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Lo scandalo Volkswagen sembrava chiuso, invece no. Sospeso manager per test sugli umani

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Lo scandalo Volkswagen sembrava chiuso, invece no. Sospeso manager per test sugli umani ultima modifica: 2018-02-15T08:00:22+01:00 da Mariangela Campo
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Lo scorso 30 gennaio la Volkswagen ha sospeso Thomas Steg, il responsabile per la sostenibilità e le relazioni esterne dell’azienda, almeno finché non si capirà di più riguardo ai test su animali ed esseri umani che sta travolgendo il colosso automobilistico tedesco.

La Volkswagen aveva già fatto molto parlare di sé per lo scandalo dieselgate, fornendo le sue auto – circa undici milioni di automobili in tutto il mondo – di un sistema che rilevava quantità molto minori di inquinamento dell’aria rispetto a quelle reali, in modo da far superare ai veicoli i test sulle emissioni di biossido di azoto nell’aria. Ora è emerso che il colosso ha finanziato esperimenti sia su animali sia su esseri umani, facendo respirare loro per ore i fumi di scarico delle auto.

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Lo scandalo della Volkswagen sembrava concluso, e invece è caduta di recente la prima testa

Esperimenti documentati alla lobby automobilistica

Gli esperimenti sono stati commissionati dal Gruppo europeo di ricerca per l’ambiente e la salute del settore trasporti (EUGT), azienda finanziata da Volkswagen, BMW e Daimler.

La Volkswagen ha dichiarato che si è trattato di un malinteso con un piccolo team interno, e che gli esperimenti non rispecchiano l’etica della compagnia tedesca.

Tuttavia, gli esperimenti ben documentati dimostrano il contrario. Infatti, prima che i risultati di questi esperimenti si diffondessero presso la stampa, erano stati presentati ai dirigenti della Volkswagen, di BMW e a quelli di Daimler: tutti membri dell’EUGT, la lobby automobilistica che, dopo la diffusione dello scandalo, si è sciolta nel 2017.

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La compagnia automobilistica tedesca ha finanziato esperimenti su esseri umani, oltre che su animali

Gli esperimenti su animali ed esseri umani

Nel 2015 gli scienziati del Lovelace Respiratory Research Institute (LRRI), con sede in New Mexico, hanno chiuso 10 scimmie Java in piccole camere stagne per quattro ore. Gli animali sono rimasti tranquilli a respirare fumi di scarico diesel di un Maggiolino Volkswagen perché guardavano dei cartoni animati.

In un secondo momento, invece, le stesse dieci scimmie sono state chiuse in una camera per respirare i fumi di scarico di una Ford F-250, un modello più vecchio del Maggiolino. La dimostrazione serviva a evidenziare come le più recenti tecnologie avessero diminuito le emissioni di fumi tossici nell’aria, mentre sappiamo bene che le auto erano state semplicemente manomesse.

Alla fine le scimmie, dopo essere state anestetizzate e intubate, sono state sottoposte ad analisi accurate: il loro sangue è servito per essere esaminato attraverso marcatori infiammatori, come anche polmoni e bronchi.

La stampa tedesca ha inoltre riferito che esperimenti del genere sono stati condotti anche su 25 giovani e sani esseri umani.

Gli esperimenti sono stati eseguiti presso un istituto della clinica universitaria di Aquisgrana e hanno coinvolto il gruppo di 25 giovani, che ha respirato ossido nitrico in concentrazioni diverse. Dopo di che sono stati esaminati fisicamente per valutare gli effetti dei fumi di scarico sull’organismo umano.

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Gli scienziati tedeschi dell’università di Aquisgrana difendono gli esperimenti condotti sugli esseri umani

Gli scienziati tedeschi difendono gli esperimenti

Il team di scienziati dell’Università di Aquisgrana ha dichiarato che non c’è stato nessun rischio per la salute delle 25 persone sottoposte all’esperimento.

Secondo gli studiosi, le emissioni velenose sarebbero state talmente basse da non provocare alcun danno all’apparato respiratorio di un essere umano.

Questa la dichiarazione di Thomas Kraus, il direttore della clinica ospedaliera dell’Università Tecnica di Aquisgrana:

«La concentrazione di ossidi di azoto ai quali 25 individui sono stati esposti per il tempo di 3 ore era trascurabile, e insufficiente a generare danni all’organismo. Ai fini dello studio sono stati impiegati strumenti ipersensibili volti a individuare possibili reazioni respiratorie in seguito all’esposizione prolungata a determinati agenti chimici. Reazioni del sistema immunitario misurabili scientificamente, ma immediatamente reversibili e lungi dal provocare conseguenze durature».

Sempre secondo gli studiosi dell’Università tedesca, i test non sarebbero stati fatti per misurare la quantità di sostanze tossiche nei motori diesel, ma per salvaguardare la salute degli operai sul posto di lavoro.

Siamo esseri (dis)umani

Gli esperimenti umani implicano riflessioni etiche: anche accettando per buone le affermazioni degli scienziati tedeschi, secondo cui le dosi di agenti chimici dannosi all’organismo, fatte respirare ai 25 giovani, erano minori di quelle previste per legge, non ci si può non porre alcune domande.

Queste persone, consapevoli di respirare gas dannosi per la loro salute, hanno comunque accettato di sottoporsi all’esperimento. Perché? Per ricevere un compenso.

Venticinque giovani sani, evidentemente in difficoltà e quindi deboli, hanno scelto di fare del male al proprio organismo per ricevere in cambio un compenso.

Per non parlare poi degli esperimenti sugli animali, che sono esseri viventi non in grado di decidere se sottoporsi o meno a simili soprusi.

Ma è davvero necessario agire in questo modo al fine di testare la tossicità dei fumi di scarico di un’automobile? Quando siamo diventati esseri così disumani? Ci auguriamo che la legge possa fare chiarezza e che la giustizia faccia il suo corso.

Lo scandalo Volkswagen sembrava chiuso, invece no. Sospeso manager per test sugli umani ultima modifica: 2018-02-15T08:00:22+01:00 da Mariangela Campo
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Classe 1981, siciliana di origini e lombarda di adozione. È giornalista pubblicista, scrive per diverse testate online, svolge dei laboratori di giornalismo digitale nelle scuole medie ed elementari. Ha due bambini che le hanno insegnato a vivere green e a voler diffondere le buone pratiche della sostenibilità ovunque, soprattutto attraverso la scrittura. Ha studiato lettere, specializzandosi in scienze linguistiche italiane, perché è sempre stata convinta che solo imparando a parlare e a scrivere correttamente si possono diffondere messaggi che non si fraintendano. Ama leggere storie ai suoi figli e scovare sempre nuovi libri.

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