Occupazione temporanea di locali vuoti

Parigi legalizza l’occupazione temporanea di locali vuoti. E in Italia?

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Parigi legalizza l’occupazione temporanea di locali vuoti. E in Italia? ultima modifica: 2019-11-07T08:00:58+01:00 da Lucia Giannini
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A Parigi l’occupazione temporanea di locali vuoti non è più reato. Partita la sperimentazione Oltralpe, cosa si sta facendo in Italia a proposito di riqualificazione urbana transitoria per combattere l’abbandono edilizio?

Una delle urgenze primarie nelle città risulta essere ancora oggi, in gran parte, quella relativa agli edifici in stato di abbandono che necessitano di una riqualificazione.

Spesso queste zone -presenti in ogni area urbana e anche di notevole dimensione- rischiano di degenerare in una condizione di grave degrado e intaccare negativamente il tessuto sociale urbano.
Per ovviare a tale problema, molte volte nelle zone interessate si creano delle misure immediate di ripristino evitando, così, il disgregamento totale di strutture ancora utilizzabili.

Un ottimo esempio in questo senso, è senza dubbio la città di Parigi, che ha di recente legalizzato l’occupazione temporanea di locali vuoti in attesa di lavori. Alcuni grandi gestori immobiliari hanno, infatti, firmato un contratto che permette il riutilizzo di tali strutture che subiscono, così, un’importante riqualificazione urbana.

Ci sono voluti cinque anni di lavoro per arrivare a questa conclusione; alcuni tra collettivi, associazioni e cooperative, che nel tempo hanno acquisito sempre maggiore credibilità, sono riusciti a creare realtà dinamiche e socialmente utili, occupando spazi altrimenti inutilizzati.

Occupazione temporanea di locali vuoti
Les Grands Voisins, a Parigi.

Tra i tanti casi che si potrebbero riportare, il più lampante è senza dubbio quello della riqualificazione di un ospedale abbandonato in pieno centro, all’interno del quale la Cooperativa Plateau Urbain, ha creato un villaggio utopico che ad oggi ospita circa 140 soggetti tra associazioni, artisti, artigiani e start-up.

Questo progetto -ribattezzato Les Grands Voisins- è un chiaro esempio di urbanismo transitorio: l’occupazione di edifici inutilizzati permette a piccole realtà artigiane, culturali o associative di esistere, superando tutte le difficoltà dovute agli eccessivi prezzi di mercato tradizionali all’interno della capitale francese.

Parigi si erge, dunque, ad antesignana nella creazione di un nuovo modo di vivere la città.

Occupazione temporanea di locali vuoti
Riqualificazione urbana per contrastare l’abbandono edilizio.

Anche in Italia, il problema inizia a essere più attuale che mai. Lo scorso 15 ottobre, infatti, si tenuto a Milano il convegno “Obiettivo Social & Smart City” organizzato da Aspesi (l’Associazione nazionale tra le società di promozione e sviluppo immobiliare), durante il quale sono stati affrontati i complessi problemi relativi all’abbandono edilizio e alla riqualificazione urbana.

Risulta, infatti, che nel nostro Paese siano oltre 750mila le strutture in completo stato di abbandono, inclusi edifici come palazzi, ville, ospedali, caserme o strutture industriali di grandi metrature in condizione di estremo degrado e desolazione.
L’obiettivo diventa, dunque, quello di rigenerare tali ambienti, cercando di creare nuovi spazi basati sulla sostenibilità sociale, riqualificando il territorio.

Les Grands Voisins, a Parigi
Les Grands Voisins, a Parigi.

Occorre cercare di dare nuova vita a questi spazi,  favorendo la crescita economica e il miglioramento nel tessuto sociale locale. Ciò potrebbe avvenire riconvertendo i locali vuoti di tali strutture (normalmente inadeguate in fatto di dotazioni energetiche rispetto alla media europea) in aree socialmente utili, quali ad esempio spazi di co-working, student housing, hostelling o co-living, permettendo, così, alle nuove generazioni di vivere proficuamente tali realtà.

Se, dunque, in Italia ci si interroga sul problema dell’abbandono edilizio -con la consapevolezza che purtroppo non esiste ancora una norma volta a promuovere e semplificare la riqualificazione del patrimonio immobiliare inutilizzato– nel resto d’Europa si cercano soluzioni pratiche per affrontare tale questione.

L’urbanismo transitorio parigino, così come i progetti di riqualificazione territoriale proposti al convegno dell’Aspesi, possono davvero favorire la nascita di nuovi spazi di condivisione sociale, senza incrementare la necessità di cementificazione che a poco a poco sta rendendo le grandi città sempre più soffocanti.

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Laureta in Lingue e attualmente iscritta alla facoltà di Comunicazione e Culture dei Media, cerca di compensare agli obblighi della vita da impiegata, dando sfogo alla sua più grande passione: la scrittura. Appassionata d'arte, cultura, letteratura e amante degli animali, è sensibile alle ingiustizie e ama il libero confronto

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