Ferrovie dello Stato e Banca Etica sono d’accordo: è giunta l’ora di dare nuova vita alle stazioni impresenziate. Come? Riqualificandole e destinandole a progetti virtuosi a sfondo sociale e culturale. L’intesa, infatti, rappresenta un’opportunità imperdibile per mettere in pratica iniziative di rigenerazione territoriale utilizzando i principi della finanza etica. Una finanza attenta, cioè, alla sostenibilità socio-ambientale da un lato, e alla sostenibilità economica dall’altro.
450 stazioni impresenziate a disposizione di enti locali e associazioni
Le stazioni coinvolte dall’accordo sono 450 tra scali e linee ferroviarie abbandonate, e sono sparse su tutto il territorio italiano. Sono luoghi da tempo deserti e ormai senza scopo. Sono edifici che modifiche nel piano dei trasporti nazionali, scelte aziendali tese al risparmio o un’incalzante tecnologia hanno svuotato del loro significato. E così, questi spazi vengono messi a disposizione, in comodato d’uso, a fondazioni, associazioni ed enti locali con buone idee di recupero.
In particolare, Ferrovie dello Stato usufruirà del supporto di Banca Etica per la selezione dei destinatari degli edifici. Fornirà, altresì, le linee guida per usufruire dei servizi finanziari del partner bancario.
Banca Etica, d’altro canto, favorirà la raccolta fondi per sostenere i progetti attraverso bandi specifici sul proprio network di crowdfunding. Promuoverà, inoltre, eventi culturali per presentare le varie iniziative e offrirà servizi creditizi e bancari integrati.
Come presentare i progetti
Per conoscere la lista delle stazioni impresenziate messe a disposizione, così come le modalità e i tempi per partecipare al bando, è necessario attendere ulteriori aggiornamenti. “A breve” promette Banca Etica “pubblicheremo i dettagli operativi nel sito”.
Progetti virtuosi, realtà sul territorio
Nel frattempo, perché non cercare l’ispirazione fra i tanti casi di rigenerazione già messi in atto? Il recupero delle stazioni impresenziate in Italia è, infatti, già iniziato da tempo.
Nel volume “Stazioni impresenziate, un riuso sociale del patrimonio ferroviario”, pubblicato da Ferrovie dello Stato a marzo 2018, è presente una carrellata di iniziative virtuose già diventate realtà.
Si sono voluti raccontare 88 casi di riuso degli immobili, situati in ben 18 regioni, che possono fungere da esempio. Le attività svolte negli impianti ferroviari sono state raccolte per semplicità di consultazione in quattro categorie. “Arma, polizia municipale e protezione civile”, “aggregazione, cultura e sport”, “promozione del turismo e protezione dell’ambiente”, “tutela dei diritti e solidarietà” le macroaree individuate.
Quel che ci si attende dall’accordo fra Ferrovie dello Stato e Banca Etica è, in buona sostanza, un’accelerazione del numero di siti da destinare a riuso. Motore per velocizzare il processo, la volontà di tenere fede all’obiettivo del piano di impresa 2017-2026 di FS, che ha inserito il riutilizzo sociale del patrimonio dismesso fra i must-do per il futuro prossimo.
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