Si fa presto a dire plastica. Ma a che cosa ci riferiamo, nello specifico, quando la citiamo? Non lo sappiamo, o meglio, non lo sa nessuno. E allora cosa intendiamo quando parliamo di “plastica dannosa”, per gli ecosistemi e non solo? Una recente ricerca ha reso possibile la pubblicazione di una guida che indica quali sono le sostanze plastiche più o meno pericolose per la salute umana, oltre che per l’ambiente. Dai risultati, pubblicati sulla rivista “Environmental Science and Technology”, emerge che, essendo la plastica un miscuglio di varie e numerose sostanze, riconoscerle e identificarle chimicamente tutte è estremamente complicato. Persino i produttori, spesso, sono ignari dell’esatta composizione.
Plastica dannosa per la salute: la ricerca e i suoi risultati
Lo studio Benchmarking the in Vitro Toxicity and Chemical Composition of Plastic Consumer Products (“Analisi comparativa della tossicità in vitro e della composizione chimica dei prodotti di consumo in plastica”, NdR) è stato realizzato dalla ricercatrice Lisa Zimmermann e dai colleghi del Dipartimento di Tossicologia acquatica della Frankfurt am Main University, di due altri istituti tedeschi e del Dipartimento di Biologia della Norwegian University of Science and Technology.
Gli scienziati hanno analizzato 34 articoli composti da 8 tipi principali di polimeri (PP, polietilene a bassa e alta densità, PVC, PET, plurioretano, polistirene e PLA), di destinazione anche alimentare. Per ciascuno di essi, sono stati presi in considerazione alcuni valori di tossicità. Nello specifico, gli autori hanno individuato effetti di tossicità generale in 6 oggetti su 10, di stress ossidativo in 4 oggetti su 10 e di interferenza endocrina in 3 prodotti su 10.
C’è poco da star tranquilli, dunque, visto e considerato che si trattava di oggetti di uso più che comune come bottiglie di plastica, vasetti di yogurt, spugne sintetiche. Gli autori hanno evidenziato, in particolare, che il PVC e il PUR portavano con sé il maggior grado di tossicità. Gli articoli composti da PET e HDPE (polietilene ad alta densità) causavano, invece, un basso grado di tossicità.
Identificare i composti contenuti nelle materie plastiche non è stato semplice. Tanto che su un totale di 1400 sostanze ne sono state riconosciute soltanto 260.
Consumatori consapevoli, come tutelarsi
Alla luce della ricerca, ci sono innanzitutto due categorie che vanno evitate al momento dell’acquisto: quelle contraddistinte dal codice #3, che corrisponde al Pvc (vietato in Italia dal 1999 nelle bottigliette d’acqua, nei giocattoli e negli imballaggi), e quelle con il #7, che riassume gli “altri tipi di plastiche”, dalla composizione sconosciuta al consumatore.
Plastica dannosa per la salute? La soluzione è cambiare abitudini. Quando possibile e il più possibile, è bene sostituire i prodotti in plastica con opzioni più sostenibili. E’ buona pratica, ad esempio, prediligere prodotti freschi, sfusi e privi di imballaggio.
Ne guadagnerà l’ambiente, certo, ma anche- e doppiamente-la salute. Perché le alternative esistono, e vivere una vita plastic-free non è impossibile. A dispetto delle cattive pratiche, e a favore del buonsenso.
