Il messaggio di Everest Green per ripulire il Pianeta: se lo puoi fare in cima al mondo puoi farlo ovunque. Il trattamento dei rifiuti è un problema universale.
Il bianco dei ghiacciai che sfuma nel cielo rapisce e toglie il fiato: impattante. L’Everest, dove il silenzio stordisce e racconta. Everest Green è la cronaca di una spedizione, avvenuta nella primavera del 2017, di 10 guide sherpa partite per ripulire le pendici dell’Everest dai rifiuti.
Attraverso gli occhi dell’avventuriero regista Jean-Michel Jorda, la sensibile fotografia di Robi Pogorzelski e le magiche riprese del cameraman Simon Bourrat, alla guida del drone.
Tra la natura non più incontaminata della montagna, la bellezza di un popolo e la discarica a cielo aperto di Kathmandu, Everest Green è un viaggio che mostra soluzioni, non una sterile critica al turismo occidentale.
Prodotto da Block 8 Production & JPL Productions in associazione con Ushuaïa Tv, con il contributo dell’associazione umanitaria Montagne et Portage, Everest Green è stato inserito nella programmazione del Trento Film Festival del 30 aprile scorso.
Everest Green: la visione di un Eco-Everest
La montagna con il suo fascino e i suoi pericoli, prima risorsa di un popolo tra i più pacifici, dove a sorridere sono gli occhi. Nella povertà estrema, l’armonia dei volti si staglia e in un vortice di colori e profumi una voce narrante guida tra le vie di Kathmandu, dove tradizioni e rifiuti si mescolano nello smog.
La musica, via via più incalzante, guida e segue lo spettatore che non è lontano, è lì che riprende lui stesso il percorso. Laetitia Pansanel Garric ha curato la colonna sonora contribuendo in modo notevole al suggestivo viaggio, tanto quanto le immagini. Luci e ombre trasmettono la maestosità della vetta, il senso di appagamento di chi la raggiunge e scopre la sacralità dell’Himalaya oltre la montagna. Le voci narranti che si alternano, non tutte con lo stesso risultato, raccontano l’avventurosa spedizione e il fascino del popolo nepalese.
Dall’arrivo al primo campo base, dove cuochi, medici e guide sherpa preparano attrezzatura e provviste per la grande avventura, al rituale propiziatorio nepalese prima della partenza notturna: via tra le lastre di ghiaccio, piccone alla mano a liberare la natura dal passaggio dell’uomo.
Non solo rifiuti, ma condivisione minuto per minuto di come sia gratificante pulire il Pianeta. Se è possibile con il freddo e la carenza di ossigeno a 8848 metri di altezza, con lo zaino in spalla colmo di spazzatura, è facile ovunque. Volontà e buon esempio rendono Everest Green più di una piacevole visione, per gli amanti della montagna e non solo.
Everest Green: forza e follia. Perché scalare la vetta più alta della Terra mettendo a rischio la propria vita sugli impervi ghiacci?
Decontaminare l’Everest è una missione che nasce dal desiderio di preservare una montagna meravigliosa presente sul Pianeta e indirizzare al contempo verso un alpinismo responsabile. L’esigenza nasce in quanto oggi l’Everest è un’enorme montagna di spazzatura.
La plastica non scompare mai e ritorna ora. Sessanta anni fa il Nepal era un regno chiuso agli stranieri, pochi si avventuravano e non portavano indietro nulla, lo gettavano nei crepacci pensando che sparisse nella natura, ma la regola era: una missione, una stagione, una via.
Oggi il problema sono i numeri. Per arrivare in cima all’Everest si può procedere dal Nepal così come dal Tibet. Vengono rilasciati molti permessi in quanto costituiscono un’enorme entrata economica e ovviamente gli organizzatori turistici di tutto il mondo tentano di avere più turisti possibili. Raggiungere la vetta più alta e impervia del mondo è turismo o alpinismo?
Everest Green fotografa la grave situazione dei rifiuti domestici a Kathmandu, considerata la città più inquinata del Pianeta dove le strade vengono pulite solo se turistiche. Ogni giorno si generano 570 tonnellate di rifiuti e il 70% di queste vengono scaricate nella natura.
Il regista illumina insieme l’altro volto della città: strade colorate di turisti alla ricerca del nirvana, attratti dalla meditazione e dalle tradizioni locali. Gli amanti della montagna e il sano ottimismo delle giovani generazioni in una area da preservare, come il resto della Terra, con un gesto forte come la spedizione condivisa.
Everest Green partecipa nella sezione Concorso Internazionale One Hour della 21esima edizione di CinemAmbiente. Per il pubblico del Festival, il documentario sarà in proiezione sabato 2 giugno 2018, alle ore 20:00, presso il Cinema Massimo di Torino. Al termine della proiezione, incontro con Enrico Camanni.