Hands Off the Antarctic. Giù le mani dall’Antartico! Thom Yorke, leader storico dei Radiohead, ha deciso di comunicare così il suo sostegno alla campagna di Greenpeace per la tutela dell’Oceano Antartico. Un titolo deciso ed esplicito, per ribadire a gran voce la necessità di proteggere un ecosistema così prezioso, ma anche così a rischio.
Ricorrendo alla sua arma preferita, la musica, lo scorso 16 ottobre il musicista britannico ha presentato la sua canzone a Londra, durante un evento organizzato da Greenpeace in cui il Marble Arch ha fatto da sfondo per la proiezione di immagini 3D raffiguranti le aree protette.
Le note di Hands Off the Antarctic, un brano strumentale dal forte potere evocativo, accompagnano in un video le sequenze in bianco e nero di paesaggi e fauna selvatica dell’Antartide che Greenpeace ha raccolto nell’ambito di una spedizione di ricerca durata diversi mesi.
L’impegno di Greenpeace punta a realizzare in Antartide un’area protetta di 1,8 milioni di chilometri quadrati nel Mare di Weddell, un luogo ricco di biodiversità che per vastezza è cinque volte più esteso della Germania. L’habitat, popolato da pinguini, balene, foche ed altre specie, rischia di essere minacciato dai cambiamenti climatici e dalle attività umane in aumento, come la pesca, responsabile di gravi danni alla catena alimentare locale.
“Ci sono molti posti su questo Pianeta che sono destinati a restare puri e selvaggi, e a non essere distrutti dal passaggio dell’umanità”, ha dichiarato Thom Yorke a proposito di Hands Off the Antarctic. “Questo brano parla del bisogno di fermare la marcia incessante di questo passaggio”.
Due milioni di persone in tutto il mondo, tra cui lo stesso musicista e l’attore premio Oscar Javier Bardem, hanno aderito all’appello di Greenpeace per salvaguardare l’Antartico attraverso la realizzazione di un santuario marino. Un obiettivo di estrema importanza che assicurerebbe la dovuta protezione ad uno spazio naturale unico nel suo genere, che rischia di essere contaminato e sterminato. “L’Antartide è una vera e propria terra selvaggia”, ha aggiunto Yorke, “ciò che accade laggiù riguarda tutti noi. Ecco perché dovremmo proteggerla”.
La proposta, grazie alla spinta collettiva dei sostenitori di Greenpeace, è finita sul tavolo dei governi, riuniti in Tasmania in occasione della Commissione sull’Oceano Antartico, con la speranza di ricevere un riscontro positivo in vista di un’eventuale messa in pratica del progetto.
Ogni giorno, meravigliosi ecosistemi, e con loro le specie che li abitano, rischiano di soccombere a causa dell’impronta umana. Una questione di cui si parla sempre troppo poco e che dovrebbe essere, invece, all’ordine del giorno.
L’Antartide non ha voce, come ha spiegato la rappresentante di Greenpeace Frida Bengton. Sta a noi, dunque, farci sentire e portare all’attenzione della società e delle istituzioni la sua causa, così come quelle di altre preziose zone a rischio. Ognuno con i mezzi che ha, persino con le toccanti note di una bella canzone come Hands Off the Antarctic.
Con la sua splendida composizione, Thom Yorke è riuscito con grande sensibilità a far parlare l’Oceano, a farci ascoltare il suo canto, una disperata richiesta di aiuto che soltanto noi possiamo accogliere.