“Carini e coccolosi”. La citazione da Madagascar, celeberrimo film d’animazione statunitense del 2005, riguarda i pinguini, grossi uccelli marini dalla camminata goffa e buffa. Eppure, a quanto pare, una simpatia universalmente riconosciuta non basta a garantire loro le dovute tutele. E neanche la protezione da una situazione ambientale precaria, che ne mette a rischio la sopravvivenza. Serve una ricorrenza per ricordare, con cadenza annuale, la necessità di preservarli. E così, il 25 aprile si celebra la Giornata mondiale dei pinguini (hashtag #WorldPenguinDay).
Giornata mondiale dei pinguini, perché si celebra il 25 aprile
La Giornata mondiale dei pinguini è stata voluta e istituita dal WWF, che invita a non abbassare la guardia sul rischio estinzione di questi animali. Ma perché proprio il 25 aprile? Tale data segna la fine della migrazione dei pinguini di Adelia, la specie più diffusa in Antartide. Entro questo giorno le colonie, dove in ottobre gli animali erano giunti per la deposizione delle uova, vengono infatti abbandonate.
Esistono nel mondo 17 specie di pinguino, che vivono nell’emisfero sud del pianeta (dall’Antartide alla Nuova Zelanda, dall’estrema Africa meridionale al Sud America), con l’eccezione del pinguino delle Galapagos, che oltrepassa persino l’Equatore.
Pinguini, perché hanno bisogno di tutele
Secondo gli esperti, i pinguini rischiano grosso. Tanto che potrebbero estinguersi entro i prossimi dieci anni. Le maggiori cause sono, nemmeno a dirlo, di responsabilità umana: inquinamento, compromissione degli ecosistemi, depauperamento delle risorse marine e cambiamento climatico.
Il boom della pesca industriale in Antartide, con pescherecci che si avventurano sempre più vicino alle coste per catturare krill, sta saccheggiando le riserve di questo piccolo crostaceo. A discapito degli animali che se ne nutrono: pinguini, foche e balene. Il krill viene utilizzato dagli uomini per produrre mangimi e integratori a base di omega 3.
Non a caso Greenpeace si batte da anni per istituire una rete globale di santuari marini, tra cui uno nell’Oceano Antartico. L’intento è che queste zone protette comprendano il 30% dei mari mondiali entro il 2030.
Licenze di uccidere e santuari marini
È del 2018 il rapporto dell’associazione ambientalista Licence to Krill- The Little-known World of Antarctic Fishing. Pubblicato nell’ambito di una spedizione di tre mesi in Antartide, è nato per mostrare al mondo tramite evidenze scientifiche quanto sia necessaria la creazione di santuari marini, a cominciare dalla proposta di protezione per 1,8 milioni di chilometri quadrati nel Mare di Weddel. Sul sito di Greenpeace, è ancora possibile firmare una petizione online. L’obiettivo? Chiedere alla Antarctic Ocean Commission – l’organismo internazionale incaricato di tutelare l’ecosistema marino dell’Antartide – di procedere alla realizzazione di un’area protetta dedicata. La Giornata mondiale dei pinguini può diventare un’ottima occasione per farlo.