Fast fashion, i nostri jeans stanno danneggiando il pianeta: come informarsi e pretendere denim più sostenibili

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Fast fashion, i nostri jeans stanno danneggiando il pianeta: come informarsi e pretendere denim più sostenibili ultima modifica: 2018-11-23T13:49:18+01:00 da Valentina Tibaldi
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Versatili e pratici, comodi e trendy, inconfondibili e adatti -nelle loro quasi infinite varianti- a tutte le età. I dati lo confermano: i jeans sono indubbiamente fra i capi più indossati di tutti i tempi. Secondo un’indagine interna a Visual Meta, ben il 95% degli intervistati li indossa almeno una volta a settimana, il 21% li lava più del necessario e il 79% li acquista esclusivamente nuovi.

jeans per tutti

Ma perché preoccuparsi delle abitudini di acquisto dei jeans? In che modo queste scelte travalicano i confini del puro interesse statistico per diventare, addirittura, una questione etica? Ebbene, come dimostra nel dettaglio questa infografica di Shopalike, l’acquisto di denim che le tendenze del momento e il basso costo rendono fast fashion comporta conseguenze pesantissime per l’ambiente e la salute. Fare uno sforzo per interrompere questo circolo vizioso è necessario, possibile e quanto mai urgente.

Industria dei jeans fast fashion: quanto pesa sull’ambiente?

Fabbricare jeans è tra le attività produttive che maggiormente danneggiano l’ambiente. Con un inquinamento duplice, che interessa tanto l’aspetto agricolo della produzione quanto quello industriale della lavorazione del pantalone.

Innanzitutto l’industria del cotone è una delle più consistenti al mondo, con circa 23 mila tonnellate metriche prodotte ogni anno. Il cotone è, poi, un raccolto complesso che richiede molta acqua: di per sé un problema su un Pianeta che sempre di più soffre per aridità e scarsità di risorse idriche. Come se non bastasse, per tenere il passo con la domanda e rendere il raccolto più resistente, i produttori ricorrono a pesticidi e prodotti chimici, che vanno a inquinare ulteriormente il suolo e le falde acquifere.

jeans pesticidi

E purtroppo, il problema non si esaurisce sui campi. Per trasformare il cotone grezzo nei jeans che troviamo nelle vetrine dei negozi, si devono eseguire molti passaggi. Primo step: il filo deve essere colorato con un colorante indaco (il classico colore blu), che richiede usi massivi di acqua e prodotti chimici. Inoltre, se un’azienda desidera un look specifico o una finitura particolare sui jeans, le ripercussioni si moltiplicano. Il procedimento più rischioso è lo sbiancamento che, oltre a utilizzare molta acqua, necessita di sostanze chimiche estremamente dannose per i lavoratori che vi entrano in contatto.

jeans trattati

Consumatori responsabili, come pretendere un cambio di rotta

Come invertire, dunque, questo trend negativo? Come innescare un deciso cambio di rotta ed entrare a far parte della rivoluzione della moda sostenibile?

Dall’impiego di metodi di produzione più rispettosi di ecosistemi e risorse, alle tinture naturali, alle tecnologie laser: esistono aziende che si impegnano a utilizzare idee innovative per ridurre il proprio impatto sull’ambiente e sulla salute dei lavoratori.

Di certo la strada è ancora lunga e, nel processo del settore verso la sostenibilità, il consumatore riveste un ruolo di enorme responsabilità.

Da un lato, può informarsi e scegliere consapevolmente marchi locali e meno impattanti. App come Notmystyle o Rankabrand forniscono elenchi di firme trasparenti e green-oriented, che utilizzano cotone organico e materiali riciclati o riciclabili.

jeans scaffali

Dall’altro può adottare alcuni accorgimenti che contribuiscono ad allungare il ciclo di vita del prodotto e ad alleggerire il suo impatto ambientale. Lavare solo quando è necessario è, ad esempio, una norma basica che può fare molto in questa direzione; non avere fretta di gettare via i jeans usati, ma dare loro una seconda vita, è un altra regola d’oro della sostenibilità.

Si tratta di azioni fondate su una buona abitudine chiamata buonsenso. Semplici, ma in grado di donare al consumatore un potere enorme: quello di muovere gli equilibri tra domanda e offerta e pretendere, così, che le aziende di abbigliamento di tutto il mondo si impegnino a fare meglio, ogni giorno di più.

Fast fashion, i nostri jeans stanno danneggiando il pianeta: come informarsi e pretendere denim più sostenibili ultima modifica: 2018-11-23T13:49:18+01:00 da Valentina Tibaldi
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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

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