Pollino e Dolomiti Lucane, meraviglie della Basilicata

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Pollino e Dolomiti Lucane, meraviglie della Basilicata ultima modifica: 2019-01-09T08:00:14+01:00 da Davide Mazzocco
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All’inizio dell’anno di Matera Capitale Europea della Cultura vi consigliamo due destinazioni ricche di fascino nel cuore della Lucania

Matera Capitale Europea della Cultura 2019 sarà uno dei leit motiv dell’anno appena iniziato. Per dodici mesi i riflettori del Vecchio Continente saranno puntati su una delle regioni più affascinanti d’Italia: la Basilicata. Due sono i luoghi consigliati agli amanti della natura: il Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e il Parco Nazionale del Pollino.

A una trentina di chilometri a sud-est di Potenza, in mezzo a un tappeto verde di foreste, spuntano i pinnacoli rocciosi delle Dolomiti Lucane. Formazioni rocciose che ricordano le guglie delle cattedrali, vertiginosi strapiombi, una vegetazione lussureggiante e strette gole scavate dagli innumerevoli corsi d’acqua caratterizzano il Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.

Castelmezzano e Pietrapertosa sono i due comuni costruiti a ridosso delle dolomiti lucane: i due borghetti assomigliano a due presepi incastonati fra spuntoni rocciosi e sono caratterizzati da un groviglio di vicoli che si insinuano fra le rocce. Chi vuole godersi il panorama della zona può risalire sui gradoni scavati nella roccia, mentre per i più temerari è possibile compiere il Volo dell’angelo di cui vi avevamo già parlato tempo fa.

Castelmezzano
Castelmezzano

Fra Accettura e Oliveto Lucano si trovano, immersi nei boschi sulla cima del Monte Croccia, i resti dell’antica Città fortificata Croccia Cognata, fondata da popolazioni sannitiche fra VI e IV secolo avanti Cristo. Poco fuori dalle mura della città sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e misteriosi complessi megalitici un’equipe composta da studiosi, archeologi, astronomi, geofisici e geologi ha individuato come una sorta di Stonehenge lucana. Secondo i calcoli effettuati da questo team di lavoro sembra che i massi trovati in quest’area siano perfettamente allineati alla posizione del sole a mezzogiorno e al tramonto nel solstizio d’estate e negli equinozi. È molto probabile, quindi, che per gli antichi sanniti questo complesso megalitico fosse una specie di calendario di pietra.

Pietrapertosa
Pietrapertosa

Sempre nella zona si trova Campomaggiore Vecchio, un borgo fantasma abbandonato nel 1885 in seguito a una frana. La particolarità di questo abitato è la sua struttura urbanistica a scacchiera ideata nel 1741 sulla base delle teorie utopistiche dei pensatori Charles Fourier e Robert Owen dall’architetto Giovanni Patturelli, allievo di Luigi Vanvitelli. Il borgo fu progettato per ospitare 1600 persone e per dar vita a una convivenza perfetta: l’editto emesso dal conte Rendina che ne volle la costruzione assegnava a tutti coloro che si fossero trasferiti in questo paese un alloggio e un terreno da coltivare. Obiettivo di questo insediamento era creare un paese utopico nel quale non vi fossero più poveri.

pino loricato pollino
Il pino loricato è il simbolo del Parco Nazionale del Pollino

Nell’estremo sud della Basilicata si trova invece il Parco Nazionale del Pollino, il più esteso d’Italia con i suoi 192mila ettari di estensione. Per gli Achei delle antiche colonie della Magna Grecia il massiccio che si stagliava sopra la città marittima di Sibari era il Mons Apollineum ovverosia la montagna abitata da Apollo, figlio di Zeus.

Istituito nel 1993 a cavallo Fra Calabria e Basilicata, il parco conta molte cime sopra i 2000 metri: la vetta della Serra Dolcedorme (2267 metri), il Monte Pollino (2248 m), la Serra del Prete (2181 m), la Serre delle Ciavole (2127 m) e la Serra di Crispo (2053 m). A una trentina di chilometri dallo Ionio, quindi, è possibile salire su vette che d’inverno ospitano gli appassionati dello sci di fondo e d’estate quelli dell’escursionismo in alta quota.

Boschi di faggi, abeti, aceri, ontani e castagni e distese di orchidee, narcisi, asfodeli, genziane, peonie e ginestre offrono ai visitatori del Parco Nazionale del Pollino uno spettacolo naturale di rara bellezza. Oltre ai cinghiali, ai caprioli, ai gatti selvatici, agli istrici, alle lontre, agli scoiattoli meridionali e a qualche esemplare di lupo appenninico, nell’area del parco non mancano aquile reali, gufi reali, picchi neri e falchi pellegrini, nibbi reali e bianconi.

Simbolo del parco è il pino loricato, un albero rarissimo sopravvissuto all’ultima glaciazione. Alti fino a quaranta metri e con una vita che può raggiungere il millennio, questi alberi sopravvivono solamente nel Pollino e in alcune zone della Penisola balcanica. Il Patriarca del Parco Nazionale del Pollino, per esempio, ha raggiunto i 900 anni di età.

A Rotonda ha sede l’ecomuseo che presenta l’intero patrimonio del Parco Nazionale del Pollino, il suo paesaggio naturale e la sua cultura.

Il legame di questa terra con gli alberi vive uno dei suoi momenti culminanti con la Sagra dell’abete di Rotonda che si svolge nel mese di giugno, in concomitanza con la festa dedicata a Sant’Antonio da Padova.

Durante questa celebrazione un faggio e un abete bianco vengono abbattuti e portati in paese con dei buoi. Qui vengono innestati l’uno all’altro con corde e forcelle di legno e diventano un unico grande totem nel quale il faggio (a pitu) rappresenta l’elemento maschile e l’abete (a rocca) quello femminile.

Fra le feste popolari una delle più suggestive è il Carnevale di Teana popolato dai personaggi dell’Orso, delle Guardi, del Pezzente e del Carnevale, un uomo imbottito di paglia che ozio e beve e viene arrestato per la sua cattiva condotta.

L’appuntamento di Matera 2019 può diventare l’occasione per scoprire una natura e una cultura che la marginalità geografica di questa regione hanno consentito di preservare in tutta la loro autenticità.

[Foto Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e Parco Nazionale del Pollino]

Pollino e Dolomiti Lucane, meraviglie della Basilicata ultima modifica: 2019-01-09T08:00:14+01:00 da Davide Mazzocco
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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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