, meno di quattro anni fa, con l’eliminazione progressiva dei pesticidi e dei fertilizzanti chimici nella gestione delle aree verdi, che rappresentano oltre la metà del territorio della Santa Sede.

I giardini vaticani

Quindi è stata la volta dell’irrigazione, grazie a nuovi impianti studiati per diminuire drasticamente il consumo di acqua, e dell’elettricità, con l’installazione di pannelli solari e un’illuminazione a risparmio energetico.

Ora l’attenzione è concentrata sulla corretta gestione dei rifiuti. Oltre a separare gli scarti riciclabili e gestire con cura quelli speciali o pericolosi, con percentuali che si attestano al di sopra della media europea, è anche in progetto l’installazione di una compostiera elettromeccanica per trasformare in humus i residui organici (avanzi di alimenti e verde), in modo da poter anche nutrire il suolo “a chilometri zero”.

«Proprio la raccolta differenziata è uno dei temi di cui il Pontefice mi parlò in un’intervista, sottolineando come la condotta quotidiana, oltre al vantaggio di riciclare e gestire in modo sostenibile le materie prime senza troppo ricorrere a nuove risorse, aiuti anche a creare la cultura di non sporcare la natura che ci circonda -sottolinea il vaticanista- Un altro punto d’orgoglio per Papa Francesco è aver potuto dichiarare il Vaticanoplastic free, essendo stata del tutto abolita la plastica monouso».

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Papa Francesco ecologista, uno sguardo ‘mai troppo distante e distaccato’

Oltre al valore -anche simbolico, in coerenza con quanto predica– dei gesti messi in atto all’ombra del Cupolone, Bergoglio è molto attento a ogni aspetto che riguarda l’ambiente.

«Durante un’intervista del 2019 mi svelò come fosse sconvolto dall’Overshoot Day, la data, ogni volta più ravvicinata, in cui la Terra consuma tutte le sue risorse disponibili per quell’anno -racconta Agasso- Allo stesso modo, lo vidi assai preoccupato per gli incendi in California, Australia e Siberia, legandoli alla crisi climatica in atto. O, ancora, ricordo quanto lo impressionarono i racconti dei pescatori sull’enorme quantità di plastica che si trova in mare».

Conclude Agasso: «L’aspetto che mi sorprende sempre, più di tutti, in Papa Francesco, anche dal punto di vista ecologista, è che il suo sguardo riesce a essere ‘alto’ ma allo stesso tempo mai troppo distante dalla vita quotidiana delle persone: ecco perché riesce a vedere e comprendere appieno le problematiche concrete del mondo e della gente».

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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