La capitale delle farfalle degli Stati Uniti, il National Butterfly Center, è minacciato dall’imminente costruzione del muro anti-migranti decisa dal presidente Donald Trump lungo le rive del Rio Grande. Sono oltre 200 le specie presenti nell’oasi, in pericolo il loro habitat.
Non è una novità la decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump di voler costruire un muro divisorio con il Messico al fine di impedire l’accesso ai migranti negli Stati Uniti. Non tutti sanno però che la barriera, che verrà innalzata lungo le rive del Rio Grande sarà un pericolo per il National Butterfly Center.
Siamo in Texas, dove nel febbraio 2019 un muro alto 9 metri e lungo 33 km verrà costruito lungo le rive del fiume Rio Grande. Cemento e acciaio prenderanno il posto della vegetazione del National Butterfly Center. Parliamo di un’oasi di 40 ettari dove sono presenti più di 200 specie di farfalle selvagge e libere nel loro habitat nativo.
Il motivo di tale scelta? Economico e politico. Nessun giudizio sulla gestione del problema spinoso nonché globale dell’immigrazione clandestina, ma intimidisce e lascia perplessi la violenza che rappresenta un muro alto, che spezza paesaggio, vegetazione, cultura e vite umane.

Peace, love and wall: quest’opera architettonica cosa farà al National Butterly Center?
Nata grazie all’associazione no-profit North American Batterfly Association, (NABA) l’oasi faunistica in pericolo è considerata il giardino botanico più grande degli Stati Uniti, dove è possibile ammirare le farfalle in volo.
Si trova a Mission, in Texas, è aperto tutto l’anno contiene sentieri da esplorare, specie vegetali autoctone, mostre educative, punti di osservazione e un vivaio di piante. Nasce dall’esigenza di educare il pubblico alla biodiversità, ad apprezzare la bellezza del mondo naturale, la meraviglia delle farfalle e a sottolineare il ruolo potente che svolgono nel mantenere ecosistemi sani e risorse alimentari sostenibili.
Innalzare il muro a ridosso del Natioan Butterfly Center vorrebbe dire sradicare un’enorme quantità di habitat nativo, comprese piante ospiti per farfalle, aree di riproduzione e alimentazione per la fauna selvatica; ridurre la terra di terreni percorribili per la ricerca e l’accoppiamento della fauna selvatica; e potrebbe procurare anche inondazioni.

Inoltre l’altezza del muro risulterebbe un’ostacolo insormontabile non solo per le farfalle ma anche per gli uccelli, come il Gufo Pigmeo Ferruginoso presente nel centro e che vola a 3 piedi da terra. Infine, l’illuminazione disturberebbe l’attività vitale, basata su alba e tramonto, della fauna notturna e crepuscolare così come il conseguente aumento del traffico sulla strada che si verrebbe a creare.

La promessa fatta durante la campagna presidenziale di Trump come soluzione all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani e droga negli Stati Uniti sta per essere mantenuta. L’impatto ambientale non sembra essere considerato e gli amici del National Butterfly Center necessitano di un supporto globale affinché le farfalle non vengano sfrattate dal loro habitat nativo e condannate all’estinzione.
