È recente la notizia di un progetto energetico innovativo che riguarda la città di Torino. Il capoluogo piemontese è pronto a sperimentare un sistema che permetterà di utilizzare l’energia geotermica prodotta dalle gallerie della metropolitana per riscaldare e raffreddare gli edifici sovrastanti.
L’iniziativa, messa a punto dal team dell’ingegnere Marco Barla, è centrata sull’attivazione termica dei rivestimenti dei tunnel, che consente di sfruttare l’inerzia termica del sottosuolo per la climatizzazione dei palazzi circostanti.
I primi test inizieranno da Piazza Bengasi, a partire da marzo, e a usufruire della tecnologia saranno gli uffici del nuovo palazzo della Regione.
L’esempio di Londra
L’idea di usare le metropolitane come fonte alternativa per climatizzare gli edifici non è, però, totalmente sconosciuta. Dal 2013, nel quartiere Islington di Londra è attivo un sistema che, utilizzando un pozzo di ventilazione e una sottostazione elettrica, cattura il calore di scarto sprigionato dalla Northern Line per poi distribuirlo in abitazioni adeguatamente attrezzate.
L’iniziativa appartiene al più ampio progetto europeo CELSIUS, acronimo di Combined Efficient Large-Scale Integrated Urban Systems, ovvero “sistemi urbani integrati, combinati ed efficienti a larga scala”. La finalità è di sfruttare il calore in eccesso prodotto quotidianamente nelle città per riscaldare gli edifici, in un’ottica smart e ad alta efficienza energetica.
I vantaggi
I risvolti positivi legati a soluzioni come quella torinese o londinese sono di diversa natura. Il primo e certamente più rilevante è il vantaggio ambientale: la climatizzazione ottenuta sfruttando l’energia in eccesso derivante dalle abituali attività cittadine, può fornire un supporto significativo nella lotta alle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, problema di crescente peso e attualità.
Non va inoltre sottovalutato l’aspetto economico. Dalle stime del team di Barla è, ad esempio, emerso che il progetto torinese determinerà una riduzione dei costi operativi dal 75 al 145% rispetto agli altri sistemi considerati.
Ottime notizie, quindi, per le nostre città che, implementando idee analoghe, potranno divenire sempre più smart e sostenibili.
