Dior ha recentemente presentato alla Paris Fashion Week la sua collezione Haute Couture Primavera/Estate 2017 in un luogo suggestivo: un labirinto incantato, realizzato proprio per l’occasione nei giardini del Musèe Rodin di Parigi. Le modelle hanno comminato leggiadramente su un tappetto di muschio abilmente ricostruito. E il pubblico era seduto all’interno di questa scenografia magica in cui sfilavano le modelle.
“Il labirinto, irregolare, quasi impenetrabile, come un giardino segreto” è stato proprio lui a ispirare Maria Grazia Chiuri, nuovo direttore artistico della maison francese.
Dior, il labirinto, il bosco e la magia
L’elemento portante della scenografia scelta è un giardino a labirinto realizzato accuratamente in tre settimane. La sfilata si sviluppa in un bosco incantato interno al labirinto in cui è strategicamente posizionato il pubblico, che è a contatto diretto con le modelle e i capi che indossano. Durante la sfilata, gli spettatori erano attenti a carpire i segreti di questa nuova collezione realizzata da Maria Grazia Chiuri, alla sua prima nell’alta moda come direttrice del brand Dior.
Dior, gli abiti riprendono elementi della natura
Non è solamente la scenografia a mostrare il mondo della natura, ma anche gli abiti realizzati per l’occasione. Farfalle, fiori, piume e dettagli naturali traspaiono in una collezione che all’ambiente è evidentemente ispirata. La forma delle farfalle si nota chiaramente nelle maschere nere che incorniciamo il viso di alcune modelle.
I fiori sono l’elemento cardine di alcuni capi come, per esempio, in questo abito da ballo denominato “Memorie d’Eté” realizzato in tulle, in cui si notano degli evidenti papaveri rossi che cadono morbidi in un armonico gioco di trasparenze.
“Hardin fleuri” è forse l’abito che ricorda maggiormente un giardino, sia per il nome attribuitogli sia per i fiori di seta che lo caratterizzano. Per realizzare questo capo ci sono volute 2200 ore di lavoro. Nell’immaginario comune, il capo di alta moda evoca i giardini impressionisti.
Dai copricapi floreali agli accessori di chiara ispirazione bucolica, la sfilata di Dior è stata un chiaro omaggio al mondo naturale. Questo si può notare anche da questi anelli, che rappresentano una farfalla e un fiore.
Omaggio a Christian Dior, amante dei fiori
“Dopo le donne i fiori sono la cosa più bella che Dio ha donato al mondo.“ Questa celebre frase di Christian Dior, fondatore della maison scomparso sul finire degli anni 50, ci fa comprendere quanto lui fosse legato al mondo floreale e quanto esso fosse fonte di ispirazione per le sue collezioni. Il mughetto era il suo portafortuna. I suoi successori lo hanno riproposto più volte nelle loro collezioni come immagine simbolica del brand.
E Maria Grazia Chiuri, la prima donna a dirigere la Dior, riparte proprio dall’amore per la natura del suo fondatore per la sua prima collezione di alta moda nella casa francese. Lo studio della vita di Monsieur Dior l’ha portata a scegliere questa scenografia e realizzare questa collezione mantenendo i suoi codici ma con un tocco differente.
Un cambio di guardia fresco e fermo, come si era notato già a settembre nella collezione precedente, in cui era chiaro il rifermento all’emancipazione femminile che la stilista italiana voleva “mettere in passerella” grazie alla maglietta con la scritta “We should all be feminists”.
Quest’ultima sfilata è inoltre dedicata a Franca Sozzani, ex direttrice di Vogue Italia, recentemente scomparsa, amata per il suo modo di raccontare la moda, per aver creduto nei giovani stilisti, per aver dato spazio a temi come la violenza di genere e il rispetto dell’ambiente.