Pelle di canguro: il no di Ferragamo alla mattanza dei canguri

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Pelle di canguro: il no di Ferragamo alla mattanza dei canguri ultima modifica: 2020-10-21T14:12:28+02:00 da GreenElle
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Un’altra azienda di moda italiana dice no alla pelle di canguro: un importante obiettivo raggiunto dalla campagna #SalvaCanguri della LAV.

Pelle di canguro: a partire dal 2021, dopo aver esaurito i prodotti già immessi sul mercato, non sarà più adoperata da Ferragamo, famosa casa di moda italiana.

La campagna LAV (Lega AntiVivisezione) #SalvaCanguri ha spinto aziende di alta moda e di abbigliamento sportivo ad assumere un importante impegno per non rendersi complici della violenza nei confronti dei marsupiali.

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Pelle di canguro: la svolta delle aziende italiane

La maison di Salvatore Ferragamo aggiunge questo ulteriore traguardo di moda etica all’interno del percorso di sostenibilità già avviato da tempo dall’azienda.

Dopo la svolta ambientalista di Diadora, che diventerà operativa a partire da fine 2020, e a seguire di Versace e del gruppo Prada, anche Ferragamo ha optato per l’eliminazione della pelle dei canguri dalle proprie collezioni.

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Pelle di canguro: lo scenario attuale

Nonostante questi importanti segnali dall’interno del mondo della moda, l’Italia possiede ancora il triste primato di principale importatore di queste pelli.

La pelle dei marsupiali è ancora adoperata da molte aziende di abbigliamento sportivo ed alta moda come materiale per la produzione di indumenti, accessori e calzature.

Il documentario-verità “Kangharoo: A Love-Hate Story” della LAV ha denunciato con forza la tragica sorte dei canguri in Australia, con la complicità dei grandi nomi della moda italiana. Morti lente e dolorose con numerose vittime collaterali, come i cuccioli e gli animali feriti, sono gli scenari tipici di quanto accade per fornire la pelle da usare nella produzione di capi d’abbigliamento e accessori.

Aspettiamo che le altre aziende italiane coinvolte e contattate rispondano all’appello lanciato per non rendersi più complici di questo scenario di sangue. Anche il governo italiano, vietando l’importazione di pelli di canguro, potrebbe rendersi protagonista di un importante segnale di cambiamento in direzione cruelty-free.

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Vive a Roma ma mantiene saldo il legame con il suo sud. Appassionata di scrittura sul web, si interessa a tutto ciò che ruota intorno al mondo 'verde': dall'alimentazione cruelty-free alla mobilità sostenibile, dalla cosmetica ai rimedi naturali, il tutto nell'ottica del benessere per l'uomo e l'ambiente.

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