A volte la fotografia aiuta a trasformare una percezione, anche della Natura, e si trasforma in una visione; spesso in un’opera d’arte, quasi fosse un dipinto. Altre volte contribuisce a trasformare un riflesso e inventa un’altra vita alle cose. Il suo compito non sempre è quello di riflettere la verità e di comunicarla “talis et qualis”, ma di dare una percezione di essa, di offrire un “certo vedere”.

La fotografia può anche essere un prodigioso modo, da parte di chi la fa, di indurci alla riflessione, magari emozionandoci. Davanti a un certo scatto ci fermiamo, lo cogliamo, entra in noi. Spesso quando torniamo a riesaminarlo, ci sorprende, ci fa vedere dell’altro, ci fa capire. Queste impressioni introducono Luisa Menazzi Moretti e il suo essere in bilico fra la poesia, la fotografia, l’arte ma anche la sua propensione a sensibilizzare su tematiche legate alla natura, inducendoci a riflettere.

In molte sue fotografie della serie “Cose di Natura”, mostra itinerante appena conclusasi a Pordenone alla Galleria 2 Piani, e visibile a Ferrara fra giugno e luglio di quest’anno, traspare il suo atteggiamento nei confronti della Natura. Le chiedo di descriverlo a parole:
“Non ho una visione incantata della natura: è bellezza, equilibrio, ristoro, armonia, ma anche desolazione, devastazione, indifferenza“.

Quando ho incontrato Luisa a Ferrara, ho provato a cogliere il suo sguardo per capire la sua interpretazione della natura. A volte spalanca il suo obiettivo su particolari avvolti nella luce e nel colore, a volte staglia ombre, vuoti e pieni, precipizi, visioni. I suoi occhi si posano ovunque e così i suoi scatti seguono una logica che sa selezionare particolari, tenendoli anche separati fra loro. Forme slegate ma che si sanno allacciare fra loro anche in moniti, in stimoli per riprendersi cura, di noi, della natura e dell’ambiente in cui viviamo. Presto. Prima che sia tardi. HIC et NUNC.

“La natura – spiega Luisa – non esiste per compiacerci, esiste e basta ed è il tutto da cui ogni cosa inizia e ogni essere vivente ha origine, nasce, vive, mangia, ed infine, per le sue stesse leggi, finisce. Dietro ai suoi aspetti così diversi non c’è un piano, un’elaborazione, un pensiero. Gli eventi – semplicemente – accadono. La natura non agisce pensando a noi. Qualsiasi cosa succeda, la natura è innocente, nel bene e nel male».
Le chiedo cosa la spinge a selezionare certe foto per inserirle nei suoi percorsi espositivi.
“Molte immagini di “Cose di Natura” le avrei potute vedere nei sogni. Certi dettagli, l’atmosfera dei rimandi… Le ho volute a colori ma non sono colori fedeli alla realtà, non hanno la funzione di riprodurla; è colore che vorrebbe nascondere e suggerire una parola, una metafora, uno slittamento del senso di quelle immagini“.
Arrivederci allora: magari a Ferrara, oppure a Torino, quando il sole fa germogliare nuove idee e prospettive!
