Green Fest Belgrado 2020

Green Fest di Belgrado: l’importanza dei film sull’ambiente, anche durante la pandemia

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Green Fest di Belgrado: l’importanza dei film sull’ambiente, anche durante la pandemia ultima modifica: 2020-11-06T08:00:05+01:00 da Redazione eHabitat.it
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Annunciati i vincitori dell’undicesima edizione del festival cinematografico Green Fest di Belgrado, in versione online. Dalla Serbia, nell’anno del Covid, arriva un forte messaggio sul ruolo che possono avere le pellicole a tema ambientale.

Green Fest Belgrado 2020
Il visual dell’edizione 2020 del Green Fest di Belgrado, che ha voluto unire l’attualità del Coronavirus alle riflessioni sui grandi temi ambientali

Il Coronavirus ha costretto gli organizzatori del Green Fest di Belgrado a organizzare un palinsesto completamente online per l’edizione 2020 del festival: proprio il formato digitale, però, ha permesso di amplificare i messaggi contenuti nei film e nei documentari proposti, sottolineandone l’attualità e l’urgenza.

«Da diversi mesi, le notizie legate al Covid hanno preso il sopravvento sui media tradizionali, sui social media e nelle nostre conversazioni quotidiane -dichiarano i due promotori del Festival, Ivana Jovčić e Vladan ŠćekićD’altra parte, è certo che quando tutto finirà, come è avvenuto per ogni pandemia prima di questa, avremo ancora una serie di altri problemi che sono stati solamente messi in attesa: il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico e delle acque, il consumo di suolo, i gas serra, la sovrapproduzione di rifiuti, l’utilizzo di combustibili fossili e tanti altri temi che evidenziano la necessità di proteggere l’ambiente».

Green Fest Ivana
Ivana Jovčić, direttrice del Green Fest di Belgrado

Per questo motivo, Ivana e Vladan hanno ritenuto fosse fondamentale tornare subito a discutere di questi temi, ora più che in passato«Abbiamo voluto spingere le persone a capire quanto sia fragile il rapporto con il mondo vivente che ci circonda e che è il presupposto per la nostra esistenza».

Lo slogan del Festival, quest’anno, era “Che futuro voglio?” (“Kakvu budućnost želim?”). «La situazione attuale nel mondo ci ha spinto a chiedere al pubblico, ma prima a noi stessi, in quale direzione vogliamo andare come civiltà: verso la prosperità, in sintonia con l’ambiente, o verso una totale disintegrazione del nostro pianeta?»

Green Fest 2020, la carta vincente dello streaming

Scegliendo lo streaming, il Green Fest 2020 ha scelto di tenere aggiornate le persone sui temi ambientali, attraverso proiezioni, dibattiti e talk show, che hanno messo a confronto persone di tutte le età e professioni.

«Andare online ci ha permesso di raggiungere il nostro pubblico in modo ancora migliore. Nonostante la pandemia, siamo riusciti a portare i film nelle case della gente, nelle aule scolastiche e universitarie, nei luoghi di lavoro, in modo semplice ma efficace. La facilità di accesso ai film e ai contenuti educativi ci ha aiutati anche ad attrarre un pubblico nuovo», proseguono gli organizzatori del Green Fest 2020.

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Al dubbio che sia mancata l’interazione tra le persone gli organizzatori hanno ribattuto: «Abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa e, in pratica, reinventare il festival da zero, dopo dieci edizioni svolte in presenza. Però abbiamo trovato un nuovo modo di comunicare e di interagire che porterà a un maggior numero di cittadini consapevoli delle tematiche ambientali, soprattutto tra i giovani».

Mentre per quanto riguarda le maggiori difficoltà incontrate in questa digitalizzazione forzata Ivana e Vladan replicano: «Volevamo trasferire in rete l’esperienza delle prime dieci edizioni del nostro festival. Per farlo, è stato necessario prendere in considerazione un gran numero di aspetti tecnici, a partire dalla costruzione di un nuovo portale, con navigazione intuitiva e facilità di accesso a tutti i contenuti, e dallo sviluppo in parallelo di un sistema di protezione dai download illegali, in modo da soddisfare le richieste dei distributori cinematografici. Senza contare la necessità di reperire i fondi necessari, pur non potendo contare su un evento fisico».

Il pubblico ha però molto apprezzato questo nuovo format e il numero di visitatori è addirittura cresciuto rispetto all’anno scorso, considerato anche che i contenuti erano a disposizione della popolazione di tutta la Serbia, senza necessità di recarsi fisicamente nella capitale.

Green Fest Dom Omladine Beograd
Vladan Šćekić, responsabile della programmazione del Green Fest, davanti al Dom Omladine di Belgrado, dove è stata organizzata l’ultima edizione in presenza (2019)

Green Fest, i vincitori dell’edizione 2020

Intanto la Giuria internazionale del Green Fest 2020 -composta da Ana Iñigo, biologa spagnola, Daniel Pavlić, regista e organizzatore dello Smaragdni Eco Film Festival in Croazia, e dal giornalista Francesco Rasero, vice-direttore di eHabitat- ha scelto i film vincitori di questa edizione.

La statuetta di miglior film sulla natura è andata al documentario Heartwood (Italia 2019, 60′) di Stefano Petroni. È la storia di un giovane attivista pugliese, colpito in prima persona dal flagello della Xylella, che uccide i suoi ulivi secolari: per questo decide di andare a scoprire le antiche culture dell’America Latina, per capire come contrastare la perdita delle coltivazioni agricole e del patrimonio naturale.

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Il tedesco Peter Böving, con Gott ist schon weg – God Has Already Gone Ahead (Germania 2018, 10′) si è imposto nella categoria dedicata ai film d’animazione, narrando in 30 scene la trasformazione attraverso i secoli, fino ad arrivare in un futuro prossimo, di un ecosistema in miniatura, animato da personaggi in stile Lego.

A Short Film About Ice (UK 2020, 29′) di Adam DJ Laity è stato scelto come miglior cortometraggio. Una vero e proprio poema per immagini, a documentare il viaggio di un cine-operatore attraverso i paesaggi mutevoli dell’Artico, con la macchina da presa che testimonia le forme e i colori dei ghiacciai, della tundra, delle montagne e dei ghiacci marini, mentre il regista esplora il ruolo dell’uomo e dell’artista in tali paesaggi ai tempi dell’Antropocene.

La Giuria ha anche assegnato una menzione speciale a Good Job (Polonia 2020, 8′) di Piotr Biedroń, commedia nera che denuncia, in modo originale, le 44 mila morti per smog che si registrano ogni anno nel Paese.

Il premio di miglior film del Sud-Est Europa, categoria speciale del Green Fest data la sua posizione geografica, è stato assegnato ad Ashes (Macedonia del Nord 2020, 19′) di George Lazov. Un film distopico, con chiari riferimenti alla realtà degli ultimi mesi: un virus si è infatti diffuso, a causa dell’inquinamento delle fabbriche, e costringe le persone a un coprifuoco forzato, mentre i bambini nascono deformi. In questo contesto, una giovane coppia di sposi vive con la consapevolezza che la loro figlia di 8 anni morirà tra pochi giorni.

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Viene da est anche il vincitore del concorso riservato ai giovani registi: si tratta di Dmitry Grigoriev, autore di Ecolove (Russia 2019, 24’). La sua pellicola racconta la storia di Lisa, ragazza che ha scelto di vivere una vita completamente a zero rifiuti, e che incontra un coetaneo, meno sensibile ai problemi ambientali. Tra i due nasce un’attrazione, ma non è facile far convivere le due visioni della società.

A Ninti (Spagna 2020, 1′) di Juan Francisco Calero Hueso, infine, va il premio per il miglior corto fino a 1 minuto. Un lavoro che, in meno di 60 secondi, vuole lanciare agli spettatori un esplicito messaggio in merito all’urgenza dell’attuale crisi ambientale.

[Fotografie di Francesco Rasero]

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