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Buste biodegradabili, intatte in mare dopo 3 anni. Realizziamo la nostra borsa per la spesa

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Buste biodegradabili, intatte in mare dopo 3 anni. Realizziamo la nostra borsa per la spesa ultima modifica: 2019-06-11T08:00:18+02:00 da Alessia Telesca
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I supermercati hanno dovuto sostituire per legge i sacchetti in plastica con buste biodegradabili e anche la maggior parte dei consumatori è contenta di poterle utilizzare per la spesa, per avere un minore impatto sull’ambiente. Potrebbe, però, non essere vero. Uno studio dell’Università britannica di Plymouth dimostra che anche le buste biodegradabili non si degradano nell’ambiente.

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Le buste biodegradabili rimangono nell’ambiente

Lo studio dell’Università di Plymouth, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, ha dimostrato che anche i sacchetti biodegradabili o compostabili non si degradano facilmente nell’ambiente, rimanendo integre anche dopo due anni.

La ricerca ha osservato, per tre anni, il comportamento di buste di tre materiali diversi, ovvero una busta in polietilene ad alta densità, la plastica tradizionale prodotta da idrocarburi, e due buste in plastica oxo-biodegradabile, prodotta da idrocarburi e addizionata con sostanze per la rapida frammentazione, una biodegradabile, che viene dissolta nell’ambiente al 90% in 6 mesi, e una compostabile, che viene disintegrata in 3 mesi e viene impiegata per produrre fertilizzante compost. Le buste sono state osservate in ambienti diversi, all’aria aperta, sotto terra, nell’acqua di mare e in laboratorio.

Gli studiosi hanno dimostrato che queste buste non vengono dissolte completamente nell’ambiente e alcune sono rimaste addirittura integre. Le buste biodegradabili in acqua marina e sotto terra sono risultate ancora integre tanto da poter essere impiegate anche dopo 36 mesi. Quelle compostabili sono rimaste integre sotto terra per 27 mesi e in acqua marina si sono dissolte in 3 mesi. Tutte le buste, dopo 9 mesi all’aria aperta, si sono disintegrate in piccoli frammenti.

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Lo studio quindi mostra che per questi sacchetti “non si può essere certi di un sostanziale deterioramento in un periodo di tre anni in tutti gli ambienti. Non è quindi chiaro se le formule oxo-biodegradabile o biodegradabile forniscano tassi di deterioramento sufficientemente avanzati da essere vantaggiosi, per ridurre la spazzatura marina, in confronto alle buste convenzionali”, si legge nella ricerca.

Mi sono meravigliata molto nel constatare che dopo tre anni queste buste potevano ancora contenere la spesa – ha affermato Imogen Napper, a capo dello studio – Sono biodegradabili e se sono etichettati così ci si aspetta automaticamente che si degradino più rapidamente delle buste tradizionali. Non è così, però“.

Di parere diverso l’associazione Assobioplastiche che afferma come si sia osservato “un sacchetto in polietilene alta densità, due sacchetti oxo-degradabili, un sacchetto con sopra apposta la parola biodegradabile e, infine, un sacchetto biodegradabile e compostabile. Lo studio quindi conferma che è scorretto impiegare il termine biodegradabile rispetto a prodotti a base di polimeri tradizionali o con l’aggiunta di additivi che ne accelerano la frammentazione. Gli unici prodotti a potersi fregiare correttamente di tale definizione sono quelli in bioplastica compostabile, come peraltro già chiarito nel 2015 in Italia dall’AGCM, la Direzione Tutela del Consumatore, in riferimento ai sacchetti oxo-degradabili, impiegati da alcune insegne della GDO“.

L’Associazione afferma che lo studio dimostra che solo le buste compostabili possono davvero avere un impatto minore sull’ambiente e che il messaggio corretto è quello di “un’applicazione di modelli di corretta gestione dei rifiuti organici“. Infatti, la biodegradabilità delle buste non deve essere una scusa per la disseminazione incontrollata dei rifiuti nell’ambiente.

borse
Realizzare borse per la spesa, il cartamodello

Realizzare borse per la spesa

Lo studio dimostra che le buste biodegradabili o compostabili rimangono nell’ambiente, quasi come quelle in plastica. È fondamentale, quindi, provare a ridurre l’impiego anche di questi sacchetti.

Quando è possibile bisogna, quindi, riciclare le buste che acquistiamo al supermercato. Queste, infatti, possono essere impiegate più volte per la spesa o in casa.

Per ridurre ancora di più l’impatto ambientale e avere una borsa della spesa divertente, possiamo realizzarla in casa, con vestiti vecchi. La realizzazione è piuttosto semplice. Basta, infatti, disegnare il cartamodello della borsa su un cartoncino, oppure sceglierlo online. Ritagliare il cartoncino e posizionarlo sulla stoffa, riportandolo per due volte con un pennarello. Ritagliare la stoffa seguendo il disegno. I due ritagli di stoffa serviranno per realizzare la borsa. Sovrapporre, a rovescio, i due ritagli di stoffa e cucire insieme i bordi, ricordando di lasciare l’apertura della borsa. Cucita la stoffa, la borsa deve solo essere rigirata. E riempita con la spesa.

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La borsa può essere realizzata anche con diversi ritagli di stoffa di abiti e vestiti vecchi, maglie, pantaloni, felpe, per un sacchetto della spesa originale.

Realizzare una busta per la spesa con stoffa di riciclo può essere davvero una scelta fondamentale per ridurre i rifiuti e rendere il nostro Pianeta un posto migliore.

E allora forza, subito all’opera! Ispiratevi alla gallery che abbiamo realizzato su Pinterest qui e inviateci le immagini delle vostre realizzazioni!

Buste biodegradabili, intatte in mare dopo 3 anni. Realizziamo la nostra borsa per la spesa ultima modifica: 2019-06-11T08:00:18+02:00 da Alessia Telesca
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Classe 1987, torinese. È educatrice e web editor per diverse testate online. Vegetariana, è appassionata di animali, tematiche ambientali e educative. Spazia dai film thriller alle commedie e segue con attenzione il calcio. Dalle molteplici idee, prova ad unire le passioni con la scrittura creativa.

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