Capitalocene, come il denaro modella il nostro mondo

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Capitalocene, come il denaro modella il nostro mondo ultima modifica: 2020-05-13T08:00:44+02:00 da Davide Mazzocco
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Capitalocene è il reportage di viaggio di Silvio Valpreda che racconta il fragile equilibrio di un mondo in cui gli esseri umani sono al servizio del capitale

Esce in libreria in questi giorni, per Add Editore, Capitalocene. Appunti da una nuova era di Silvio Valpreda, un libro a metà strada fra il saggio socio-antropologico e il reportage di viaggio che sceglie di sviluppare la propria tesi mantenendo un perfetto equilibrio fra testo e immagini.

Sei sono le tappe di questo viaggio in cui il lettore prende coscienza di quanto i comportamenti degli esseri umani e della natura siano influenzati dall’esigenza del capitale di riprodursi accumulando una ricchezza fine a se stessa. L’ambiente – tanto quello urbano quanto quello extra-urbano – non viene modellato per essere ospitale per gli esseri viventi: le priorità non sono di tipo biologico, ma di ordine economico.

Il viaggio di Capitalocene inizia in Tanzania, nelle pianure del Serengeti abitate dai Masai. Qui l’autore prende coscienza di due tipi di conflitti: quello fra gli animali nell’ecosistema naturale e quello fra gli esseri umani nell’ecosistema antropico.

In Scozia l’attenzione dell’autore è attirata dalle chiese diroccate delle highlands. Compiendo un viaggio a ritroso nella storia, si scopre che intorno a quelle chiese sorgevano i villaggi dei clan di contadini che vivevano di agricoltura di sussistenza, in un territorio popolato dalle linci e dai cervi. Nel 1746 la Corona Inglese estese il proprio dominio alla Scozia, abolì la proprietà privata, creò la figura del landlord e cacciò i contadini. Anche l’ambiente naturale fu condizionato in maniera irrimediabile: le linci che fino ad allora avevano controllato la popolazione dei cervi vennero uccise per permettere ai nobili di praticare la caccia di una maggiore popolazione di ungulati.

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La terza tappa del viaggio è in Norvegia, paese in cui il 50% delle auto sono elettriche e in cui l’energia viene prodotta quasi per intero dall’idroelettrico. Quella che sembra essere una condizione utopica, però, nasconde una realtà ben più prosaica: le conseguenze ambientali dello smaltimento delle batterie delle auto e delle dighe necessarie alla produzione di energia idroelettrica, per esempio. Inoltre la Norvegia è il 5° esportatore al mondo di petrolio. Le scelte ambientali, insomma, sono il frutto di un calcolo economico.

Nella tappa di Miami le contraddizioni del capitale esplodono. Nell’appartamento preso in affitto l’autore ha due arie: una si affaccia su di una piscina, l’altra guarda verso un canale di servizio. A pochi metri di distanza, dunque, si trova un luogo frequentato dai ricchi e un luogo in cui gli homeless sono in gara con i procioni per il cibo contenuto nei cassonetti dei rifiuti.

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Nell’isola giapponese di Tsukishima l’autore constata come, in un ambiente totalmente antropizzato, le modificazioni siano state messe in atto indipendentemente dalla loro funzione. Il denaro ha smesso di essere uno strumento ed è diventato un fine, ma non solo: gli esseri umani, così come la natura, sono divenuti i mezzi usati dal capitale per la propria sopravvivenza.

Anche nell’isola disabitata di Lavezzi, situata al centro delle Bocche di Bonifacio, il Capitalocene ha lasciato la sua impronta con due cimiteri realizzati per ospitare le salme delle vittime di un naufragio: da una parte quelle di ufficiali e cappellani, nell’altra quelle dei marinai.

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Sposando la tesi del sociologo Jason W. Moore, Valpreda suggerisce dunque di sostituire il termine Antropocene con Capitalocene: il termine utilizzato per definire la nostra era geologica sarebbe inadeguato poiché “l’umanità è tutt’altro che omogenea e univoca nel rapporto con l’ambiente” e “la stratificazione in classi e un sistema di potere dipendente da vincoli economici all’interno della specie umana hanno un impatto estremamente significativo sulle azioni dell’uomo verso l’ambiente”.

Punto di forza del libro di Valpreda è la capacità di descrivere fenomeni universali partendo da osservazioni fatte in prima persona. Si tratta di un metodo di approccio alla saggistica poco italiano e molto anglosassone che l’autore arricchisce con le proprie illustrazioni, rendendo questo libro un progetto in grado di comunicare a più livelli. Capitalocene è un titolo assolutamente consigliato a tutti coloro che, interessati alle tematiche ambientali e alla critica del capitalismo, sono alla ricerca di un testo anticonvenzionale tanto nei contenuti quanto nella forma.

Capitalocene, come il denaro modella il nostro mondo ultima modifica: 2020-05-13T08:00:44+02:00 da Davide Mazzocco
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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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