Burger vegani a base vegetale

Carne coltivata: a che punto siamo?

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Carne coltivata: a che punto siamo? ultima modifica: 2019-10-31T08:00:42+01:00 da Davide Zarri
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All’incrocio fra bio-ingegneria e bio-arte, produrre carne senza animali da oggi non è più fantascienza.

Era il 1931 quando il grande statista inglese Sir Winston Churchill ipotizzò che in futuro si sarebbero potuti ottenere i frutti della Terra senza necessariamente passare attraverso l’allevamento di animali in carne ed ossa.

Egli si augurava che la tecnologia avrebbe presto consentito di superare “l’assurdità di far crescere un intero pollo per poterne mangiare il petto o le ali, facendo sviluppare queste parti separatamente”.

carne vegan cruelty free in laboratorio

Un tale auspicio, quasi profetico, anticipò di molti anni ciò che all’alba del terzo millennio sarebbe diventato realtà: produrre carne in laboratorio, ottenuta tramite la coltivazione in vitro delle cellule necessarie all’ottenimento del prodotto finale.

Sono ormai passati sei anni da quando, nel 2013, alcuni ricercatori della Maastricht University hanno messo a punto il primo hamburger di carne coltivata nella storia, presentandolo al grande pubblico di Londra sbalordito.

carne coltivata in laboratorio

Accolto con un certo scetticismo, quell’hamburger costato 250.000 dollari ha rappresentato uno straordinario passo in avanti della scienza, spianando di fatto la strada ad una produzione di carne più sostenibile ed attenta al benessere animale.

Soluzioni radicali per un mondo che sta radicalmente cambiando

Con una popolazione mondiale che si stima sfiorerà i 10 miliardi entro il 2050 ed un consumo di proteine animali in drastico aumento, il mondo è chiamato a prepararsi a sfamare questa infinità di bocche.

Se aumentare ulteriormente la produzione di carne ha sempre rappresentato la soluzione più comoda, ad oggi non si può davvero più ignorare come questa affondi le radici nella realtà di filiere costose, eticamente controverse e ambientalmente onerose.

Allevamento bovini causa inquinamento deforestazione cambiamento climatico

L’industria dell’allevamento è infatti responsabile di circa un settimo delle emissioni globali di gas serra di origine antropogenica, e contribuisce in maniera considerevole all’impiego nonché all’inquinamento idrico.

Impressionante, inoltre, il dato relativo all’uso dei terreni. Oltre quattro quinti dei terreni agricoli di tutto il mondo sono destinati alla produzione dei mangimi da destinare agli animali, oppure all’allevamento degli stessi. Senza contare i danni tremendi alla biodiversità di questi territori, dominati oggi da sconfinate monocolture.

campo verde in cina di cereali

Coltivare carne in laboratorio non richiede la realizzazione di alcun allevamento intensivo: nessun impiego di infinite distese di terreno dedicate né di macelli, nessun inquinamento delle acque né del suolo, né tantomeno l’uso di ormoni e antibiotici. Una soluzione cruelty-free auspicabile, che sembrerebbe avere un impatto sull’ambiente e sulla nostra salute significativamente minore rispetto alla carne convenzionale.

Ma non è tutto oro quel che luccica, per ora

Già, sembra.

Perché sebbene la carne coltivata sia già una realtà affermata all’interno dei laboratori di ricerca e sviluppo, la strada per la sua messa in commercio è ancora lunga.

carne vegan cruelty free

La vera sfida sarà quella di realizzare una produzione su larga scala, operazione ad oggi tutt’altro che semplice. A smorzare in parte gli entusiasmi ci hanno pensato alcuni ricercatori delle Università di Oxford e di Amsterdam, che hanno rivelato come nel lungo termine l’impatto ambientale della carne coltivata sia incerto, e possa perfino risultare superiore a quello della carne convenzionale.

È vero che l’industria dell’allevamento rappresenta un’importante fonte di emissioni di gas serra, tuttavia, ad oggi, grandi certezze non ce ne sono. In sintesi, tutto dipenderà – dicono da Oxford – dalla capacità di portare a compimento una transizione energetica verso una società low-carbon, nonché dagli specifici metodi che verranno sfruttati per la produzione su larga scala.

burger vegan di carne sintetica

In questo caso, e solo in questo caso, il mercato della carne coltivata potrà davvero spiccare il volo. È innegabile che, ad oggi, il processo produttivo risulti estremamente oneroso ed i risultati in termini di gradimento al palato non siano ancora all’altezza delle aspettative.

C’è chi però sembra determinato a tuffarsi in questo business, tant’è che un recente rapporto della società di consulenza americana AT Kearney ha stimato come, entro 20 anni, il 35% della carne presente in commercio potrebbe essere coltivata in laboratorio. Determinante, in questo senso, sarà il supporto del settore pubblico, per consentire al mercato di svilupparsi senza grossi ostacoli regolamentari e assicurare agli operatori un’adeguata protezione della proprietà intellettuale.

carne vegan da laboratorio

Data la necessità di sostanziosi investimenti iniziali, un ruolo altrettanto chiave per il cambiamento lo giocheranno gli investitori internazionali, nonché le stesse grandi compagnie produttrici di carne, pronte a scommettere su ciò che sembra essere una vera gallina dalle uova d’oro.

Il consenso dei consumatori è per ora l’ostacolo più grande

In attesa che sul fronte legislativo qualcosa si muova, è l’approvazione dell’opinione pubblica la sfida più importante da vincere. Per adesso i consumatori sembrano piuttosto restii a cambiamenti di questo tipo, tuttavia si registra una sempre maggiore attenzione verso i temi ambientali e del benessere animale.

Fridays for Future

Qualcosa comincia a muoversi dunque, e sono sempre di più le organizzazioni non governative impegnate in campagne in favore delle alternative alla carne convenzionale. Tra queste, la più importante è Good Food Institute, un’organizzazione no-profit che dal 2016 auspica una vera e propria trasformazione dell’industria della carne e che ha recentemente finanziato, a suon di centinaia di migliaia di dollari, sei progetti di ricerca sulla carne coltivata.

Alternativa alla carne laboratorio

Le basi per una vera transizione sono state gettate, bisognerà ora vedere quali saranno i risultati. In generale, ciò che fino a ieri sarebbe stato descritto come qualcosa di fantascientifico potrebbe molto presto diventare realtà.

Carne coltivata: a che punto siamo? ultima modifica: 2019-10-31T08:00:42+01:00 da Davide Zarri

Classe 1992, di origini bolognesi, ha vissuto i suoi ultimi cinque anni con la valigia in mano. Ambasciatore italiano all’estero, è innamorato della sua terra, con i suoi colori, i suoi odori, i suoi sapori. Laureato in Food System Management all’Università di Bologna, ha una passione per il cibo, le lingue e la politica. Creativo, dinamico, affascinato dall’innovazione ed il cambiamento, nutre un interesse genuino per tutti i temi relativi alla sostenibilità. Alla continua ricerca della meraviglia, sostiene con forza che solo la conoscenza renda le persone davvero libere.

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