Incendi in Piemonte

Incendi in Piemonte, un disastro naturale e sociale. Ultimi aggiornamenti e cause

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Incendi in Piemonte, un disastro naturale e sociale. Ultimi aggiornamenti e cause ultima modifica: 2017-10-29T19:07:17+01:00 da Davide Mazzocco
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Giorni e giorni di incendi incontrollati in Valsusa, a Cantalupa e Cumiana, in Valle Orco, in Valchiusella, nelle valli cuneesi e nelle province del Piemonte Orientale. In Valsusa il fuoco si è scatenato domenica a Rubiana e nell’oasi xerotermica di Foresto, una delle più importanti riserve naturali del Piemonte.

Come vi abbiamo già spiegato quest’estate, nell’approfondimento dedicato all’incendio di Pedrógão Grande, un rogo di vaste proporzioni, indipendentemente dalla dolosità dell’innesco, è sempre un concorso di cause.

Le particolari condizioni climatiche dell’ottobre più secco che il Piemonte ricordi, la siccità, le temperature sopra la media e i forti venti hanno fatto propagare le fiamme che domenica 22 ottobre sono entrate nel vallone di Falcimagna e ne hanno distrutto il bosco.

incendi in Piemonte
Incendi in Piemonte

Abbiamo raccolto la testimonianza di Stella Deserto che si trovava con il marito a Falcimagna domenica scorsa: “Domenica abbiamo seguito l’evoluzione dell’incendio che da piccolo focolaio su pendio erboso è salito verso Balmafol da Chianocco, alimentato da un forte vento. Noi eravamo sottovento, ma una volta scavallato il crinale il fuoco è sceso nella nostra vallata e, progressivamente, è salito in serata vicino alla borgata. Noi siamo andati via, ma un nostro vicino ha lavorato con i pompieri tutta la notte per arginarlo”.

Grazie all’intervento dei pompieri e allo sforzo dei proprietari delle case di Falcimagna i danni sono stati limitati: “Solo una casa ha il balcone bruciato, ma il bosco è distrutto. I caprioli adesso si avvicinano per avere da mangiare. La nostra vicina prende verdura di scarto per loro. La zona dell’oasi xerotermica con specie endemiche è stata gravemente danneggiata”.

Lunedì 23 ottobre il rogo sembrava essere entrato in una fase quiescente ma le fiamme hanno trovato aree boschive ancora verdi e sono così riuscite a entrare nel vallone del Rocciamelone.

Il vento ha continuato a soffiare sulla Valsusa e in altre valli del torinese. Il rogo che ha coinvolto Cumiana e a Cantalupa ha fatto una vittima: il ventisettenne Alberto Abrile, morto per un attacco cardiaco mentre tentava di proteggere il bosco di famiglia dalle fiamme.

incendio valsusa
Incendi in Valsusa

Guendalina Tondo ha aperto la pagina Facebook Appello incendi in Piemonte“Le prime fiamme sono state viste martedì 17 ottobre nei boschi a ovest di Cumiana. Dopo una fase in cui l’incendio sembrava essersi spento, domenica 22 ottobre il fohn ha fatto ripartire le fiamme che alle 6.40 di martedì scorso sono arrivate sulla cresta sopra casa nostra, in località Martinetto. Contrariamente a quanto è stato detto dal presidente regionale Sergio Chiamparino il fuoco non è mai stato domato. Molto semplicemente i roghi si sono spenti laddove non rimane più nulla da bruciare”.

Quando Guendalina ha chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco le è stato risposto che non vi erano mezzi disponibili per l’intervento: “A salvare la situazione sono stati i volontari dell’AIB, mentre al numero unico per le emergenze  hanno sempre risposto ai miei appelli dicendomi che il fronte del fuoco era troppo vasto e non c’erano forze sufficienti per gestirlo. Per giorni non si sono visti che due mezzi aerei, ora ne vedo molti, segno evidente che i velivoli c’erano ma la situazione è stata sottovalutata”.

A Traversella i primi roghi sono stati innescati alle ore 23 di martedì scorso e altri focolai di origine dolosa sono stati innescati mercoledì mattina, prima dell’alba: “Il fronte dell’incendio si è allargato dal confine con Qunicinetto fino ai Piani di Cappia e al canalone che porta in Valle d’Aosta – spiega il sindaco Renza Colombatto -. Attualmente è difficile fare una stima precisa dell’area boschiva bruciata, ma verosimilmente dovrebbero essere arsi fra i 200 e i 300 ettari di foresta. Tantissime borgate sono state minacciate dalle fiamme, ma grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, dei volontari dell’AIB e dei proprietari sono stati scongiurati danni alle abitazioni”.

Per molte ore il vento e il fumo non hanno permesso di intervenire, ma Colombatto sottolinea come strade e sentieri, anche di recente realizzazione, abbiano fatto da tagliafuoco evitando che i roghi dilagassero arrivando fino ai centri abitati: la borgata di Succinto, per esempio, è stata salvata da una strada sterrata che ha fatto da tagliafuoco.

Tommaso Sansone di The Submarine ha mappato i roghi attivi in Piemonte fornendo il quadro generale degli incendi scoppiati fra il 22 e il 27 ottobre.

La situazione continua a essere fuori controllo: nel pomeriggio di sabato 28 ottobre le fiamme continuavano ad ardere nel bosco di Mompantero.

L’assenza di umidità nel terreno, le temperature superiori alla media stagionale e le foglie secche cadute dagli alberi nelle ultime settimane creano le condizioni ideali per il propagarsi delle fiamme.

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Incendi in Valsusa

Nei giorni precedenti gli incendi si era già ventilata l’ipotesi di portare l’acqua con le autobotti in alcuni comuni del torinese e i roghi non hanno fatto altro che rendere più difficile la situazione, tanto da spingere il presidente della regione Sergio Chiamparino a chiedere lo stato di emergenza.

Le cause degli incendi sono dolose. Diverse testimonianze riferiscono di persone che avrebbero appiccato le fiamme alle sterpaglie e ai rifiuti e la magistratura è già al lavoro. Ma accanto agli inneschi dolosi e alle particolari condizioni ambientali e climatiche, occorre citare anche le responsabilità economiche e politiche. Da decenni le decisioni di politica economica favoriscono l’abbandono delle aree rurali e montane e, di conseguenza, l’incuria delle foreste. In un sottobosco pulito le fiamme si propagano con maggiore difficoltà ed è più facile per le forze di intervento circoscrivere i roghi.

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Incendi in Valsusa

C’è una decisione politica presa dal Governo Renzi che sta pesando in questa eccezionale stagione di incendi: dal 1° gennaio 2017 il Corpo Forestale è stato inglobato nell’Arma dei Carabinieri. È una coincidenza che nel 2017 l’area boschiva bruciata in Italia sia stata quattro volte superiore alla media annua 2008-2016? 136.184 ettari di bosco arsi nel 2017 contro i 34.035 ettari della media 2008-2016, una superficie, quella persa quest’anno, superiore a quella della Provincia di Novara.

In una nota pubblicata negli scorsi giorni il presidente di Pro Natura Piemonte,  Mario Cavargna, ha sottolineato il vuoto lasciato dall’assorbimento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri: “I Vigili del Fuoco hanno fatto e fanno un ottimo lavoro, ma la gestione degli incendi boschivi, cioè il loro controllo affinché non si verifichino determinate situazioni di pericolo e si salvaguardi il patrimonio forestale e ambientale, non è il loro lavoro o, perlomeno, quello di cui possono avere la direzione. Questo era il compito del Corpo Forestale dello Stato, ora assorbito nell’Arma dei Carabinieri con altri incarichi. La Forestale sapeva gestire i movimenti degli incendi boschivi, in stretta collaborazione con le squadre di volontari AIB (Anti Incendi Boschivi) presenti in quasi tutti i comuni montani, e conosceva la mappatura delle aree boscate dove il fuoco poteva alimentarsi e poi travalicare, con effetti incontrollabili e devastanti. Gli effetti di questa assenza si sono visti in questa circostanza: il fuoco è lentamente avanzato controvento per oltre quattro chilometri e non è parso sia stata percepita adeguatamente la possibilità che ciò potesse avvenire”.

Gli incendi boschivi si contrastano con la conoscenza del territorio, con la prevenzione dei rischi e un attento monitoraggio.

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Incendi in Valsusa Piemonte

Quando le fiamme saranno finalmente spente bisognerà fare i conti con un problema probabilmente ancora più grave: quello della tenuta dei versanti rimasti privi della vegetazione che assicura il terreno. In caso di forti o persistenti piogge il rischio idrogeologico sarà altissimo.

Sottovalutati dalla politica e dai media mainstream, gli incendi dell’ultima settimana sono una pesante eredità per il territorio piemontese: quando il fumo si sarà diradato la politica dovrà fare la sua parte prendendo provvedimenti affinché disastri di questo genere non possano ripetersi.

[Foto | Facebook Corpo AIB Piemonte]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

1 Commento

  1. Vorrei far notare che considerare tra le cause del disastro anche l’aver passato i forestali sotto i carabinieri equivale ad insinuare che questa volta i forestali (forse perché carabinieri?) non hanno fatto il loro dovere. O peggio…..

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