Fuerteventura: un’isola di speranza per la tartaruga marina?

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Fuerteventura: un’isola di speranza per la tartaruga marina? ultima modifica: 2016-09-13T08:00:45+02:00 da Alessandra Condello
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Uno degli obiettivi di questa estate, in parte trascorsa a Fuerteventura, era quello di dare una sbirciatina al Centro di Recupero e Conservazione della Tartaruga Marina (Caretta caretta)  nel porto di Morro Jable, una cittadina a sud dell’isola. Nonostante in questa zona sia possibile osservare gli evidenti lati negativi del turismo, la parte meridionale di Fuerteventura, la Peninsula de Jandia, offre alcuni paesaggi davvero suggestivi. Essa è in buona parte inclusa nell’area protetta del Parque Natural de Jandia e ospita un progetto di reintroduzione e salvaguardia di questi meravigliosi animali.

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La popolazione globale della Caretta caretta comprende 10 sottopopolazioni, ognuna della quali presenta caratteristiche diverse in termini di conservazione.

La sottopopolazione dell’Oceano Atlantico Nord Orientale, quella che interessa l’arcipelago delle Isole Canarie, nidifica nell’Arcipelago di Capo Verde ed è classificata ‘in pericolo’ dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Che cosa minaccia la loro sopravvivenza in queste isole?

  • La riduzione in termini di ampiezza e di qualità degli habitat ideali per la nidificazione;
  • l’alto tasso di uccisione delle femmine, durante la fase di deposizione delle uova, per scopi commerciali e alimentari;
  • la cattura accidentale durante le attività di pesca;
  • l’inquinamento e i cambiamenti climatici.
Le buste di plastica rappresentano un grave pericolo per le tartarughe marine
Le buste di plastica rappresentano un grave pericolo per le tartarughe marine

Insomma, solita storia, noi esseri umani abbiamo un’abilità particolare nel lasciare impronte indelebili nell’ambiente che ci circonda, ma per fortuna alcuni di noi tentano di rimediare.

I governi di Capo Verde e delle Canarie, insieme al Cabildo di Fuerteventura e all’università di Las Palmas de Gran Canaria collaborano all’interno di un ampio progetto che mira a espandere l’habitat riproduttivo della Caretta caretta in Macaronesia. Le Isole Canarie rappresentano un luogo di passaggio all’interno della rotta migratoria di queste tartarughe ed è possibile avvistarle tra le acque soprattutto in estate. Diversi documenti storici confermano la presenza di siti riproduttivi su queste isole scomparsi a causa della pressione umana.

Macaronesia
Macaronesia

L’obiettivo è quindi quello di ristabilire nelle Canarie, in particolare nella splendida (e adatta) spiaggia di Cofete a Fuerteventura, un sito di nidificazione: la popolazione di Capo Verde diventa donatore, alcune uova vengono prelevate da spiagge in cui il tasso di mortalità supera il 70% e vengono trasportate e collocate nella spiaggia di Cofete. Durante il periodo di incubazione sono attivi i volontari che sorvegliano i nidi.

Playa de Cofete, Peninsula de Jandia
Playa de Cofete, Peninsula de Jandia

Il Centro di Morro Jable si occupa in sostanza di recuperare, accogliere e riabilitare tartarughe ferite ed è  un polo importante per la reintroduzione di questa specie nelle Isole Canarie. Grazie al lavoro coordinato di molte persone Fuerteventura potrebbe diventare la seconda area di nidificazione dell’Oceano Atlantico Nord Orientale, giocando così un ruolo chiave nella conservazione di questa specie.

La schiusa delle uova
La schiusa delle uova

Se capitate sull’isola, ricordatevi di fare un salto a Morro Jable per visitare il Centro e soprattutto dirigetevi verso Cofete, una spiaggia difficile da dimenticare! Proprio sotto il mio asciugamano, tra la sabbia, ho trovato qualche frammento di guscio rotto, chissà che non fosse proprio un uovo di tartaruga?

Fuerteventura: un’isola di speranza per la tartaruga marina? ultima modifica: 2016-09-13T08:00:45+02:00 da Alessandra Condello
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Classe 1986, di Torino, ma con radici che si allungano verso il Sud Italia. Si definisce un ibrido: laureata triennale in Scienze e tecniche neuropsicologiche decide di ampliare la sua prospettiva sul mondo e consegue una laurea magistrale in evoluzione del comportamento animale e dell'uomo presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. Etologa in erba, fa parte di un'associazione che si occupa di educazione ambientale. Ama scorrazzare per boschi insieme alla sua fedele compagna canina Lumi, attenta osservatrice capace di dare preziose dritte. Venera la bicicletta in ogni sua forma e si nutre di musica.

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