È una delle band più particolari della scena internazionale. Oltre alla sua originale cifra stilistica e al grande successo, si distingue per la sensibilità e l’impegno che il suo frontman, Jay Kay, dimostra verso le tematiche dell’ecologia, in ambito musicale e non solo.
Si tratta dei Jamiroquai, gruppo britannico formatosi a Londra nel 1992 a cui dobbiamo pezzi straordinari che non mancano mai di offrire spunti di riflessione in modo utile ed incisivo sul mondo in cui viviamo e su ciò che ognuno di noi può fare per renderlo migliore.
Non è un caso che sin dal loro album d’esordio, dal titolo “Emergency on Planet Earth”, emerga fortemente il tema dell’ambiente. Un pianeta che, già oltre vent’anni fa, era raccontato in uno stato di emergenza, bisognoso di un maggiore rispetto da parte dell’uomo.
Due singoli in particolare si fanno portavoce di questo messaggio così importante e così insolito da trovare nel cuore di un progetto musicale di così ampia portata come quello dei Jamiroquai.
“È questa la vita a cui sto assistendo?”, si domanda la band in “Emergency on Planet Earth”, il pezzo che dà il titolo all’album. Il testo è una denuncia delle ingiustizie che ogni giorno si ripetono nella nostra società nella sostanziale indifferenza generale, dal razzismo all’impari disponibilità dei consumi e delle ricchezze. “E il ragazzino nella terra affamata è solo una foto sui giornali. Non lo vedremo in quella pubblicità, perché ti potrebbe far perdere l’appetito”.
Ad aprire il disco è invece “When You Gonna Learn”, un pezzo che invita ad una presa di coscienza collettiva riguardo alla situazione in cui l’uomo ha ridotto l’ambiente e la sua vitale bellezza, rivendicando l’importanza di rimettere al centro la natura e imparare finalmente a difenderla. “Avete sentito le notizie di oggi?”, recita il testo, “I soldi sono sul menù del mio ristorante preferito, per non parlare della quantità, perché non c’è più pesce nel mare. Uomini avidi hanno ucciso tutta la vita che c’è sempre stata […]. Hai sconvolto l’equilibrio, uomo. Hai fatto l’unica cosa che sapevi fare, adesso la mia vita è nelle tue mani. Monti alti e fiumi profondi, dobbiamo fermare ciò che sta succedendo, dobbiamo svegliare questo mondo dal torpore”.
Appassionato di cappelli e di auto costose, Jay Kay è la vera anima artistica ed ecologica dei Jamiroquai. Attraverso la sua arte ha saputo dar voce a valori tutt’altro che frivoli ed eccentrici, uno su tutti la lotta per i diritti degli animali. Una causa che il frontman dei Jamiroquai porta avanti nelle vesti di ambasciatore della Captive Animal Protection Society, che si batte contro lo sfruttamento degli animali nel mondo del circo e dell’intrattenimento, nonché contro i traffici di animali esotici.
Memorabile, in tal senso, un significativo intervento del 2013 a Shanghai, dove la band si trovava per prendere parte ad un evento musicale. “Vorrei che cercassimo di fare qualcosa per fermare i traffici di corno e di osso in questo Paese”, dichiarò Jay Kay, spostando il discorso dalla musica a questo tema a lui caro. “Mi farebbe molto piacere, e sicuramente farebbe piacere ai 2.300 esemplari di tigri rimasti al mondo, in rapporto ai quasi 6,3 miliardi di persone. Credo che sia molto importante cominciare a salvaguardare la nostra fauna e a cambiare atteggiamento. Considerate tutti gli elefanti che saranno uccisi quest’anno per soddisfare quel bisogno di corna e di osso”.
Quello di Jay Kay è un profondo senso di rispetto e di responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle sue creature, valori che, insieme ai Jamiroquai, ha sentito la necessità di coniugare al suo percorso di uomo e di artista. Un impegno a tutto tondo divenuto centrale nella sua carriera e di cui ha reso partecipe il suo pubblico, scegliendo di parlare agli uomini prima ancora che ai fan.
