Dal riciclo dei pannolini si ottengono tessuti, tegole, fertilizzanti e arredi urbani

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Dal riciclo dei pannolini si ottengono tessuti, tegole, fertilizzanti e arredi urbani ultima modifica: 2017-03-06T08:00:24+01:00 da Alessandra Varotto
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In Italia, ogni giorno, vengono utilizzati circa sei milioni di pannolini e assorbenti. Questi, una volta gettati, diventano una pericolosa fonte di inquinamento. Non solo a causa dei materiali e dei processi impiegati per realizzarli, ma anche perché essi rappresentano da soli circa il 3% dei rifiuti urbani.

Si tratta di rifiuti con tempi di smaltimento lunghissimi (necessitano infatti di circa 500 anni per decomporsi) e fra i più difficilmente riciclabili, in quanto composti da plastiche miste ad altri componenti.

Il loro destino, infatti, è per lo più la discarica (70%) o l’incenerimento (30%). Almeno fino ad ora. In Italia e Regno Unito si stanno infatti sperimentando soluzioni innovative per far entrare questi prodotti nel ciclo virtuoso dell’economia circolare.

riciclo dei pannoliniIl biologo Joe Freemantle dell’Università di Aberystwyth ha sviluppato un processo che consente di trasformare pannolini, pannoloni per adulti e assorbenti in tessuti e biocarburante. Il lavoro è stato finanziato dall’incubatore Greenhouse Climate-KIC, grazie alla vittoria di un bando lanciato nel dicembre 2015. “La nostra intenzione è quella di intercettare questo tipo di rifiuti e, utilizzando tecnologie di separazione e di raffinazione, consentire il riciclaggio di componenti di valore, riducendo la quantità di scarti che finiscono nelle discariche o negli inceneritori e, di conseguenza, riducendo le emissioni associate alla produzione di questi materiali”, spiega Freemantle.

Per poter essere trasformati in materiale nuovamente utilizzabile, è innanzitutto necessario separare le fibre di cellulosa dai componenti plastici e dai rifiuti organici. Questi ultimi vengono quindi sterilizzati prima della fermentazione batterica che li trasformerà in carburanti liquidi. “È possibile rigenerare anche la cellulosa” aggiunge lo scienziato “e impiegarla per fabbricare polimeri quali il rayon o la viscosa”.

Sempre in Regno Unito, questa volta in Scozia, un’iniziativa attivata da Zero Waste Scotland prevede la raccolta dei pannolini usati e, successivamente, il loro passaggio attraverso un impianto specializzato nel riciclo dove questi vengono disinfettati, sterilizzati e rigenerati per poi essere trasformati in oggetti comuni come tegole per l’edilizia, sedie e panchine da giardino, recinzioni, dissuasori, mobili per esterni, tubi di cartone.

Riciclo pannolini
Contenitore per la raccolta differenziata e il riciclo dei pannolini

In Italia, invece, nell’avveniristico impianto avviato nel 2015 a Lovadina di Spresiano (TV), i pannolini usati stanno diventando arredi urbani, oggetti di uso quotidiano, cartoni per imballaggi industriali e fertilizzante. Il processo tecnologico di riciclo, sviluppato a partire da brevetti italiani Fater, genera plastica in granuli e materia organico-cellulosica di elevata qualità e completamente sterilizzate, grazie all’utilizzo del vapore che elimina tutti i potenziali patogeni e i cattivi odori.

riciclo-pannolini-vedelago-produzione-cellulosa-plasticaDa una tonnellata di prodotti usati derivano quasi 150 kg di plastica e più di 350 kg di materia organico-cellulosica.

Questo trattamento permette non solo di abbattere le emissioni di CO2 generate durante il processo di riciclo, ma anche di evitare l’incenerimento o la discarica per 900.000 tonnellate di prodotti assorbenti, se il sistema venisse applicato in tutto il Paese. Cosa stiamo aspettando?

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Appassionata di sostenibilità, comunicazione e innovazione, ha conseguito un dottorato in Social Marketing for Sustainability presso l’Università degli Studi di Padova e la University of Exeter (UK), e un master in comunicazione digitale allo IUSVE di Venezia con una tesi sul digital storytelling della CSR nel settore food. TEDx speaker e communication manager di progetti europei LIFE, nel tempo libero ama studiare e visitare luoghi nuovi vicini e distanti, dove fare lunghe passeggiate all’aria aperta godendo della gioia e della meraviglia che la natura è in grado di suscitare.

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