Clean the World e le saponette avanzate dagli hotel, quando da un rifiuto si genera un grande dono

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Clean the World e le saponette avanzate dagli hotel, quando da un rifiuto si genera un grande dono ultima modifica: 2020-02-10T08:00:42+01:00 da Lucia Giannini
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Clean the World, l’impresa sociale che ricicla e rigenera le saponette buttate dagli hotel per donarle alle popolazioni bisognose al fine di prevenire le malattie e salvare numerose vite.

Vi siete mai chiesti che fine fanno le saponette che usiamo negli hotel?

Bene, quando non ci facciamo conquistare dalla fragranza e dal packaging, facendone un souvenir da portarci a casa, quelle saponette, utilizzate anche solo una volta, vengono buttate.

Ebbene sì. Basti pensare che solo negli Stati Uniti vengono gettate ogni giorno quasi un milione di saponette, influendo in maniera sostanziale sull’inquinamento e l’ambiente. Tale presa di consapevolezza diventa ancora più amara se pensiamo che al mondo circa 2,7 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari e tra questi circa 1,5 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età muoiono ogni anno contraendo malattie che l’uso di una semplice saponetta avrebbe potuto scongiurare.

Clean the World
Ogni giorno solo negli Stati Uniti vengono gettate quasi un milione di saponette

Di fronte a quest’immenso spreco e alla terribile situazione di chi una saponetta non può proprio permettersela, Shawn Seipler, che per anni ha lavorato come venditore per gli Hotel di mezzo mondo, ha deciso di trovare una soluzione per trasformare ciò che viene gettato, in occasione di benessere per chi è meno fortunato.

Clean the World
Clean the World è l’organizzazione che raccoglie e rigenera le saponette degli hotel per donarli a chi ne ha bisogno

E così nel 2009 ha lanciato l’iniziativa “Clean the World” che ha come scopo quello di raccogliere (attraverso la collaborazione con il maggior numero possibile di hotel nel mondo), le saponette non più utilizzabili dandogli nuova vita.

Il sapone viene raccolto, igienizzato, rifuso e riconfezionato in nuove saponette che verranno poi donate alle popolazioni più bisognose.

Chi sono i destinatari delle saponette rigenerate da Clean the World? Normalmente sono madri che vivono con meno di 2 dollari al giorno e che per questo si vedono costrette a scegliere tra il cibo e l’igiene, mettendo ovviamente al primo posto il nutrimento per i propri figli. Ricevere delle saponette diventa fondamentale per la prevenzione di malattie che potrebbero inficiare gravemente la loro salute, dando luogo nei casi più gravi alla morte dei loro bambini.

Come si legge sul loro sito ufficiale, oggi Clean the World è “una vera e propria impresa sociale con la missione di salvare milioni di vite in tutto il mondo” che comprende oltre 8.000 collaboratori tra hotel e resort. Dal 2009 sono state donate oltre 53 milioni di saponette in 127 paesi del mondo prevenendo la diffusione di malattie quali polmonite e colera.

Non solo il sapone, però, viene raccolto e rigenerato da Clean the World: anche le bottiglie di shampoo, balsamo e lozioni per il corpo vengono riciclate. Il contenuto si trasforma in nuove barre di sapone e le bottiglie vengono convertite in fonte di energia.

Clean the World
Clean the World non solo evita la produzione di rifiuti ma aiuta le popolazioni in difficoltà a scampare da malattie facilmente debellabili

Il processo che porta gli hotel a collaborare con Clean the World non è per nulla dispendioso per la struttura né tantomeno complesso: i prodotti per l’igiene vengono raccolti in due contenitori (verde per le saponette, blu per le bottiglie) e infine spediti in una delle strutture di Clean the World che si occuperà, poi, di lavorarle.

Da undici anni a questa parte esiste, dunque, una grande realtà che non solo si occupa di salvaguardare l’ambiente da uno spreco sempre più imbarazzante e nocivo, ma che aiuta le popolazioni in difficoltà a scampare da malattie facilmente debellabili.

Sicuramente una di quelle iniziative che merita di essere sostenuta.

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Clean the World e le saponette avanzate dagli hotel, quando da un rifiuto si genera un grande dono ultima modifica: 2020-02-10T08:00:42+01:00 da Lucia Giannini

Laureta in Lingue e attualmente iscritta alla facoltà di Comunicazione e Culture dei Media, cerca di compensare agli obblighi della vita da impiegata, dando sfogo alla sua più grande passione: la scrittura. Appassionata d'arte, cultura, letteratura e amante degli animali, è sensibile alle ingiustizie e ama il libero confronto

2 Commenti

  1. Che bello!Non sapevo che ci fosse già una iniziativa del genere e da diversi anni, quando per lavoro mi sono trovata a partecipare a convegni di più giorni, ho chiesto che mi venissero donate le saponette usate, le ho lavate, rifuse e donate agli alunni bisognosi della mia scuola (lavoro in una scuola per adulti, la maggior parte dei quali rifugiati). Sapete se l’iniziativa degli Stati Uniti esiste anche in Italia?
    Grazie

  2. Molto interessante, sarebbe utile capire se questa operazione farà (stra)guadagnare questi benefattori.
    Da un lato, se guadagnano va pure bene dato che l’aiuto alle popolazioni bisognose arriva (e come avviene la distribuzione? Sarà davvero gratuita?), ma in mezzo c’è un processo di trasformazione della materia, chi lo paga?
    Sono tutte cose belle, ma mai trasparenti, la gente ci casca, crede di far del bene ma alla fine contribuisce a riempire di soldi le tasche altrui.
    Queste operazioni dovrebbero essere gestite sotto il controllo dell’Onu, che però se ne guarderebbe bene a farlo, essendo una associazione a delinquere (quelli che parlano della fame nel mondo attorno a tavole imbandite di ogni bene, tante parole mentre la gente muore di fame ugualmente e come sempre).
    Insomma, apriamoci gli occhi ed iniziamo a pensare con la nostra testa e non con quella degli altri.
    Grazie per l’ospitalità.

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