Machines: viaggio nelle fabbriche del tessile indiano fra speranze deluse e povertà

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Machines: viaggio nelle fabbriche del tessile indiano fra speranze deluse e povertà ultima modifica: 2017-06-02T08:00:06+02:00 da Valeria Rocca
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Raccontare i ritmi di lavoro e la vita degli operai di una grande fabbrica tessile nella regione del Gujarat, in India, per far riflettere sulle difficili condizioni di lavoro nei paesi in via di sviluppo: è questo l’intento di Rahul Jain, e del suo documentario “Machines” in concorso alla 20^edizione di CinemAmbiente, nella sezione Concorso Documentari Internazionali e in programma a Torino dal 31 maggio al 5 giugno 2017.

Machines

Spazi enormi e bui, giganti tinozze per la tintura dei tessuti, macchinari che lavorano a pieno ritmo, metri e metri di stoffe colorate che corrono sui rulli ed altrettante depositate nei magazzini, uomini e ragazzini che lavorano con i volti segnati dalla fatica. In sottofondo il rumore meccanico e sordo delle macchine che scandisce le giornate.

Linguaggio

Il regista Rahul Jain
Il regista Rahul Jain

Rahul Jian racconta la fabbrica scegliendo, innanzitutto, il linguaggio visivo. Nel documentario vi sono lunghe sequenze di immagini che rivelano con intensità le disuguaglianze, la povertà, la fatica, il senso di oppressione e il disagio dei lavoratori trattati come macchine. E’ fortissimo il contrasto fra la bellezza dei colori e dei tessuti prodotti e il degrado dello spazio circostante scuro e desolante. Spesso i ragazzi sfiniti dalle giornate di lavoro dormono sui mucchi di tessuti prodotti.

Machines

Sceglie, in secondo luogo, di dar voce ai lavoratori. Le loro interviste rivelano tutta la sofferenza, ma anche la consapevolezza di non avere alternative. Racconta un operaio “Non ci sono altre opzioni. La povertà è molestia. Si devono abbandonare i propri figli, la moglie, i genitori per venire qui. Non puoi fare niente. Lasciatemi dire che nessuno mi sta sfruttando (…) Lo sfruttamento significherebbe che mi obbligano a lavorare qui.” I turni estenuanti di dodici ore, i salari bassi, le famiglie lontane, nessun sostegno sindacale, l’esposizione a sostanze tossiche, particelle di tessuto e fumo sono un dato di fatto a cui, per il momento, non c’è soluzione.

C’è chi vorrebbe sottrarsi a questa realtà. Un ragazzino intervistato racconta: “Quando arrivo al cancello il mio intestino mi dice che dovrei tornare indietro. Ma non è bello tornare indietro”.

Una moda senza etica

Un mondo della moda e della lavorazione dei tessuti che di etico non ha nulla. Un distretto industriale che sfrutta i lavoratori, anche minori, esponendoli a sostanze dannose per la saluteGli operai non usano protezioni per le vie respiratorie, solo alcuni nel documentario, soprattutto ai forni, vengono filmati con un foulard sulla bocca.

Machines

Una produzione che inquina il territorio circostante. Vengono riversati gli scarti delle colorazioni e delle varie lavorazioni senza nessun controllo. Una realtà di degrado che arricchisce pochi e che lascia la maggioranza in povertà.

“Machines” è un pugno nello stomaco che apre gli occhi allo spettatore su una realtà che non dovrebbe più esistere.  Appuntamento al Cinema Massimo di Torino per domenica 4 giugno, ore 20,30 e lunedì 5 giugno alle ore 21 presso in cinema Jolly di Villastellone (TO). Non mancate! L’ingresso è libero e gratuito.

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