Manuela Salvi, scrittrice per ragazzi, qualche giorno fa ha scritto un post Facebook sull’allarme plastica, in cui si chiede: «Ma perché non si emanano delle leggi che vietino i packaging di plastica alle aziende? – prosegue – Io cerco le uova nel cartone, sprecando benzina per raggiungere il supermercato che le ha, e poi mi arrivano otto reggiseni ognuno con la sua stampellina di plastica.
E poi prendo una borsa nuova e ogni bottoncino è coperto da un astuccino di plastica per proteggerlo.
Vado al pub e il barista mi schiaffa due cannucce a tradimento nel bicchiere.
Ora, se c’è un allarme plastica, la vogliamo proibire a chi la produce?».
La dichiarazione della Salvi è molto simile a ciò che pensa la maggior parte di noi: ci rendiamo conto del problema, ma oltre alla raccolta differenziata e agli acquisti attenti, non possiamo risolvere da soli il disastro ambientale causato dalla plastica.
Forse cominciano a rendersene conto anche le amministrazioni, nazionali e internazionali.
Infatti, dal 1° gennaio 2019 la città di New York ha bandito i contenitori di polistirolo per alimenti e in Italia, a Siracusa, sono stati messi al bando dal 1° febbraio 2019 tutti gli oggetti monouso di plastica.

New York vieta la plastica nei contenitori dello Street Food
Secondo il sindaco newyorchese Bill De Blasio il polistirolo è molto costoso e i contenitori prodotti con la schiuma di polistirene non sono riciclabili, ma vanno buttati nell’indifferenziata.
Per questo è scattato il divieto del loro uso dal 1° gennaio 2019: i locali pubblici, quali bar e ristoranti, i chioschi e i furgoni che vendono lo Street Food hanno sei mesi per esaurire le scorte.
Dal 1° luglio 2019 scatteranno le sanzioni.
Per il cibo da strada si potranno usare solo contenitori di carta, di alluminio o di materiali compostabili: i contenitori di polistirolo saranno permessi solo per carne e pesce crudi.
Siracusa come New York
Il 10 gennaio 2019 il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha firmato l’ordinanza contro l’uso della plastica negli oggetti monouso: dal 1° febbraio 2019 saranno quindi banditi piatti, bicchieri, cannucce, posate, bastoncini per mescolare bevande, e buste di plastica usa e getta.
Il divieto vale anche nel caso di feste, sagre o eventi di piazza, durante i quali si useranno solo prodotti biodegradabili.
Per ristoranti, bar, supermercati, rosticcerie, furgoni e chioschi, stabilimenti balneari ci sono sessanta giorni di tempo per esaurire le scorte: nel frattempo si riforniranno esclusivamente di prodotti creati con materiale plastico biodegradabile e compostabile.
L’Amministrazione chiarisce che il rischio di aumento dei costi dei prodotti è irrisorio: è stimato in poche decine di centesimi.
Riguardo all’ordinanza, il sindaco dice: «La tutela dell’ambiente, specie in un territorio per troppo tempo martoriato, è un elemento distintivo dell’azione di governo locale e rientra in un’operazione culturale che ci aiuta ad affrontare il più vasto problema dello smaltimento dei rifiuti.
Gli oggetti di plastica non biodegradabile, soprattutto quelli a uso alimentare, finiscono spesso nei rifiuti indifferenziati o vengono lasciati sporchi e aggravano il quadro complessivo».
L’ordinanza dell’Amministrazione siciliana rientra nella Strategia europea per la plastica decisa l’anno scorso dalla commissione europea, che punta a un continente libero da plastica entro il 2030.
Le misure adottate da New York e Siracusa sono forse due gocce nel mare, ma i grandi cambiamenti nascono dalle piccole azioni.
