Supermercato gratis

Il supermercato gratis, una tendenza in crescita. E in Italia?

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Il supermercato gratis, una tendenza in crescita. E in Italia? ultima modifica: 2016-06-25T08:49:54+02:00 da Paola Ganci
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Se non paghi niente per il prodotto, il prodotto sei tu.

E’ il Marketing online, bellezza! Più precisamente è un’implacabile regola di mercato, poiché dietro a un’apparente generosità delle aziende, c’è la volontà di condizionare gli stili di vita degli individui cercando di invitare il consumo di determinati prodotti.

Tale meccanismo, alla base della Free Economy -tendenza commerciale emergente nel nord Europa e in Asia-  pare stia cambiando le abitudini e la mentalità dei consumatori. Il suo principio ispiratore lo conosciamo bene tutti in realtà, è lo stesso che regola  Tripadvisor, Booking o qualunque altro servizio gratuito in rete che ha come fulcro la recensione e l’opinione spontanea e condivisa dell’utente rispetto a qualcosa che egli utilizza abitualmente, in genere pagando.

supermercato gratis

La novità introdotta in questo caso invece è la possibilità per i clienti di fare un’intera spesa, o quasi, gratuitamente in un luogo che ha le sembianze di un supermercato tradizionale, ma che in realtà è uno spazio-vetrina utilizzato dalle aziende per lanciare alcuni prodotti e per testarli direttamente su un panel di consumatori volontari e partecipi.

Il “cliente” deve sottoscrivere un programma e, dopo aver “acquistato” gratuitamente i prodotti del momento, deve impegnarsi a condividere sui propri social l’esperienza vissuta in negozio e le caratteristiche dei prodotti consumati, con tanto di foto proprie pubblicate e di recensioni genuine.

Prodotti gratis da consumare in cambio di tempo speso per assegnare visibilità e legittimazione pubblica alle aziende, dunque. Così è partita da qualche anno l’esperienza di Freemarket  in Danimarca, dove questa logica pare essere ormai una realtà consolidata.

E da noi in Italia? Esiste una proposta simile?  E Potrebbe mai  funzionare?

freemarketFreemarket, negozio gratis a Copenaghen

Forse no e questo, da un lato, ci consola. Per il semplice fatto che, seppur gratis, fare una spesa intera in un luogo pensato e pilotato strategicamente dalle aziende non è qualcosa che si possa auspicare.

Significherebbe finire davvero nelle mani degli esperti del marketing che usano l’escamotage della gratuità per gestire il mercato e per lanciare generazioni di prodotti studiati a tavolino per creare abitudini di vita e di consumo per utenti sempre più indirizzati e manipolati, perché abituati a fare solo scelte guidate e acritiche.

Nel giro di qualche anno in un tale scenario preconfezionato, il consumatore avrebbe ancora voce in capitolo nella scelta dei prodotti da consumare e negli stili di vita da seguire?

supermercato gratis

La tendenza che stiamo osservando nel nostro Paese ci dice forse che una parte dei consumatori italiani sta facendo un altro percorso. I clienti informati stanno iniziando a prendere consapevolezza del proprio potere di spostamento dei mercati e persino di orientamento  -attraverso la scelta di acquisto consapevole delle caratteristiche primarie dei prodotti che vogliono vedere sugli scaffali.

Il caso recente dell’abolizione dell’olio di palma come materia prima per i propri prodotti a marchio da parte di un noto supermercato italiano, ci dice tanto su come ormai, grazie al peso delle campagne di informazione verso il consumatore, sia possibile per i clienti cambiare leggi commerciali apparentemente immutabili.

Pertanto in Italia, per quanto riguarda le catene di supermarket gratis, dopo forse un iniziale entusiasmo per la gratuità dei prodotti offerti, i consumatori più attenti diffiderebbero di un supermercato che offre solo determinate categorie di prodotti confezionati, scelti a priori dalle aziende, secondo convenienza e linee guida già decise.

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Forse opterebbero per poter scegliere liberamente in un mercato dove sono loro a decidere la composizione del paniere di consumo, in base soprattutto a criteri di qualità, freschezza, provenienza delle materie prime utilizzate e dei valori condivisi.

La cosa più simile a Freemarket  in Italia, almeno per la logica di base “testa e recensisci in cambio di prodotti gratis”, è forse Opinion Model. Si tratta di una comunità online, a maggioranza femminile, che testa i prodotti, dallo shampoo alla rivista e dalla vacanza al passeggino, messi a disposizione dalle aziende che vogliono avere riscontri diretti dal pubblico targettizzato. Gli iscritti devono rispondere a un questionario preliminare e potranno così accedere alla possibilità di essere selezionati periodicamente per testare i prodotti a disposizione.

Nello stesso modo funziona il Club dei Desideri, che recluta Ambasciatori di prodotto, lanciando campagne e progetti legati a diverse tipologie di oggetti da testare e recensire. Ma sono casi limitati a pochi prodotti che vengono testati prima di essere immessi sul mercato.

Per il momento non risultano esperienze uguali a quella danese. E forse tiriamo un sospiro di sollievo.

[Photo credits: Repubblica.it]

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Consulente freelance di Comunicazione. Laureata in Scienze Politiche, scrive da anni di sostenibilità, alimentazione veg-gourmand, design e innovazione green. Fondatrice di Greencycle, un progetto di eco-design, per il quale progetta e realizza linee di oggetti a partire da materiali destinati alla discarica, in collaborazione con piccoli laboratori artigianali di Torino. Animalista da sempre e vegetariana da oltre 20 anni (in transizione vegana), mamma felice di due bambini molto attivi che la tengono in continuo movimento per mantenere l'equilibrio.

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