La pioggia nella notte e l’azione ininterrotta dei vigili del fuoco ucraini hanno avuto la meglio su gran parte degli incendi a Chernobyl che, fino a ieri sera, minacciavano anche l’ex centrale nucleare esplosa nel 1986. Decisive le prossime ore.
Stando alle immagini che filtrano dalla Zona di esclusione e ai comunicati ufficiali delle autorità ucraine, gli incendi a Chernobyl sono tornati quasi tutti sotto controllo, facendo di conseguenza anche scendere l’allerta globale per la minaccia radioattiva.

Decisivo finora, oltre alla pioggia scesa nella notte, è stato l’intervento dei vigili del fuoco, proseguito senza sosta negli ultimi dieci giorni e soprattutto nelle ultime ore, con oltre 500 di uomini e decine di mezzi impiegati, compresi aerei ed elicotteri.
Le fiamme, fino a ieri sera, erano infatti in aumento, avvicinandosi pericolosamente alla ex centrale nucleare sovietica “Vladimir Ilic Lenin” esplosa nel 1986 e causa della più grande catastrofe nucleare civile della Storia.
La situazione degli incendi a Chernobyl oggi, dopo le piogge della notte
Il Ministero dell’Interno ucraino (MVS) fa sapere che da questa mattina non ci sono più ampi fronti di incendio nelle foreste della Zona di esclusione, sottolineando come, nella sola giornata di ieri, siano stati creati oltre 110 chilometri di corridoi taglia-fuoco, oltre a più di 500 tonnellate d’acqua riversate sulle fiamme dall’aviazione.
Pure le fonti locali, citando i vigili del fuoco impegnati sul terreno, parlano di roghi in diminuzione, grazie anche alle piogge notturne che hanno spento le fiamme e bagnato alberi e terreno, rallentandone la capacità di propagazione.
«Era da tanto tempo che non ci entusiasmava così tanto una semplice pioggia», ha commentato Kateryna Aslamova, vice direttore del tour operator Chornobyl Tour, recandosi verso la Zona di esclusione.
“Non è fumo. Sono nuvole, grazie a Dio”, ha scritto su Facebook Aleksandr Sirota, gestore del sito pripyat.com.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che sta monitorando attentamente la situazione nell’area di Chernobyl, ringraziando i vigili del fuoco per il loro coraggio e promettendo massima trasparenza: «La società ha bisogno di conoscere la verità e di essere sicura».
Prosegue intanto l’opera di spegnimento di vecchi e nuovi focolai e le previsioni meteorologiche non riportano ulteriore pioggia nei giorni a venire: le prossime ore, quindi, saranno decisive per capire se gli incendi a Chernobyl possano ritenersi definitivamente domati o se le fiamme torneranno a fare paura.
La paura di ieri sera, con le fiamme a ridosso dei siti nucleari
Il momento di massimo allarme era scattato nel tardo pomeriggio di ieri, quando in rete hanno iniziato a circolare immagini e video provenienti direttamente dalla ex centrale nucleare di Chernobyl.
In essi si vedeva il fumo avvolgere gli edifici, tra cui il sarcofago che racchiude il reattore esploso 34 anni fa, con il tam-tam sui social che parlava di fiamme ormai a poche centinaia di metri.
“Stiamo bruciando. A chi non è ancora chiaro?” è stato il grido d’allarme che Aleksandr Sirota, da Pripyat, aveva lanciato su Facebook nel pomeriggio.

In parallelo, alcune foto scattate dai tetti della città fantasma di Pripyat mostravano il fronte del fuoco in costante avvicinamento anche alle aree di stoccaggio di scorie nucleari e combustibile atomico esaurito di Podlesny.
Rassicurazioni erano giunte in serata, ancora prima della pioggia, dal vice-ministro dell’Interno, Anton Gerashchenko: «Il sito di stoccaggio è un’enorme costruzione in cemento armato ed è completamente sicuro: servono meno panico, isteria e fake news per quanto riguarda gli incendi a Chernobyl. Andrà tutto bene», ha dichiarato, aggiungendo che specifici corridoi taglia-fuoco sono stati comunque realizzati a ulteriore protezione delle aree più sensibili.
Gli aggiornamenti delle Autorità ucraine: nessun rischio radioattivo
L’Agenzia statale che gestisce la Zona di esclusione ha diramato, questa mattina, un comunicato stampa in cui parla di circa 11.500 ettari coinvolti dalle fiamme e aggiorna sui fronti di fuoco ancora attivi, soprattutto nelle foreste di Parishovsky e Denysovetsky, alla stazione ferroviaria di Janiv, nella pianura del fiume Grezl e nei pressi dei villaggi di Chistogalivka, Poliske e Leliv (nel video qui sotto).
L’Agenzia riporta anche che i livelli di radiazioni gamma, nell’area degli incendi, sono aumentati fino a 32 volte rispetto al solito nell’aria di Chernobyl e di 14 volte nel villaggio di Kopachi, raggiungendo soglie di attenzione senza però superare i limiti di allerta.
Un’analisi effettuata al suolo ieri pomeriggio a un metro dalla linea del fuoco, nei pressi della centrale atomica, rilevava dai 12 ai 17 microSieverts/ora (comparabili a un esame medico con i raggi X e circa il doppio delle radiazioni assorbite in un volo intercontinentale, ndr), registrando anche un eccesso di Cesio-137 nell’aria.

“I laboratori mobili dell’Istituto Ecocenter hanno quindi testato 188 persone impegnate nello spegnimento degli incendi, senza rilevare la presenza componenti radioattive oltre i limiti nei loro corpi”, comunicano ancora dall’Agenzia, secondo cui “non sono necessarie ulteriori misure di protezione dalle radiazioni”.
Le Autorità ucraine non hanno però escluso un aumento temporaneo della concentrazione di Cesio-137 nel raggio di 200 chilometri dall’area interessata dagli incendi, con elevata variabilità a seconda dei venti, comprendendo anche la capitale Kiev, che si trova a circa 100 chilometri in linea d’aria da Chernobyl.

“Le misurazioni indicano una crescita non significativa delle concentrazioni di Cs-137, con incrementi che sono più di 100 volte inferiori ai valori massimi consentiti stabiliti dalle norme di sicurezza antiradiazioni -confermano dallo State Scientific and Technical Center for Nuclear and Radiation Safety (SSTC NRS)- Ciò non rappresenta una minaccia per la vita e la salute umana”.
In Italia attivato il Centro Emergenze Nucleari
Nel frattempo, in Italia, da alcuni giorni è comunque attiva la sorveglianza da parte dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN).
“Il Centro Emergenze Nucleari dell’ISIN ha avviato le analisi di previsione della dispersione atmosferica della nube prodotta dall’incendio: in ogni caso, l’elevata diluizione che la radioattività eventualmente presente nella nube subirebbe nella sua evoluzione sul territorio, unitamente a una quantità di radioattività rilasciata che si può ipotizzare comunque mantenersi limitata, come testimoniano anche i riscontri radiometrici, consentono di ritenere la situazione non pericolosa per la salute della popolazione e per l’ambiente”, si legge nell’ultimo aggiornamento, datato 9 aprile.

L’Ispettorato continua a monitorare la situazione, anche attraverso le informazioni rese disponibili mediante i circuiti internazionali di emergenza.
Inoltre, in collaborazione con il Centro regionale Radioprotezione dell’ARPA Lombardia, che partecipa con il proprio laboratorio alla rete dei laboratori europei ad elevatissima sensibilità, prosegue l’osservazione di eventuali riscontri strumentali che dovessero rendersi disponibili su scala continentale.
“La preoccupazione che tali eventi, peraltro non rari, destano tra la popolazione è legata alla possibilità che la materia organica presente in un ecosistema fortemente caratterizzato da un elevata contaminazione radioattiva, bruciando, possa rilasciare la radioattività, tipicamente Cesio-137, che col tempo vi si è accumulata”, spiegano ancora dall’ISIN.
[Cover image: pagina Facebook DSNS – Servizio statale di Emergenza dell’Ucraina]
