6 consigli per ridurre l’impronta idrica del cibo che mangiamo

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6 consigli per ridurre l’impronta idrica del cibo che mangiamo ultima modifica: 2020-02-25T08:00:17+01:00 da Davide Zarri
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Alcuni piccoli accorgimenti nella nostra vita quotidiana possono fare una grande differenza nell’impronta idrica del cibo che mettiamo in tavola. Ecco 6 consigli utili per una spesa intelligente ed ecosostenibile che ci provengono da Food Unfolded.

Oggi due terzi della popolazione mondiale vive in condizioni di scarsità d’acqua per almeno un mese l’anno. La carenza di risorse idriche è oggi una delle principali sfide che il mondo si trova ad affrontare. Due sono i principali fattori che contribuiscono a questo problema: il progressivo aumento della domanda globale di acqua e mezzi inadeguati per soddisfare una tale richiesta. C’è di più, nonostante il consumo globale di acqua sia già triplicato negli ultimi cinquant’anni, da qui al 2050 si prevede un ulteriore aumento del 60-100%.

povertà impronta idrica

Ma non si tratta solo di chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, di accorciare i tempi passati sotto la doccia, o di pianificare meglio i lavaggi con la lavatrice. Le attività domestiche d’altronde rappresentano meno del 4% del nostro consumo totale giornaliero di acqua, con il restante 92% che rientra in due categorie “invisibili”: la produzione industriale di articoli per la casa, come carta e cotone e la produzione di alimenti. E, sorprendentemente, il 69% del nostro consumo totale giornaliero di acqua deriva dal cibo che mangiamo. Tant’è che la persona media generalmente “consuma” una cifra pari a 3496 litri di acqua ogni giorno.  In media, appunto, poiché il consumo di acqua varia considerevolmente a seconda delle abitudini alimentari che adottiamo.

Come scoprire l’impronta idrica del cibo

avocado impronta idrica

Sfortunatamente, a causa dell’enorme numero di variabili di difficile previsione associate all’impronta idrica del cibo, non ci è possibile in alcun modo determinare il numero esatto di litri utilizzati nella produzione di ogni singolo alimento che mettiamo in tavola.

6 modi per ridurre l’impronta idrica

vegetali impronta idrica

Nonostante ciò, è comunque possibile effettuare una stima basandoci sui vari processi tipicamente coinvolti nella produzione di quel particolare alimento, permettendoci di determinare un ranking sulla base dell’impronta idrica presunta. Piccola nota a margine: ciò che risulta buono per il pianeta, di norma è anche buono per la nostra salute. Ecco i consigli suggeriti da Food Unfolded, piattaforma digitale che ha come obiettivo quello di sensibilizzare a livello circa i temi della sostenibilità alimentare e di mettere in contatto tutti gli stakeholders del settore.

1. Mangia meno carne

maiale impronta idrica

Diversi studi hanno rivelato come una dieta vegetariana utilizzi fino al 55% in meno di acqua rispetto a una dieta onnivora. C’è una buona notizia anche per quelli che non riescono proprio a rinunciare alla carne: riducendo le porzioni o limitandola a due volte a settimana può fare tanto.

2. Mangia carne di qualità migliore

mucca impronta idrica

E ancora: sarebbe importante prestare attenzione alle modalità con le quali questi animali sono stati allevati. Sebbene animali allevati al pascolo e allevati in stalla utilizzino volumi relativamente simili di acqua, l’impatto è molto differente. Mentre, infatti, l’alimentazione dei primi si basa principalmente sull’erba che cresce spontanea nei prati dove sono lasciati circolare in libertà, quelli allevati secondo il metodo convenzionale vengono nutriti a mais e soia coltivata secondo metodi intensivi, con ampio uso di risorse idriche, oltre che di fertilizzanti e antiparassitari. Inoltre vi è un problema da non sottovalutare legato alle deiezioni che, se mal gestite, possono creare enormi problemi all’ambiente e alle falde acquifere sottostanti.

3. Bio è meglio

uva impronta idrica

I terreni biologici in genere mantengono una struttura tale da consentire una maggiore capacità di infiltrazione e ritenzione idrica, richiedendo una minore irrigazione. Pertanto, nonostante impieghi più tempo a coltivare la stessa quantità di prodotti, nel complesso il volume totale di acqua consumata è spesso equivalente, o addirittura inferiore. Inoltre, senza pesticidi né fertilizzanti chimici, il deflusso delle fattorie biologiche è molto meno dannoso per l’ambiente naturale circostante.

4. Mangia più cibi freschi e poco raffinati

pomodorini impronta idrica

Mentre frutta e verdura necessitano di acqua solo per crescere in campo, gli alimenti processati impiegano ulteriore acqua, sia in fase di lavorazione per la pulizia dei macchinari e degli ingredienti, che nella produzione di carburante per la consegna e l’imballaggio e così via. Senza dimenticare che se la produzione in campo si serve dell’acqua piovana – più conosciuta come “acqua verde” – per i processi di trasformazione si attinge a quella “blu” – ossia le falde acquifere sotterranee – e a quella “grigia” – cioè quella impiegata per “diluire” gli inquinanti e far tornare la qualità dell’acqua stessa entro certi standard.

5. Meno sprechi

piatto impronta idrica

Nonostante nel mondo ci siano ancora 820 milioni di persone che soffrono la fame, si stima che un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano venga sprecato. Una quantità sufficiente per nutrire ogni persona malnutrita in tutto il mondo per ben due volte.

Diversamente da quanto si pensi, almeno il 50% di tale spreco nei paesi sviluppati avviene tra le mura domestiche. La prossima volta, prima di gettare del cibo nel cestino, sarebbe bene pensare a quanta acqua è servita per produrlo.

6. Mangia locale

zucche impronta idrica

Optare per alimenti a chilometro zero è un ottimo modo per supportare l’agricoltura locale, oltre che a ridurre la quantità di acqua impiegata nei trasporti e indebitamente sottratta alle comunità che popolano quello specifico territorio.

Tutto questo basterà per fermare la crisi idrica?

Degradazione dei terreni causata dal cambiamento climatico

Come nel caso della crisi climatica, affrontare la crisi idrica impone risposte politiche all’altezza. Grazie alla tecnologia moderna esistono mezzi per utilizzare l’acqua in modo più efficiente, ma tutto questo si rivela inutile senza un adeguato supporto a ché vengano implementate. C’è bisogno di ridirezionare gli investimenti per migliorare efficienza e accesso ai servizi idrici.

Tuttavia, è nostra responsabilità morale garantire che l’impatto che abbiamo sul pianeta sia il minore possibile.

E tu? Adotterai qualcuno di questi cambiamenti? O forse hai altri suggerimenti per aiutarci tutti a ridurre l’impronta idrica del cibo che mangiamo? Facci sapere nei commenti qui sotto!

6 consigli per ridurre l’impronta idrica del cibo che mangiamo ultima modifica: 2020-02-25T08:00:17+01:00 da Davide Zarri
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6 consigli per ridurre l’impronta idrica del cibo che mangiamo ultima modifica: 2020-02-25T08:00:17+01:00 da Davide Zarri

Classe 1992, di origini bolognesi, ha vissuto i suoi ultimi cinque anni con la valigia in mano. Ambasciatore italiano all’estero, è innamorato della sua terra, con i suoi colori, i suoi odori, i suoi sapori. Laureato in Food System Management all’Università di Bologna, ha una passione per il cibo, le lingue e la politica. Creativo, dinamico, affascinato dall’innovazione ed il cambiamento, nutre un interesse genuino per tutti i temi relativi alla sostenibilità. Alla continua ricerca della meraviglia, sostiene con forza che solo la conoscenza renda le persone davvero libere.

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