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Kokedama, cosa sono e come si realizzano le piante pensili giapponesi

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Kokedama, cosa sono e come si realizzano le piante pensili giapponesi ultima modifica: 2020-10-28T08:00:48+01:00 da Valentina Tibaldi
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La tradizione giapponese regala spesso perle di grazia. Proprio dalla cultura nipponica arriva il kokedama, metodo di coltivazione che permette di ottenere piante che affondano le loro radici nella terra, ma fluttuano in aria come bolle.

Conosciamo meglio il kokedama, tecnica che consente di portare un po’ di verde fra le mura domestiche, arredando l’ambiente di casa con creatività e originalità.

Immagine Wikipedia
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Kokedama, origini e significato

La coltivazione kokedama nasce in Giappone nel 1600 circa. Tradizionalmente, i kokedama sono caratterizzati da un substrato terroso- dato da un grosso nucleo interno di Akadama (uno strato di argilla minerale rossa) e Keto (torba)- completamente rivestito da muschio.

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Il termine significa letteralmente palla di muschio, perché il terreno da cui cresce la pianta è appunto raccolto in una sfera di terriccio e muschio.

Tale sfera può, poi, essere appesa al soffitto, con un effetto scenografico notevole. In alternativa, la pianta, inserita nella sua bolla, può essere appoggiata su un vassoio ed essere utilizzata, ad esempio, come centrotavola.

I kokedama vengono anche chiamati mini bonsai o bonsai volant, con la differenza che i bonsai trovano dimora nei vasi.

Kokedama fai da te, come realizzarli

Per chi è ansioso di creare il proprio giardino domestico in stile volante, ecco il procedimento per realizzare i kokedama.

Per prima cosa, occorrerà acquistare in un vivaio una piantina piccola: va bene qualsiasi tipologia di pianta, purché di dimensioni ridotte e adatte a crescere in luoghi poco esposti alla luce. Molto gettonate sono generalmente le piante grasse e le felci, ma si può azzardare anche con i fiori e qualche piccolo frutto.

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Poi, bisogna preparare il terreno. Si forma un composto di cinque parti di fango, chiamato ketotsuchi, mescolato con una parte di miscela argillosa, chiamata akadama.

Il composto finale dovrà trattenere l’umidità e avere una consistenza adatta a sostituire a tutti gli effetti un vaso.

Immagine thewhoot.com
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Una volta formata una sfera delle dimensioni di un’arancia, si dovrà procedere a inserire con estrema delicatezza le radici della pianta che si desidera coltivare.

A questo punto, non resterà che ricoprire l’esterno della sfera argillosa con del muschio secco, e appenderlo al soffitto. Come? Con un filo di nylon o come la fantasia e il gusto personale suggeriscono.

E se volete ispirarvi date uno sguardo alla nostra bacheca Pinterest.

[Immagine di copertina: www.nada.be]

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Kokedama, cosa sono e come si realizzano le piante pensili giapponesi ultima modifica: 2020-10-28T08:00:48+01:00 da Valentina Tibaldi

Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

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