Del problema delle microplastiche presenti nelle feci umane ne abbiamo già parlato.
Il risultato di una recente ricerca firmata dall’Università di Vienna, con il contributo di otto volontari da tutta Europa, ha immediatamente posto l’attenzione sull’aberrante deviazione che sta prendendo la catena alimentare.
Produciamo quantità enormi di plastica che, trovandosi ormai di regola nel mare, nell’acqua che consumiamo, nel sale e soprattutto negli animali come i pesci che abitualmente portiamo sulle tavole, viene restituita inesorabilmente al nostro organismo sotto forma di microparticelle.
Gli effetti sulla nostra salute non sono ancora stati approfonditi, ma in ogni caso non c’è nulla di positivo nello scoprire che, potenzialmente, il 50% della popolazione mondiale potrebbe contenere diversi tipi di plastiche al proprio interno.
In attesa che la ricerca renda ufficiale, con somma speranza, che le microplastiche non siano nocive per i nostri organi interni, auguriamoci di non arrivare prima del previsto a scovare, tra le nostre feci, la presenza di oggetti plastici sempre più ingombranti.