Perché i cani di Mumbai stanno diventando blu? La risposta è nell’ inquinamento dei fiumi indiani

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Perché i cani di Mumbai stanno diventando blu? La risposta è nell’ inquinamento dei fiumi indiani ultima modifica: 2017-09-18T08:00:57+02:00 da Alessandra Varotto
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Durante il mese di agosto, nel distretto industriale di Mumbai, in India, i residenti hanno iniziato ad avvistare dei cani blu. Purtroppo la storia di questi animali non ha nulla di comico o divertente, ma è lo specchio di un problema gravissimo che affligge il paese asiatico: l’ inquinamento dei fiumi.

Acque avvelenate a causa dello sversamento di coloranti chimici

Il trattamento inadeguato dei rifiuti industriali prodotti da una delle centinaia di fabbriche situate intorno a Mumbai, che produce detergenti, ha favorito lo sversamento di una grande quantità di coloranti chimici nel fiume Kasadi, conferendo alla pelliccia dei cani che lì vanno ad abbeverarsi e cercare cibo un colore blu brillante. Si sospetta tuttavia che il problema sia ben più grave, e che possa aver causato danni anche alla vegetazione e alla fauna selvatica del posto.

«È stato sconvolgente constatare come la pelliccia bianca dei cani sia diventata completamente blu» ha affermato Arati Chauhan, residente a Mumbai e responsabile dell’unità locale per la protezione degli animali, intervistata dal giornale indiano Industan Times. «Abbiamo individuato finora cinque cani interessati dall’accaduto, e abbiamo chiesto al comitato di controllo dell’inquinamento di agire contro le industrie responsabili». I funzionari del comitato di controllo hanno dichiarato che lo scarico di tinture nei corsi d’acqua è una pratica illegale. Hanno annunciato di avere aperto un’indagine a tal riguardo, e di aver intrapreso azioni di bonifica dell’area.

I cani blu di Mumbai, India.
Alcuni dei cani blu avvistati nei pressi del distretto industriale di Mumbai, India.

Ci si chiede tuttavia se ciò sia sufficiente, e se non sia una mossa che arriva comunque troppo tardi. «Finora siamo a conoscenza di ciò che è successo ai cani. Ma non sappiamo se anche altre creature come pesci, uccelli o rettili siano stati avvelenati o siano addirittura morti, a causa del colorante sversato in acqua e disperso in aria», ha detto Chauhan.

I fiumi indiani: sacri ma inquinati

L’avvelenamento delle acque è un problema molto serio, che affligge la maggioranza della popolazione indiana che in molti casi, ancora oggi, non ha accesso all’acqua potabile. La mancanza di un sistema fognario in gran parte del paese e la totale assenza di leggi che proibiscano alle aziende di scaricare i loro rifiuti nel più vicino corso d’acqua fa sì che moltissimi ruscelli, laghi e fiumi siano utilizzati, di fatto, come una discarica di liquami a cielo aperto.  Una delle situazioni più critiche riguarda il Gange, il grande fiume sacro agli induisti: secondo il ministero dell’ambiente indiano ogni giorno vi finiscono dentro quasi 3 miliardi di litri di acque reflue, di cui poco meno di un terzo trattate dai depuratori. 

 

Il Gange è uno dei fiumi più inquinati dell'India (e del mondo).
Il Gange è uno dei fiumi più inquinati dell’India (e del mondo).

L’ inquinamento dei fiumi è un problema che riguarda anche l’Italia

In Italia le attività agricole costituiscono uno dei principali fattori di deterioramento degli ambienti fluviali, a causa dell’utilizzo, specialmente nelle colture di tipo intensivo, di sostanze inquinanti come fertilizzanti e pesticidi.

A questo si affianca l’inquinamento di tipo urbano, dovuto alla presenza di zone di depurazione delle acque non adeguatamente gestite perché obsolete o progettate – e calibrate – per un numero di abitanti molto inferiore a quello attuale. Ulteriori problemi sono rappresentati dall’assenza di separazione tra acque nere e bianche e dall’inquinamento legato all’industria.

Negli ultimi dieci anni la situazione nel nostro Paese è andata migliorando, ma i nostri fiumi sono ancora gravemente compromessi dalle attività umane: non solo li inquiniamo, ma ne modifichiamo il corso, li fermiamo, introduciamo specie aliene invasive.

Il fiume Po, uno dei grandi "malati" d'Italia.
Il fiume Po, uno dei grandi “malati” d’Italia.

I nostri fiumi: un patrimonio da difendere

I fiumi giocano un ruolo chiave nell’economia e nella cultura umana. Come possiamo proteggerli?

Innanzitutto, partendo dalla consapevolezza. Non si può pensare di proteggere i fiumi finché non si conoscono i loro problemi. Trascorrete qualche ora presso il fiume più vicino a voi, per comprendere meglio la bellezza (e la fragilità) del suo ecosistema.

Contattate poi i gruppi ambientalisti della vostra zona per chiedere loro informazioni, e magari unitevi ad una delle campagne periodiche durante le quali i volontari ripuliscono le sponde dai rifiuti: l’unione fa la forza, e l’azione di un gruppo di persone è sempre più efficace degli sforzi individuali.

Acquistate prodotti per la pulizia senza fosfati e nonilfenoli etossilati (NPEs), che sono fra le sostanze che inquinano maggiormente le acque.

Evitate infine di disperdere rifiuti nell’ambiente o di gettarli nel wc, in particolare quelli di plastica: circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti plastici (e non) finiscono in questo modo, ogni anno, nei fiumi e quindi in mare.

Perché i cani di Mumbai stanno diventando blu? La risposta è nell’ inquinamento dei fiumi indiani ultima modifica: 2017-09-18T08:00:57+02:00 da Alessandra Varotto
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Appassionata di sostenibilità, comunicazione e innovazione, ha conseguito un dottorato in Social Marketing for Sustainability presso l’Università degli Studi di Padova e la University of Exeter (UK), e un master in comunicazione digitale allo IUSVE di Venezia con una tesi sul digital storytelling della CSR nel settore food. TEDx speaker e communication manager di progetti europei LIFE, nel tempo libero ama studiare e visitare luoghi nuovi vicini e distanti, dove fare lunghe passeggiate all’aria aperta godendo della gioia e della meraviglia che la natura è in grado di suscitare.

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