Intervista a Carlo Ratti su Area del Futuro, dove le piante si coltiveranno con un’app

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Intervista a Carlo Ratti su Area del Futuro, dove le piante si coltiveranno con un’app ultima modifica: 2016-09-06T08:00:17+02:00 da Alessandra Varotto
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L’alimentazione del futuro passerà anche attraverso una maggiore consapevolezza di come il nostro cibo viene coltivato e prodotto, nel tentativo di rinnovare e rafforzare il legame esistente fra la natura e gli abitanti delle moderne realtà urbane. Ne sono convinti i designer del gruppo Carlo Ratti Associati, che hanno progettato uno speciale padiglione interattivo in vista dell’apertura del FICO Eataly World di Bologna, un nuovo parco tematico di 80mila metri quadrati dedicato ai temi dell’alimentazione e della produzione di cibo che verrà inaugurato il prossimo anno nel capoluogo emiliano. Questo padiglione circolare, denominato Area del Futuro, sorgerà nel cuore del parco e proporrà un percorso esperienziale ed educativo, immergendo i visitatori nell’affascinante mondo dell’agricoltura idroponica. In pratica, ogni visitatore potrà decidere di coltivare la propria pianta in questo futuristico orto indoor, piantando il proprio seme e monitorando giorno per giorno la crescita della propria pianta attraverso un’app, controllandone vari parametri quali il livello di maturazione, per poi raccoglierne personalmente i frutti.

eHabitat ha intervistato il prof. Carlo Ratti relativamente ad Area del futuro e all’applicazione delle nuove tecnologie al mondo del food, per capire come queste potranno cambiare in futuro il nostro modo di alimentarci.

Area del Futuro

QUELLO IN VIA DI REALIZZAZIONE PRESSO L’AREA DEL FUTURO SI CONFIGURA COME UNO STRAORDINARIO E INNOVATIVO PROGETTO DI EDUCAZIONE ALIMENTARE. IN CHE MODO E PERCHÉ MONITORARE LA CRESCITA DEL PROPRIO SEME RIUSCIRÀ AD EDUCARE LE PERSONE AD AVERE UN RAPPORTO PIÙ CORRETTO COL CIBO? «Siamo convinti che l’informazione e la conoscenza dei processi e delle dinamiche produttive possano cambiare il comportamento delle persone, in ogni ambito – dall’uso delle risorse energetiche all’alimentazione. Le nuove tecnologie digitali, che permettono di raccogliere, ordinare e veicolare dati in tempo reale, sono oggi una grande opportunità per riconnettere i cittadini all’ambiente naturale e alla catena alimentare.

Abbiamo esplorato questi temi diverse volte negli ultimi anni, mettendo al centro le dimensioni della narrazione e dell’esperienza. Nel caso del Future Food District, il supermercato del futuro presentato a Milano Expo 2015, si trattava di un racconto legato all’origine e alle proprietà dei prodotti in vendita – capaci di comunicare in modo immediato e interattivo le proprie caratteristiche nutrizionali e la propria storia, stimolando un consumo più consapevole.

Nel caso del progetto per Eataly a FICO, il racconto parte dalla produzione agricola a cui si lega il filo della nostra vita. L’idea è quella di incoraggiare un rapporto più diretto tra consumatori, prodotti e produttori: magari anche attraverso uno scambio dei ruoli, come accadrà appunto nella nostra Area del Futuro, nel quale ciascun consumatore si ritroverà a propria volta coltivatore biologico in piccolo. Si tratta in gran parte di dinamiche antiche, che oggi però possiamo rimettere in pratica anche grazie alla rete, che ci ha abituato a nuovi approcci di condivisione».

Carlo Ratti
Carlo Ratti

IL COLLABORATIVE FARMING E L’APPLICAZIONE DI TECNOLOGIE INNOVATIVE ALL’AGRICOLTURA POTRANNO COSTITUIRE UNA RISPOSTA, NEGLI ANNI A VENIRE, ALLE SFIDE POSTE DA TEMATICHE QUALI LA CRESCENTE URBANIZZAZIONE E LA RIDUZIONE DELLO SPRECO ALIMENTARE? «Dubito che l’agricoltura urbana potrà mai soddisfare una domanda alimentare su grande scala. Credo invece molto in processi quali urban farming o collaborative farming come modi per ritrovare un contatto con la natura – e per aumentare la nostra consapevolezza dei processi produttivi. Si tratta di un contributo educativo ed esperienziale, piuttosto che produttivo. Mi piace pensare che nelle città di domani riusciremo a realizzare quella fusione tra vita urbana e vita di campagna cantata dallo scrittore berlinese Kurt Tucholsky nella poesia “Das Ideal”: “Questa è la scena perfetta / una villa in campagna con una grande terrazza / il Mar Baltico sul fronte e la Friedrichstraße sul retro / una bella vista, rustica e sofisticata / dal bagno si vede il Zugspitze / ma alla sera il cinema non è poi lontano”».

Area del Futuro

UN FUTURO IN CUI SISTEMI DI COLTURA IDROPONICA E CONTROLLATI DA APP SIANO PRESENTI ALL’INTERNO DI SUPERMERCATI, RISTORANTI, MA ANCHE ORTI URBANI E ABITAZIONI PRIVATE È EFFETTIVAMENTE REALIZZABILE NEL BREVE-MEDIO PERIODO, O SIAMO ANCORA DISTANTI DA CIÒ? «Le sperimentazioni in merito sono molte – più o meno profonde e riuscite. Direi quindi che come tecnologia ci siamo. È bello vedere come le città si stiano gradualmente riappropriando degli spazi verdi. O meglio, di come gli spazi verdi si stiano riappropriando delle città, utilizzandone angoli e le superfici prima abbandonate.

Anche dal punto di vista architettonico si tratta infatti di un processo interessante. Con lo studio Carlo Ratti Associati abbiamo indagato questo aspetto in alcuni progetti e prototipi – al giardino sospeso del Cafe Trussardi in Piazza della Scala a Milano ai prototipi di Algaetecture per Expo 2015, in cui le alghe trasformano le coperture e le pareti degli edifici in nuovi giardini verticali. Ricorre ancora una volta il sogno di Kurt Tucholsky: un ambiente ibrido un po’ natura e un po’ città – con i vantaggi di entrambi».

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Appassionata di sostenibilità, comunicazione e innovazione, ha conseguito un dottorato in Social Marketing for Sustainability presso l’Università degli Studi di Padova e la University of Exeter (UK), e un master in comunicazione digitale allo IUSVE di Venezia con una tesi sul digital storytelling della CSR nel settore food. TEDx speaker e communication manager di progetti europei LIFE, nel tempo libero ama studiare e visitare luoghi nuovi vicini e distanti, dove fare lunghe passeggiate all’aria aperta godendo della gioia e della meraviglia che la natura è in grado di suscitare.

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