Cambiamento climatico e criminalità, come cambia la società

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Cambiamento climatico e criminalità, come cambia la società ultima modifica: 2017-10-03T08:00:38+02:00 da Alessia Telesca
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Sono molteplici le conseguenze del cambiamento climatico, effetti di un processo vorticoso e inarrestabile avviato dall’uomo.

Sono in molti a pensare che il cambiamento climatico agisca soltanto sulla natura, intesa in senso letterale come un meraviglioso agglomerato di piante e coltivazioni, minacciate da temperature sempre più alte e terreni sempre più secchi, mentre è anche l’uomo, come tutti gli animali del mondo, a subire delle variazioni comportamentali.

Uno studio pubblicato sul Journal of Urban Health ha, infatti, dimostrato una correlazione tra l’aumento delle temperature e la criminalità.

Cambiamento climatico e criminalità (fonte: drexel.edu)
Cambiamento climatico e criminalità (fonte: drexel.edu)

Cambiamento climatico e criminalità

Gli statunitensi Leah Schinasi e Ghassan Hamra dell’Università di Drexel hanno pubblicato sul Journal of Urban Health lo studio A Time Series Analysis of Associations between Daily Temperature and Crime Events in Philadelphia, Pennsylvania, un lavoro complesso e articolato per osservare il legame tra clima e criminalità.

Studiando i dati raccolti in dieci anni, nel periodo dal 2006 al 2015, hanno evidenziato come la violenza e la criminalità aumentino con temperature giornaliere maggiormente alte.

I dati hanno mostrato maggiori livelli di criminalità nei mesi e nei giorni più caldi, da maggio a settembre. Nei mesi più freddi la corrispondenza è stata ancora più evidente, poiché nei giorni di temperature vicine ai 70 gradi Fahrenheit, ovvero 21° C, è stata registrata una percentuale di crimini violenti più alta del 16% e del 23% per disordini.

Variazioni di temperatura e criminalità (fonte: drexel.edu)
Variazioni di temperatura e criminalità (fonte: drexel.edu)

Variazioni di temperatura

Lo studio di Schinasi e Hamra ha osservato poi la variazione delle temperature rispetto alle medie stagionali. Ad esempio, nei mesi più freddi, i giorni con una temperatura di 55 gradi Fahrenheit, o 12,7° C, più alti rispetto alla media stagionale registravano un tasso di criminalità maggiore del 7%.

Secondo gli studiosi, i dati ottenuti sono spiegabili dalla logica sociale, poiché «quando le temperature sono estremamente fredde o calde, le persone restano all’interno. Quando, invece, le temperature diventano più confortevoli, più persone escono all’aperto, offrendo maggiori opportunità di criminalità».

Osservando, all’inverso, le giornate di temperatura sotto la media nelle stagioni calde, non sono state rilevate variazioni, mostrando, come afferma Schinasi, come «gli alti livelli di criminalità si verificano quando le temperature sono più calde».

Oltre  a mostrare la correlazione tra temperatura e criminalità, lo studio apre una fondamentale riflessione sul cambiamento climatico e su una possibile variazione comportamentale dell’uomo con l’aumento delle giornate più calde. Infatti, Schinasi aggiunge come sia fondamentale conoscere le implicazioni degli effetti del cambiamento climatico, inclusi i livelli di criminalità.

Lo studio di Leah Schinasi e Ghassan Hamra pone l’accento sul rapporto tra cambiamento climatico e società, mettendo al centro della scena la scelta dell’uomo.

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Classe 1987, torinese. È educatrice e web editor per diverse testate online. Vegetariana, è appassionata di animali, tematiche ambientali e educative. Spazia dai film thriller alle commedie e segue con attenzione il calcio. Dalle molteplici idee, prova ad unire le passioni con la scrittura creativa.

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