Agrumi, liquirizia, caffè e funghi sono alcuni degli ingredienti per la realizzazione di rivoluzionari tessuti. Elementi naturali come alternative sostenibili nell’industria della moda. Abiti, scarpe e accessori green style il trend presente e futuro.
La sensibilità dell’uomo verso l’ambiente e la consapevolezza della necessità di un cambiamento, scende in passerella e lo fa in grande stile. Nel panorama internazionale l’Italia è presente con realtà consolidate e nuove start-up sia nella produzione di tessuti realizzati con fibre naturali, sia con la creatività di stilisti sempre più sensibili. Imprenditori, produttori, fornitori e stilisti si confrontano per trasformare il mondo della moda in una cura dell’ambiente a tuttotondo?
La Natura va di moda. I protagonisti del fashion sotto i riflettori: lo stilista

Un esempio virtuoso è Tiziano Guardini, lo stilista della natura. Il suo contributo alla sostenibilità nel settore della moda è ormai una certezza e la conferma che è possibile il connubio tra natura e fashion. Proponendo la giacca “aghi di pino” nel 2012 fa il suo ingresso nel mondo della moda sostenibile. Con un tessuto non tessuto fatto di aghi di pino, corteccia, radici e rafia, sapientemente intrecciati a mano, presenta la sua filosofia: una moda sostenibile e non violenta.
Veste una donna contemporanea in armonia con la natura tra Roma, Milano, Londra e il resto del mondo. Iniziative come Fashion for Forest and Forest for Fashion e Fashion Revolution Day, svolta quest’anno nella città di Torino, lo vedono protagonista e, riconoscimenti come il premio “Franca Sozzani GCC Award for Best Emerging Designer” confermano la giusta via intrapresa. Sua la ricerca della seta non violenta non rinuncia al prezioso tessuto e preserva la vita della farfalla.

Dal 21 aprile fino a gennaio 2019 lo stilista è presente al Victoria & Albert Museum di Londra con un abito in seta cruently free prodotto da Vegea, in una mostra che ripercorre cinque secoli di moda e natura. Dall’avorio alle pellicce, dall’abuso dell’acqua alle fonti di inquinamento dell’industria tessile, fino alle proposte per un futuro green da parte degli addetti ai lavori: Fashioned from Nature.
La natura va di moda. Agrumi, radici di liquirizia, uva e funghi: del cibo non si butta nulla, gli scarti alimentari ci vestono
Alla pelle ottenuta dall’uva e dagli scarti della produzione del vino, si affianca la nuova pelle vegetale realizzata con le fibre dei funghi, che a differenza della pelle sintetica è totalmente biodegradabile. Fondi del caffè e gomme da masticare riciclate per produrre scarpe, la moda ha cambiato abito e non sembra essere una moda passeggera bensì un cambio di stagione. La stagione del rispetto della vita. L’industria della moda che ha contribuito negli anni ha danneggiare l’ambiente, oggi con estro si impegna nella ricerca di alternative naturali.

La Natura va di moda: l’industria etica e sostenibile italiana
Insieme a Orange Fiber, l’azienda siciliana creatrice di un tessuto realizzato esclusivamente con le arance, nascono nuove interessanti realtà made in Italy. Mentre Orange Fiber con un filato innovativo risolve il problema dello smaltimento degli scarti all’industria dei succhi di agrumi, una moda etica e sostenibile per il brand Indetail, insieme all’ambiente tutela i lavoratori in un settore industriale dove non vi sono garanzie.
La natura va di moda: economia circolare per il mare

Emersum libera dai rifiuti il mare e li trasforma in prodotti. É un progetto italiano aperto a chiunque voglia collaborare non una filiera produttiva esclusiva di un brand.Una rete composta da associazioni, pescatori, club di diving ed imprese che recuperano e trasformano i rifiuti dispersi in mare così come si impegnano nella raccolta dei rifiuti in strada e nei fiumi per evitare che poi finiscano in mare. Peculiarità di Emersum, certificata Oeko-Tex, come racconta il fondatore Daniele Biscontini, è la garanzia della tracciabilità del rifiuto.

Trasformare i rifiuti marini in bikini è stata la sua idea di economia circolare. L’azienda romana di costumi da bagno, Hooplà Beachwear , nel 2016 ha presentato per Emersum la prima collezione di costumi da bagno dove in etichetta viene riportato il punto esatto nel mare dove i rifiuti sono stati raccolti e quanto è stato riciclato per realizzarlo.
La natura va di moda: elementi naturali, molto spesso di scarto, con l’aiuto della tecnologia e la creatività degli stilisti sfilano in passerella. Ma riempiono gli armadi?
Senza dubbio è in atto un cambiamento anche nel settore della moda, dall’uso di abbellire gli indumenti con animali veri si è passati alla natura come ispirazione per cromie e linee per poi giungere al riuso della plastica. Tuttavia dalla nicchia del lusso al prêt-à-porter la strada è ancora lunga.
La moda economica presenta sul mercato linee sostenibili nonostante ciò sono ancora poche le aziende e pochi i prodotti in possesso di certificazione Global recycle standard. Aspettando il Green Carpet Fashion Awards 2018 che si terrà il 23 settembre durante la Fashion Week per ammirare le collezioni proposte dei noti brand nazionali e internazionali, si riflette sulla reale trasparenza da parte delle aziende produttrici.

Le previsioni per il futuro parlano di un consumatore attento, che legge l’etichetta come criterio d’acquisto, interessato ai materiali, alla provenienza e alla qualità del lavoro della manodopera. La natura va di moda. Questo fa ben sperare che gli investimenti nell’industria della moda puntino al green style, se non per etica, almeno per profitto.

Non posso che condividere … ammirazione e speranza per un buon futuro. Grazie