Hugbike è la bicicletta tandem che grazie a un lungo manubrio può essere guidata dal passeggero seduto posteriormente, che circonda chi pedala davanti in un vero e proprio abbraccio
Ce l’ha anche Papa Francesco da quando, il 2 aprile 2014, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, gli è stato donato in versione personalizzata total-white da una delegazione di ragazzi autistici. Si tratta di Hugbike, il tandem degli abbracci o #abbraccicletta. A cosa deve l’evocativo, splendido nome? E’ presto detto: contrariamente a quanto accade di solito, grazie a un lungo manubrio questo tandem può essere guidato dal passeggero seduto posteriormente, che circonda chi pedala davanti in un vero e proprio abbraccio.
L’idea è nata da una felice combinazione fra intuizione e necessità, grazie all’impegno e alla motivazione di Mario Paganessi, Direttore Generale Fondazione Oltre il Labirinto onlus. Suo figlio, autistico, iniziava a crescere rendendo difficoltosa l’esperienza della bicicletta, con il rischio di trasformare un innocuo passatempo in una situazione pericolosa. Da un lato, infatti, il peso del ragazzo non consentiva più di utilizzare il seggiolino posteriore; dall’altro, la guida anteriore escludeva l’uso di un tandem tradizionale, in cui non era possibile controllare che tutto andasse bene e, complice il vento che trascinava le parole lontano, non permetteva un’adeguata comunicazione.
Consigli per pedalare d’inverno anche con bimbi al seguito
Al contrario, questa bicicletta avrebbe permesso a tante persone di andare in bicicletta in assoluta sicurezza. E così, si è deciso di investire in questo sogno a occhi aperti, portato avanti- non senza una serie di iniziali difficoltà dovute soprattutto ai costi- grazie ad alcuni fondamentali incontri e a una fitta rete di collaborazioni sul territorio trevigiano. “Questo progetto nasce per mettere a fattor comune le esperienze di diverse professionalità del nostro territorio – della finanza, della scuola, dell’imprenditoria e del volontariato – allo scopo di dare voce a chi dimostra apparentemente una diversa abilità. L’insieme di queste competenze aiuterà a restituire dignità all’esistenza a tutte quelle persone che per motivi diversi non riescono a competere alla pari in un mondo complesso come l’attuale. È un dovere ma anche una grande soddisfazione” scrive in proposito Gianpiero Michielin, Presidente Banca della Marca.
Oggi l’iniziativa è sostenuta da importanti sponsor italiani e internazionali ed è diventata una bellissima realtà che facilita la fruizione della bicicletta, tra gli altri, anche a bambini e anziani. E che possiede un ulteriore risvolto sociale: “Da Gennaio 2016 la produzione avviene direttamente come Fondazione Oltre il Labirinto onlus” ci conferma lo stesso Paganessi; qui alcuni operai specializzati trasmettono la loro esperienza e supervisionano l’operato di ragazzi autistici, che partecipano all’assemblaggio in qualità di volontari. In questo modo, i ragazzi possono trovare una loro collocazione nel mondo del lavoro e, grazie al supporto di tutor qualificati, acquisire competenze preziose per diventare adulti quanto più possibile indipendenti.
Perché per le famiglie con componenti affetti da autismo il dramma maggiore è proprio quello: al compimento del diciottesimo anno di età i giovani entrano in un limbo istituzionale e sanitario, in una terra di competenza di nessuno in cui non esistono tutele o riferimenti. Come possono vivere da soli, “dopo di noi”? Si chiedono quotidianamente i genitori, e lottano strenuamente per avere delle risposte istituzionali.
Rallentare l’invecchiamento pedalando: la bicicletta aiuta a restare giovani
Anche in questo campo, Hugbike si rivela preziosa, finanziando il Villaggio Godega 4Autism, un vero e proprio progetto di co-housing pensato come struttura lavorativa, terapeutica e residenziale, dove le persone autistiche e con altri disturbi non sono isolate, ma possono restare vicino alle loro famiglie.
Per una missione che ha un unico intento, dichiarato sulle pagine social e sul sito di Hugbike, nel quale si può prenotare sin d’ora la propria bicicletta: “la tutela del disabile, della sua dignità”… E del suo sacrosanto diritto di integrarsi nella comunità cui appartiene.
[Foto @Hugbike]