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    Honeyland è un documentario macedone, diretto da Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov
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    La protagonista è Hatidže Muratova, l'ultima apicoltrice selvatica femminile in Europa.
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    Hatidže vive nel remoto villaggio di Bekirlija, tra le montagne della Macedonia del Nord
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    La protagonista si prende cura, oltre che delle sue api, anche della madre 85enne, semi-cieca e malata
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    La vita di Hatidže viene sconvolta dall'arrivo della famiglia di Hussein, allevatore nomade
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    Hatidže spiega ai nuovi arrivati le sue tecniche di apicoltura, in armonia con la natura
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    Honeyland ha vinto svariati Festival in tutto il mondo, tra cui il Sundance 2019, ed ha avuto due nomination al Premio Oscar

Honeyland, arriva nelle sale italiane il documentario macedone su api e miele candidato all’Oscar

in Cinema
Honeyland, arriva nelle sale italiane il documentario macedone su api e miele candidato all’Oscar ultima modifica: 2020-10-11T08:00:27+02:00 da Francesco Rasero
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Dopo aver vinto numerosi Festival in tutto il mondo ed essere stato candidato all’Oscar come miglior film internazionale e miglior documentario, il macedone Honeyland è ora in distribuzione nelle sale anche in Italia.

Honeyland (titolo originale Medena Zemja, Macedonia del Nord, 2019, 89′) è un documentario diretto da Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov, che a partire dal mese di ottobre 2020 esce nelle sale cinematografiche italiane, distribuito da SteFilm.

Ha preso parte a svariati Festival cinematografici in tutto il mondo, vincendo numerosi premi (tra cui tre statuette al Sundance 2019).

È stato quindi candidato all’Oscar, sia come miglior film internazionale che come miglior documentario.

Honeyland
La protagonista di Honeyland è Hatidže Muratova, l’ultima apicoltrice selvatica femminile in Europa.

Honeyland, la storia dell’ultima apicoltrice selvatica d’Europa

Honeyland narra la storia dell’ultima apicoltrice selvatica femminile in Europa, Hatidže Muratova, che vive con la madre malata nel remoto villaggio di Bekirlija, tra le montagne della Macedonia del Nord, senza strade, elettricità e acqua corrente.

Per vendere il miele prodotto dalle sue api, deve recarsi fino alla capitale macedone, Skopje, a quattro ore di cammino.

Honeyland
Hatidže si prende cura, oltre che delle sue api, anche della madre 85enne, semi-cieca e malata

La sua vita cambia drasticamente con l’arrivo della famiglia di Hussein -allevatore nomade, sette figli e una mandria di bovini- cui Hatidže offre da subito il suo affetto, il suo brandy e i suoi preziosi consigli di apicoltura.

Il nuovo arrivato, però, pensa più ai profitti che a svolgere la propria attività in armonia con la natura, sconvolgendo il delicato equilibrio di Hatidže e delle sue api.

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Honeyland è stato girato nell’arco di tre anni, con un’intima collaborazione tra i registi e la protagonista del film.

Presenta una narrazione drammatica, affiancata da un sorprendente senso dell’umorismo, e restituisce allo stesso tempo un ritratto del delicato equilibrio tra l’essere umano e la natura e la testimonianza di uno stile di vita che sta rapidamente scomparendo.

Hatidže vive nel remoto villaggio di Bekirlija, tra le montagne della Macedonia del Nord
Hatidže vive nel remoto villaggio di Bekirlija, tra le montagne della Macedonia del Nord

Honeyland, il miele come legame tra natura e umanità

Tanti i temi a carattere ambientale toccati dalla pellicola, dai cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità fino al sovra-sfruttamento delle risorse naturali.

«La storia di Hatidze è un micro-cosmo che ci permette di narrare quanto la natura e l’umanità siano strettamente intrecciate e di quanto rischiamo di perdere se ignoriamo questo legame fondamentale -commentano i registi- La diversità genetica, o biodiversità, consente alle popolazioni di adattarsi ai cambiamenti ambientali e climatici, contribuendo alla conservazione e alla sostenibilità delle risorse. La “crisi del miele” del nostro film illustra cosa accade a turbare il rispetto della biodiversità».

Honeyland
Hatidže spiega ai nuovi arrivati le sue tecniche di apicoltura, in armonia con la natura

In Honeyland, inoltre, si parla un antico dialetto, derivante dal turco, che porta lo spettatore a seguire la narrazione visiva anziché i dialoghi.

«I personaggi devono essere compresi soprattutto attraverso il loro linguaggio del corpo, le loro relazioni, le loro emozioni -aggiungono Kotevska e Stefanov- Questa comunicazione visiva e viscerale avvicina il pubblico ai protagonisti e, soprattutto, alla natura. Dà la sensazione che noi, come esseri umani, non siamo che una specie tra le tante, ugualmente influenzate da ciò che ci circonda».

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[Foto di Ljubo Stefanov e Samir Ljuma – honeyland.earth]

 

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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