Agosto, mese di maturazione e raccolta di moltissimi frutti, alcuni abitualmente conosciuti e consumati, altri meno. Tra questi ritroviamo molti frutti del bosco, un tempo raccolti e utilizzati, caduti poi in disuso. Le corniole ne sono un esempio, buone e gustose da mangiare ma sostituite da frutta più facilmente reperibile e conservabile.
Il corniolo è un grazioso albero che nonostante abbia un aspetto meno imponente di una quercia o un olmo, produce un legno durissimo, tanto che un tempo le punte delle frecce erano fabbricate proprio con questo legno. Caratteristica rimarcata anche dal nome, Cornus mas. Dal termine cornus deriva infatti anche la parola corno.
Oreste Mattirolo, nel suo Phytoalimurgia Pedemontana, opera pubblicata nel 1918, rieditata nel nuovo millennio e considerata un testo fondamentale per chi si occupa di flora spontanea, inserisce il seme del corniolo tra quei frutti il cui nocciolo è ricco di materiale oleoso. Come le olive le corniole raccolte acerbe, cioè quando presentano una colorazione giallo-arancio, venivano conservate in salamoia.
Fino a quando non raggiungono completa maturazione sono piuttosto aspre, mentre quando assumono una calda tonalità rosso intenso e risultano morbide al tatto significa che sono perfettamente mature e diventano gradevolmente dolci. In genere a questo punto cadono in terra e da lì si usava raccoglierle.
Le corniole sono molto ricche di vitamina C, quasi il doppio rispetto le arance, perfette da mangiare fresche, appena raccolte, per goderne al meglio le virtù.
Se ne abbiamo in abbondanza però ecco una ricetta per conservarle e mangiarle durante l’inverno. Veniva preparata dalla madre di Franca, un’amica che per prima mi ha parlato delle erbe e del loro utilizzo.
Ingredienti per la composta di corniole:
corniole mature
zucchero
liquore a piacere
Lavare e asciugare le corniole. Io ho diviso quelle mature da quelle ancora acerbe e con quest’ultime ho provato a farne un vasetto conservandole in salamoia.
Per la composta invece è sufficiente sistemarle in un vasetto ben pulito fino a riempirlo. Il mio vasetto non era molto grande e mi è bastato aggiungere un cucchiaio di zucchero e due dita di liquore, per dare un’indicazione di massima sulle quantità. In casa di Franca usavano un liquore alle pesche, io ho optato invece per quello all’achillea che avevo preparato lo scorso anno, gradevolmente delicato.
Chiudere e sterilizzare il vasetto a bagnomaria. Bisogna attendere qualche mese prima di consumarle. Franca mi ha detto che a casa sua aspettavano sei mesi prima di mangiarle. Non so se riuscirò ad aspettare, credo che a Natale capitolerò e le porterò in tavola.
Come sempre, buon appetito!
Molto interessante, e vogliamo provare anche noi. Tra l’altro abbiamo appena assaggiato le corniole (fresche e sotto zucchero) in Azerbaijan. Ma qui a Torino dove si potranno acquistare (quando sarà la stagione)?
Grazie