Coronavirus e rifiuti domestici

Coronavirus e rifiuti domestici, cosa cambia: le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità

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Coronavirus e rifiuti domestici, cosa cambia: le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità ultima modifica: 2020-03-21T10:58:22+01:00 da Francesco Rasero
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Coronavirus e rifiuti domestici: la pandemia ci costringe a rivedere alcune delle abitudini per quanto riguarda la raccolta differenziata. Ecco cosa raccomanda l’Istituto Superiore di Sanità.

La pandemia del Coronavirus, oltre a tenerci in casa, cambia gran parte delle nostre abitudini: anche la gestione dei rifiuti domestici, per precauzione, deve adeguarsi a questo periodo di emergenza sanitaria, seppur solo in parte.

A tal proposito, infatti, lIstituto Superiore di Sanità (ISS) ha realizzato una guida pratica, con nuove regole soprattutto per chi è in isolamento domiciliare o perché risultato positivo al Coronavirus, e anche alcune variazioni valide per tutti gli altri.

Coronavirus e rifiuti domestici indifferenziata
Coronavirus e rifiuti domestici: dall’ISS alcune norme per la gestione durante il periodo di emergenza sanitaria

In quarantena obbligatoria, per esempio, i rifiuti non devono essere differenziati: vanno tutti gettati insieme e chiusi con due o tre sacchetti resistenti; gli animali domestici, inoltre, vanno tenuti lontani.

Se invece non si è positivi, la raccolta differenziata può continuare come sempre, con un piccolo-grande cambiamento nel nome della precauzione: se si è raffreddati, infatti, L’ISS (e il Ministero della Salute di conseguenza) indicano di smaltire i fazzoletti di carta usati nella raccolta indifferenziata, anziché nell’umido come avremmo fatto in tempi normali.

Coronavirus e rifiuti domestici, le raccomandazioni durante l’emergenza

Queste, nel dettaglio, le raccomandazioni pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità e valide e fino a cessata emergenza Covid-19.

Chi non è contagiato né in quarantena, per raccogliere e gettare i propri rifiuti:

  • Può continuare a fare la raccolta differenziata come ha fatto finora.
  • Se è raffreddato o allergico, deve usare fazzoletti di carta e buttarli nella raccolta indifferenziata.
  • Se ha usato mascherine o guanti monouso, conferisca anche quelli nella raccolta indifferenziata.
  • Per i rifiuti indifferenziati, deve utilizzare almeno due sacchetti, possibilmente resistenti, messi uno dentro l’altro, all’interno del contenitore in uso abitualmente.
  • Prima di gettare i sacchetti, deve assicurarsi di averli chiusi bene.
Coronavirus e rifiuti domestici fazzoletto
Coronavirus e rifiuti domestici: i fazzoletti di carta usati vanno temporaneamente conferiti nella raccolta indifferenziata

Eventuali volontari che assistono persone anziane, sole o affette da altre patologie, devono per precauzione utilizzare guanti monouso, che successivamente andranno smaltiti come rifiuti indifferenziati, ed evitare di prelevare sacchetti aperti o danneggiati.

Coronavirus e rifiuti domestici, cosa fare se si è in isolamento o quarantena

Ben diverse, invece, le regole per chi risulta positivo al tampone del Coronavirus Covid-19 o si trova in quarantena.
Ecco cosa bisogna fare, nel caso:

  • Non differenziare più i rifiuti di casa propria: tutti i rifiuti (plastica, vetro, carta, umido, metallo e indifferenziata) vanno gettati nello stesso contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata.
  • Utilizzare due o tre sacchetti, possibilmente resistenti, messi uno dentro l’altro all’interno del contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata, se possibile a pedale.
  • Anche i fazzoletti o i rotoli di carta, le mascherine, i guanti, e i teli monouso vanno gettati nello stesso contenitore per la raccolta indifferenziata.
  • Indossando guanti monouso, occorre chiudere bene i sacchetti, senza schiacciarli con le mani, utilizzando dei lacci di chiusura o nastro adesivo.
  • Una volta chiusi i sacchetti, i guanti usati vanno gettati nei nuovi sacchetti  preparati per la raccolta indifferenziata (due o tre sacchetti possibilmente resistenti, uno dentro l’altro).
  • Al termine, occorre immediatamente lavarsi le mani.
  • I rifiuti vanno fatti smaltire ogni giorno, con le modalità solite in vigore per i sacchetti dell’indifferenziata.
  • Gli animali da compagnia non devono accedere nel locale in cui sono presenti i sacchetti di rifiuti.
Coronavirus e rifiuti domestici differenziata foto di Nicola Quirico
Coronavirus e rifiuti domestici; la raccolta differenziata è sospesa per i malati e chi è in quarantena; gli altri possono continuare a farla (foto di Nicola Quirico)

Coronavirus e rifiuti domestici, le precauzioni per gli operatori

Le indicazioni dell’ISS riguardano anche gli operatori della raccolta e dello smaltimento rifiuti, cui si raccomanda l’adozione di dispositivi di protezione individuale, in particolare di mascherine filtranti facciali.

Si raccomanda inoltre di effettuare in maniera centralizzata la pulizia delle tute e degli indumenti da lavoro, riducendo al minimo la possibilità di disperdere il virus nell’aria (ad esempio, senza scuotere o agitare gli abiti), con lavaggio a temperatura di almeno 60°C usando detersivi comuni e possibilmente aggiungendo disinfettanti tipo perossido di idrogeno o candeggina per tessuti.
Da effettuare anche la sostituzione dei guanti da lavoro non monouso ogni qualvolta l’operatore segnali al proprio responsabile di aver maneggiato un sacco rotto e/o aperto.

Coronavirus e Rifiuti domestici foto di Georges Seguin
Coronavirus e Rifiuti domestici: dall’ISS raccomandazioni specifiche anche per chi raccoglie l’immondizia (foto di Georges Seguin)

L’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, prevede la sanificazione e la disinfezione della cabina di guida dei mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti urbani dopo ogni ciclo di lavoro, facendo particolare attenzione ai tessuti, a partire da quelli dei sedili, che possono rappresentare un sito di maggiore persistenza del virus rispetto al volante o al cambio, più facilmente sanificabili.

Tuttavia è da tenere in considerazione la necessità di non utilizzare aria compressa e/o acqua sotto pressione per la pulizia, o altri metodi che possano produrre spruzzi o aerosolizzare materiale infettivo nell’ambiente -sottolineano ancora dall’ISS- L’aspirapolvere deve essere utilizzato solo dopo un’adeguata disinfezione ed è consigliato l’uso di disinfettanti, meglio se a base di alcol almeno al 75% v/v e in confezione spray“. 

Dove siano presenti impianti di termo-distruzione, quindi, deve essere privilegiato l’incenerimento dei rifiuti indifferenziati, per minimizzare ogni manipolazione.  

Coronavirus e rifiuti domestici, la parola alle esperte

Le “Indicazioni ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus Sars-Cov-2” sono state redatte dal Gruppo di Lavoro Ambiente e Gestione dei Rifiuti dell’ISS, composto da sei ricercatrici: Federica Scaini, Eleonora Beccaloni, Lucia Bonadonna, Giuseppina La Rosa, Maria Rosaria Milana ed Emanuela Testai.

Coronavirus e rifiuti domestici ISS foto di Carlo Dani
Coronavirus e rifiuti domestici: la sede dell’Istituto Superiore di Sanità, a Roma (foto di Carlo Dani)

Le linee di indirizzo si basano sulle evidenze ad oggi note sulla trasmissione dell’infezione da virus, ottemperando all’esigenza di dettare modalità operative per la gestione dei rifiuti urbani improntate sul principio di cautela su tutto il territorio nazionale -spiegano nella relazione scientifica che accompagna il vademecum relativo a Coronavirus e rifiuti domestici- Al momento non è noto il tempo di sopravvivenza in un rifiuto domestico/urbano dei Coronavirus in generale, e del virus SARS-CoV-2 in particolare, ma sussiste una elevata percezione del rischio da parte della popolazione italiana e anche tra gli operatori coinvolti nella raccolta dei rifiuti urbani“.

Alla base della teoria che ha portato ricercatrici a stilare l’elenco di regole sopra riportato, vi è l’assunto che il Covid-19 si disattivi, per analogia con altri virus simili, in un intervallo di tempo che va da pochi minuti a un massimo di 9 giorni, a seconda del tipo di materiale su cui si trova, della concentrazione e delle condizioni microclimatiche.

Secondo le esperte dell’Istituto Superiore di Sanità, infine, l’ideale, dove applicabile, sarebbe di considerare i rifiuti urbani provenienti dalle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria, equivalenti a quelli che si possono generare in una struttura sanitaria ed essere pertanto gestiti “con le stesse modalità dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”, tramite ditte specializzate.

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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