Deepwater Horizon – Gli eroi ecologici sbarcano a Hollywood

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Deepwater Horizon – Gli eroi ecologici sbarcano a Hollywood ultima modifica: 2017-07-23T08:30:58+02:00 da Emanuel Trotto
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Il fatto

20 aprile 2010 la piattaforma semi-sommergibile Deepwater Horizon brucia, in seguito ad un’esplosione nel Golfo del Messico. Ciò provoca uno dei più gravi disastri ambientali degli Stati Uniti. Questa è la storia di alcuni personaggi che sono rimasti coinvolti nell’incidente e sono sopravvissuti…

Il commento

L’America, lo sappiamo tutti, viene considerato il paese degli eroi. Gli Stati Uniti pullulano di eroi. Eroi che hanno combattuto per la democrazia, hanno sconfitto gli oppressori, e hanno contribuito ad apporre stelle sulla loro bandiera. Dai padri pellegrini a George Washington, agli eroi piccoli e grandi della Rivoluzione e della Guerra Civile. Agli eroi che hanno fatto grande la conquista della frontiera. O chi ha combattuto in tutte le altre guerre. Uomini (di rado donne) da celebrare, venerare, nascondendo i massacri sotto una patina di perbenismo e civilizzazione. La civiltà statunitense ha il vizio di “eroizzare” qualunque cosa e chiunque. Perché essere eroi permette di prolungare il quarto d’ora di notorietà di cui parlava Andy Warhol.

Questa “cultura dell’eroe” si è riversata anche a Hollywood. In essa ci sono stati eroi sia dentro che fuori lo schermo. Solo che il nome che gli si dà loro è diverso: divismo. Il divismo è l’applicazione dell’eroismo nel mondo dello spettacolo. Hollywood nel suo periodo dorato aveva i suoi eroi: John Wayne, Gary Cooper e Humphrey Bogart. Essi rappresentavano l’uomo giusto al momento giusto che sa prendere sempre la decisione giusta. Egli sa mettere da parte il suo interesse per il bene collettivo. Così entra in guerra, combatte gli oppressori, salva tutto e tutti. Questi grandi interpreti hanno saputo creare dei personaggi iconici che ancora adesso ricordiamo e amiamo. I loro personaggi erano, soprattutto, l’uomo qualsiasi che si trova in una situazione più grande di lui e deve decidere il da farsi.

DEEPWATER POSTER

Fra tutti Gary Cooper era l’eroe americano per eccellenza. Durante il periodo bellico, nella quale l’America aveva il morale dei cittadini a terra, Cooper veste i panni di un eroe americano: Alvin York, eroe della Prima Guerra Mondiale ne Il sergente York (1941). In questo biopic la celebrità dell’interprete e l’aderenza con la realtà fisica della persona che interpreta, spesso collidono. E l’interprete soffoca il personaggio.

Questa tendenza sembra essere a tornata, decenni dopo, nei biopic di recente uscita. Di titoli usciti fra il 2016 e il 2017 mi vengono in mente La battaglia di Hawksaw Ridge, Sully, Boston – Caccia all’uomo, Deepwater – Inferno sull’Oceano. In un mondo martoriato dagli attentati e dalla minaccia di una possibile Terza Guerra Mondiale il comparto eroico degli USA deve essere rifornito. E ha bisogno di un nuovo divismo eroico. A discapito della somiglianza fisica. Concentriamoci su Deepwater di Peter Berg (2016).

Il film è ispirato a un reale fatto di cronaca. L’incidente della Deepwater Horizon, avvenuto il 20 aprile 2010, il disastro ambientale più grave della storia americana. La Deepwater era fra le più grandi piattaforme petrolifere, in grado di operare in acque di 2400 metri di profondità. Mentre era impegnata a completare la perforazione di un pozzo al largo della Louisiana, un’esplosione, causata da un eccesso di pressione, ha provocato un gravissimo incendio. Due giorni dopo si è inabissata a 400m di profondità, rilasciando nell’oceano milioni di barili di petrolio. Lo sversamento, dopo vari tentativi falliti, è stato fermato circa 106 giorni più tardi.

La vera Deepwater Horizon
La vera Deepwater Horizon

Le conseguenze, a livello umano e ambientale sono considerevoli. Nel medio e breve periodo si intensificheranno le malattie respiratorie e dermatologiche e sul lungo l’aumento dei tumori e degli aborti spontanei. Per la fauna marina si parla di un’estinzione accelerata per le specie a rischio. Sono coinvolti animali quali tartarughe marine, tonni, pellicani, delfini, fino alla base della catena alimentare, il plancton. Gli interventi per ridurre gli idrocarburi hanno solo ridotto la marea nera in superficie, non impedendo, perciò la quantità di greggio che si depositerà sul fondo marino, a 1600 metri di profondità. Non hanno fatto che peggiorare la situazione, insomma e ci sono voluti anni per arginare il problema realmente.

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Nell’incidente sono morte 11 persone, 17 sono rimaste ferite. Il film racconta le storie di alcune di loro, fra cui Mike Williams, Jimmy Harrel, Andrea Fleyatas. Persone comuni coinvolte all’interno della ruota dentata delle compagnie petrolifere, interessate solo al profitto. Mike, Jimmy, Andrea sono i primi ad accorgersi che qualcosa non va. Emerge, in particolare, Williams, interpretato da Mark Wahlberg. In più occasioni salva la vita ai suoi compagni, Jimmy e Andrea compresi. Lui, qui, è l’uomo giusto al momento giusto.

Mark Wahlberg, per certi versi, è un nuovo Gary Cooper. Un eroe hollywoodiano vecchio stampo. Il padre di famiglia che si alza presto per andare al lavoro e che sa fare tutto. Sa sempre come parlare con tutti. Beve birra in veranda la sera, fa il il barbecue di quartiere. Ma quando il pericolo incombe sa sempre come muoversi e, istintivamente, fa la cosa giusta. Qui rappresenta l’americano medio contro le lobby («La speranza che vada tutto bene come strategia non funziona»). Con Deepwater diviene un eroe ecologista. In tal senso, un esempio morale per tutti noi. Possiamo essere piccoli eroi sia nel grande che nel nostro piccolo.

Scheda film

  • Titolo originale: Deepwater Horizon;
  • Regia: Peter Berg;
  • Soggetto: Mattew Sand (dagli articoli di David S. Rohde e Stephanie Saul);
  • Sceneggiatura: Mattew Sand, Mattew Michael Carnahan;
  • Interpreti: Mark Wahlberg (Mike Williams), Kurt Russel (Jimmy Harrel), John Malkovich (Donald Vidrine), Gina Rodriguez (Andrea Fleyatas), Dylan O’Brian (Caleb Holloway), Kate Hudson (Felicia Williams), Peter Berg (Skip);
  • Origine: USA, 2016;
  • Durata: 107′;
  • Temi: CINEMA, INQUINAMENTO, ENERGIE NON RINNOVABILI

Deepwater Horizon – Gli eroi ecologici sbarcano a Hollywood ultima modifica: 2017-07-23T08:30:58+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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