Vi avevamo parlato di Mes Aynak, sito archeologico afgano di inestimabile valore storico, artistico e culturale. Vi avevamo riportato come una miniera estrattiva cinese ne minacciasse l’esistenza. Vi avevamo riferito come Saving Mes Aynak, documentario di Brent E. Huffman premiato a CinemAmbiente 2015, fosse diventato un baluardo in difesa del sito.
Mes Aynak, due anni dopo
A due anni di distanza, dopo una strenua lotta contro il tempo e ripetuti tira e molla con l’Unesco per ottenere il riconoscimento del luogo, pare giungere una buona notizia. Dallo scorso 14 ottobre la stessa Unesco è ufficialmente coinvolta nella tutela e nella conservazione delle scoperte archeologiche. Il prof. Mohammad Rasoul Bawari, vice ministro degli affari culturali e ministro dell’informazione e della cultura ha infatti incontrato a Kabul il rappresentante dell’Unesco in Afghanistan Patricia Mcphillips. Secondo l’Agenzia Statale afgana, l’intesa prevede che l’organizzazione delle Nazioni Unite assista il Ministero dell’informazione e della cultura nella documentazione delle reliquie di Mes Aynak e dei suoi scavi nei prossimi tre anni.
Intervenendo durante la cerimonia, il professor Bawari ha sottolineato come l’obiettivo comune delle due parti sia la salvaguardia delle reliquie di Mes Aynak. In una formula che, tuttavia, non ostacoli lo sviluppo economico dell’area. Come far convivere queste due condizioni?
Abbiamo chiesto un commento sulla notizia a Brent E. Huffman, regista del già citato documentario e professore alla Northwestern University.
“La campagna di sensibilizzazione per il documentario Saving Mes Aynak ha ottenuto alcune importanti vittorie durante gli scorsi mesi. Mentre il sito si trova ancora sotto la minaccia dell’industria mineraria, gli scavi sono sono stati rinviati proprio grazie alla campagna che sottolinea l’importanza del sito archeologico”.
Ecco qualche esempio. “Il governo cinese ha recentemente destituito il capo dell’MCC (la compagnia estrattiva di proprietà del governo Cinese) tanto dall’azienda quanto dal Partito Comunista con l’accusa di corruzione. Ora l’UNESCO ha annunciato che sovrintenderà agli scavi e alla preservazione dei manufatti durante i prossimi tre anni, in collaborazione con il governo Afgano. Quindi, se da una parte non proclama Mes Aynak un Sito Patrimonio dell’Umanità, per lo meno sta collaborando per far sì che i manufatti non siano saccheggiati e adeguatamente preservati. E, si spera, aiuterà nell’organizzazione della caotica situazione che si registra sul luogo degli scavi archeologici”.
E’ sufficiente? Probabilmente no. E’ un primo passo? Finalmente sì. Nel frattempo, diffondere consapevolezza nell’opinione pubblica in merito alla situazione di Mes Aynak sembra essere la via più proficua.
Come salvare Mes Aynak
A questo proposito, ci informa Brent Huffman: “Saving Mes Aynak ora può essere visto su Netflix, iTunes, Amazon e VHX. Abbiamo anche creato del materiale scritto che può essere utilizzato nelle scuole. A questo link, a disposizione di tutti, si possono inoltre trovare una Guida di Discussione e un Report di Impatto. Si trovano inoltre suggerimenti su come ciascun individuo, a livello personale, può essere coinvolto per contribuire a salvare Mes Aynak”. Per chi si stesse chiedendo se può fare qualcosa in prima persona, dunque, ecco la risposta.