Mascherine sanitarie, come arginare questa nuova fonte di inquinamento?

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Mascherine sanitarie, come arginare questa nuova fonte di inquinamento? ultima modifica: 2020-11-05T08:00:23+01:00 da Fabrizio Simone
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Le mascherine sanitarie impiegano fino a 450 anni per decomporsi nell’ambiente. È quanto emerge da un’indagine del Dipartimento per l’ambiente marino del Servizio sanitario pubblico federale belga.

Le mascherine sanitarie, così come i guanti monouso e le bottiglie di gel idroalcolico, si aggiungono alle 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono in mare ogni anno. È quanto sottolinea il Servizio pubblico federale per la Salute del Belgio, facendo riflettere sull’impatto che questo inquinamento ha sugli animali marini.

Essi, infatti, possono rimanere impigliati nelle maschere o scambiarle per meduse inghiottendole. L’ente belga ricorda anche che le microparticelle di plastica possono persino finire nei nostri piatti. Le mascherine chirurgiche, infatti, contengono dei materiali plastici che possono venire mangiati dagli animali marini che finiscono poi sulle nostre tavole. Non solo le mascherine, ma anche altri DPI (dispositivi di protezione individuale) non fanno differenza.

Basti pensare ai contenitori per liquido igienizzante che, per la maggior parte dei casi, sono fatte con lo stesso materiale delle bottiglie d’acqua.

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L’allarme ha fatto il giro del mondo arrivando a un gruppo di volontari inglesi che si sono recati sulle spiagge britanniche per ripulirle. Queste spiagge, un tempo incontaminate, sono state trovate in pessime condizioni dal gruppo di volontari.

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Solo nel breve tratto di costa tra Padstow e Newquay, i volontari hanno trovato ben 650 guanti di plastica e 250 mascherine. Tra questi volontari c’è Emily Stevenson, una biologa marina anche nota come “The Beach Guardian” poiché si dedica alla pulizia dei litorali della Cornovaglia. Ad aiutarla, ci sono il padre Rob e i volontari dell’associazione Beach Guardian.

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Il monito è quindi quello di non vanificare anni di lotte ambientaliste con questa nuova fonte di inquinamento. A tal proposito è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione dal nome Il mare comincia in casa. Lo scopo è quello di spronare i cittadini a gettare le mascherine nell’apposito cassonetto della spazzatura, visto che impiegano fino a 450 anni per decomporsi.

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Per combattere questo inquinamento basta gettare i propri DPI nella giusta pattumiera. Indifferenziato per le mascherine e plastica per la maggior parte dei contenitori di liquido igienizzante. Se si vuole pesare ancora meno sull’ambiente basta usare mascherine riutilizzabili in stoffa. Queste, però, devono avere tre strati di stoffa e vanno usate quando non è necessario un livello di protezione elevato.

Mascherine sanitarie, come arginare questa nuova fonte di inquinamento? ultima modifica: 2020-11-05T08:00:23+01:00 da Fabrizio Simone
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Nato a Torino, dopo aver conseguito la laurea in Dams si iscrive a un master in progettazione della comunicazione digitale. Oltre a scrivere, lavora come guida al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Nel tempo libero si dedica alle sue passioni che comprendono il cinema e la lettura di libri e fumetti.

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