Life ASAP (Alien Species Awareness Program) è un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea di cui ISPRA è promotore insieme a Legambiente, Regione Lazio, Orto botanico di Cagliari, NEMO, Unicity e Federparchi, e con il contributo finanziario del Ministero Ambiente e di quattro parchi nazionali: Aspromonte, Appennino Lucano, Arcipelago Toscano e Gran Paradiso.
L’obiettivo del progetto è quello di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigare i loro impatti, aumentando la consapevolezza della cittadinanza italiana.
Ma cosa sono le specie aliene invasive e perché è importante monitorarle? Lo chiediamo a Piero Genovesi responsabile dell’Area Gestione e Conservazione della Fauna di ISPRA.
“Le specie aliene invasive sono organismi introdotti dall’uomo, a volte intenzionalmente a volte in modo accidentale, in un territorio diverso dalla loro area di origine. Questi organismi possono insediarsi nella natura in alcuni casi causando impatti anche gravi sia sull’ambiente che sulla vita dell’uomo. Ma non solo: possono contribuire a far perdere la biodiversità minacciando le specie autoctone. Le specie aliene invasive, danneggiano il nostro patrimonio naturale e hanno un impatto sociale ed economico stimato in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. Si sa inoltre che questo fenomeno è in forte aumento e solo nel nostro paese si è registrato un aumento del 96% nell’ultimo trentennio”.
Dai dati forniti da ISPRA si comprende che nel Mediterraneo, complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità.
Ma come arrivano questi organismi e come avviene la loro diffusione?
“Vie di ingresso privilegiate sono porti e aeroporti dove merci e persone possono fungere da vettori volontari o inconsapevoli, ma un ruolo importante nella loro diffusione è giocato dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia, l’introduzione volontaria per attività di pesca sportiva e venatoria, il rilascio da parte di cittadini, la fuga da allevamenti ecc”.
Genovesi informa che per rispondere a questa grave e crescente minaccia le istituzioni nazionali e europee hanno adottato diverse normative, regolamenti e risoluzioni. Nel 2014, coerentemente con quanto previsto dalla Strategia Europea sulla Biodiversità, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno approvato il Regolamento 1143/2014 “recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, entrato in vigore dal 1 gennaio 2015.
Il Regolamento prevede che i Paesi Membri attuino una serie di misure gestionali per le specie aliene invasive più pericolose, che comprendono il blocco del commercio, del possesso e del trasporto, il rilevamento precoce e la rapida rimozione, l’identificazione delle principali vie di introduzione sulle quali concentrare gli sforzi di prevenzione. Queste misure si applicano a 37 specie aliene “di Rilevanza Unionale” (identificate in una specifica lista adottata a luglio 2016) di cui 22 sono presenti in Italia.
La sensibilizzazione su questo argomento assume quindi un ruolo davvero molto importante.
“Il fenomeno delle specie invasive è essenzialmente dovuto a comportamenti dell’uomo e quindi è indispensabile, perché questo regolamento possa essere efficace, che tutta la società sia informata circa le problematiche causate dalle specie aliene invasive, supporti le azioni necessarie per mitigarne gli impatti, e adotti comportamenti più responsabili“.
Il problema dell’introduzione intenzionale o inconsapevole delle specie aliene riguarda moltissimi settori della società, dai pescatori ai cacciatori, dai vivaisti ai professionisti in campo agricolo e forestale. Per questo occorre promuovere la partecipazione attiva della popolazione nelle attività di risposta alle specie invasive, incoraggiando comportamenti responsabili che riducano il rischio di ulteriori introduzioni indesiderate. Indispensabile informare di più e meglio i cittadini, perché solo così è possibile ridurre i rilasci in natura di animali e piante invasive e perché senza una consapevolezza del problema è difficile comprendere la necessità degli interventi di controllo finalizzati al recupero degli equilibri naturali.
“Sarebbe quindi opportuno – conclude Genovesi – intraprendere azioni responsabili da parte di tutti noi cittadini attivi: in primis evitare di introdurre specie aliene in natura, ma anche evitare di diffondere specie aliene per fini commerciali. Questa maggiore attenzione ai nostri acquisti può sicuramente contribuire a diminuire e magari a togliere progressivamente dal mercato specie che possono aggravare il fenomeno della perdita di biodiversità“.
Maggiore consapevolezza deriva da maggiore conoscenza e per questo sono previste azioni capillari di informazione ad ampio raggio che saranno comunicate a partire dal sito del progetto.