A spasso nel bosco: un’ultima, grande, avventura

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A spasso nel bosco: un’ultima, grande, avventura ultima modifica: 2017-09-17T08:30:47+02:00 da Emanuel Trotto
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Il fatto

Dopo vent’anni trascorsi in Inghilterra lo scrittore di viaggi Bill Bryson ritorna nella nativa Iowa con la moglie. Deve fare i conti con lo scorrere del tempo e con la routine quotidiana. Per questo decide di concedersi una nuova avventura: fare l’Appalachi Trail, un percorso di 3500 km nei boschi fra la Georgia e il Maine. Sia affiancherà nel viaggio Stephen Katz, un amico di vecchia data…

A spasso nel bosco: avventura

Il commento

Perché viaggiamo? Nella natura dell’uomo c’è il nomadismo insito nei geni, da sempre. Solo dopo si è divenuti sedentari, con case fisse, comunità solide. Prima ci si adeguava all’andamento degli eventi naturali e dello spostamento delle mandrie da cacciare. Poi, dopo che si è divenuti stanziali, si è cominciato a viaggiare per fuggire o emigrare, per commerciare e conquistare. La Storia è stata tutta scritta nel segno del viaggio. A piedi. Le grandi migrazioni, le grandi campagne militari, sono state compiute tramite bibliche camminate. Dalle varie diaspore fino alla più recente conquista del West.

Quell’epoca è stata contraddistinta da eroi e da esploratori prima che pionieri e conquistatori. Uno di questi è raccontato magistralmente nel film Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972) di Sidney Pollack. In questo western crepuscolare viene raccontata la storia di un ex soldato, Jeremiah Johnson che decide di abbandonare la civiltà per vivere di caccia sulle montagne. Ma le reti della Storia, nello specifico la lotta fra i Pellerossa e i militari, gli impediranno di portare a termine questo desiderio. A dominare il film sono gli esterni girati nello Utah, inquadrato nello scorrere del tempo e delle stagioni; e l’interpretazione di Robert Redford nel ruolo del protagonista.

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Lo scorrere del tempo, il passare delle stagioni, il desiderio di fuggire e Robert Redford accomunano Corvo Rosso con A spasso nel bosco di Ken Kwapis, girato dallo stesso attore quarantatré anni dopo. Siamo ai giorni d’oggi e lo scrittore di viaggi Bill Bryson (Redford) decide di ritornare negli Stati Uniti, dopo molti anni passati all’estero. Il tutto in occasione dell’uscita di un cofanetto che raccoglie i suoi migliori lavori. Quando viene intervistato in Tv al riguardo gli viene fatto notare che non ha mai scritto nulla degli Stati Uniti. In seguito al funerale di un conoscente, andando a passeggiare nei boschi vicino casa trova un sentiero recante un cartello che conduce al Sentiero degli Appalachi.

Il Sentiero degli Appalachi è un percorso escursionistico di 3.510 km che parte dal Monte Springer in Georgia, fino al monte Katahdin nel Maine. Esso attraversa così, fra gli altri, la Carolina del Nord, il Tennessee, la Virginia, il New Jersey, il Massachusetts. Fra boschi incontaminati e paesaggi mozzafiato. È celebre nel mondo dell’escursionismo come una delle sue sfide più ardue. Infatti si tratta di percorrerlo nella sua interezza nel corso di pochi mesi. un’impresa avventurosa, perché ci si avventura nella natura selvaggia, perlopiù, ed è per questo molto pericoloso. Soprattutto se si è anziani.

Bill decide, nonostante il parere contrario della moglie, di affrontare questa ultima avventura. Ella acconsente, alla condizione che non ci vada da solo. Così lui scorre rapidamente la rubrica, infruttuosamente. Poi alla fine riceve la telefonata di Stephen Katz, un vecchio amico con il quale aveva attraversato l’Europa in gioventù. Questi si offre volontario per accompagnarlo. Vivranno, fra alti e bassi una rivitalizzante e tragicomica avventura.

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Qua il tema del viaggio nei boschi è, come in altri film simili quali Into the Wild (2007) o Wild (2014), la fuga. La fuga dalle convenzioni, dal lasciarsi vivere e che le cose vadano come vanno perché è così che devono andare. O come ci si aspetti che vadano. Il viaggio rappresenta l’espressione massima della propria individualità, nel mettere alla prova se stessi nella maniera più completa possibile. Il non accettare di essere quello che si deve essere. Se si è vecchi si deve stare in poltrona ad aspettare che il tempo passi e si viva di ricordi. Se si è giovani e gli si viene data un’opportunità di stabilità (economica, emotiva, ecc.) si deve coglierla al volo e accontentarsi.

Perché accontentarsi? Perché accettare il fatto compiuto, e darsi un limite che non vuoi rispettare? Perché la storia deve finire per forza così? Non tutti sono fatti così, non tutti accettano un compromesso più di comodo che di reale utilità. E allora si parte e ci si mette alla prova, si va all’avventura. Perché la vita è una avventura che va affrontata. Non esiste modo migliore se non quello di fare un lungo, grandissimo, abbraccio, al vento, ai boschi agli animali selvaggi. Perché così abbracci la Vita. Ad ogni età.

Scheda film

  • Titolo originale: A Walk in the Woods;
  • Regia: Ken Kwapis;
  • Sceneggiatura: Bill Holderman, Rick Kerb, dal diario Una passeggiata nei boschi di Bill Bryson
  • Interpreti: Robert Redford (Bill Bryson), Nick Nolte (Stephen Katz), Emma Thompson (Catherine Bryson), Nick Offerman (REI Dave), Kristen Schaal (Mary Ellen), Mary Steenburgen (Jeannie);
  • Origine: USA, 2015;
  • Durata: 98′;
  • Temi: CINEMA, RAPPORTO DELL’UOMO CON LA NATURA

A spasso nel bosco: un’ultima, grande, avventura ultima modifica: 2017-09-17T08:30:47+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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