La Grande Barriera Corallina australiana è stata dimezzata. Lo dimostra lo studio condotto dall’Arc Center of Excellence for Coral Reef Studies.
La Grande Barriera Corallina non è più così grande. È quanto dimostra un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.
Gli esperti dell’Arc Center of Excellence for Coral Reef Studies, hanno analizzato gli eventi di sbiancamento degli ultimi anni confrontandoli con i numeri del 1995.
Lo sbiancamento è la reazione che i coralli hanno in situazioni di forte stress ambientale.
L’aumento delle temperature dei mari e del loro tasso di acidità sono tra le cause più evidenti. Di conseguenza, le alghe che vivono nei tessuti dei coralli e che sono responsabili dei loro splendidi colori vengono espulse. I coralli appaiono, così, completamente bianchi. La barriera può rigenerarsi se le temperature tornano normali in tempi brevi, altrimenti i coralli muoiono.
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Il risultato della ricerca Arc Center of Excellence for Coral Reef Studies è allarmante. Il numero dei coralli piccoli, medi e grandi ha subito una riduzione del 50%. Gli eventi degradativi non si sono fermati nemmeno nel periodo di lockdown.
“Anche nel marzo di quest’anno si sono verificati eventi di sbiancamento – ha affermato lo studioso Andy Dietzel – Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas serra al più presto“.
La causa di questa drammatica perdita è da ricercare nell’aumento delle temperature. In particolare i ricercatori fanno riferimento alle temperature record che hanno innescato lo sbiancamento di massa dei coralli nel 2016 e nel 2017.
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La perdita riguarda soprattutto i famosi coralli ramificati Acropora florida e quelli a forma di tavolo, i table-shaped corals.
Da molto tempo gli esperti stanno cercando di sensibilizzare la popolazione sul tema del riscaldamento globale e dei danni che sta provocando all’ecosistema. Un danno che potrebbe essere irreversibile se non si interviene subito per ridurre in maniera drastica le emissioni di gas serra.
