Armando Ceste, artista fra arte, impegno e ambiente

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Armando Ceste, artista fra arte, impegno e ambiente ultima modifica: 2016-04-17T08:32:52+02:00 da Emanuel Trotto
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Online il sito web dedicato all’opera di Armando Ceste, documentarista dell’impegno civile e difensore dell’ambiente e della cultura della Val di Susa.

Ci sono degli artisti che riescono ad esserlo senza creare monumenti alla loro memoria, bensì con i piccoli mattoncini, creati con rapidità e schiettezza. Realizzano, insomma, la perfetta sintesi artistica fra la forma e il contenuto. Nella letteratura questo grande obiettivo lo si è raggiunto con la poesia; nelle arti figurative la sintesi perfetta è stata raggiunta dalle miniature dei codici medievali conservati nelle biblioteche di tutta Europa, oppure nello schizzo realizzato distrattamente. Nelle arti audiovisive la sintesi fra immagine e messaggio lo si può raggiungere attraverso i pochi (se non pochissimi) minuti che può offrire il cortometraggio. Al momento della loro realizzazione, magari non se ne coglie la reale essenza, ma solo lasciandoli decantare, che il tempo farà da loro giusto giudice. Dai Lumière, a Charlot, ai documentari di Joris Ivens.

Il miracolo della sintesi artistica si amplifica ulteriormente quando a questo valore si va ad aggiungere uno spiccato senso profetico: la capacità dell’artista di saper essere un precursore per quanto riguarda i temi che affronta nel suo operato. È questo che rende preziosa la produzione di Armando Ceste,restituita al pubblico grazie al sito www.armandoceste.it la cui presentazione si è svolta mercoledì 13 aprile 2016 presso la sala conferenze della Mole Antonelliana – Museo Nazionale del Cinema, alla presenza di Piera Probst, Pier Milanese, Osvaldo Mariani dell’Archivio Armando Ceste, Federico Sacco e Gianni De Pasquale di Showbyte (che ha realizzato il sito), Steve Della Casa di Rai Radio 3 e Vittorio Sclaverani, Presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Scopo dell’Archivio è rendere accessibile a tutti la poliedrica produzione dell’artista, precedentemente conservata nel fondo “Armando Ceste” della Bibliomediateca Mario Gromo.

Lavori in corto, eHabitat sostiene e partecipa all’ottava edizione del concorso cinematografico nazionale

Torinese, classe 1942, Ceste si è occupato per oltre quarant’anni (dal 67′ al 2008, poco prima della morte nel 2009) delle contraddizioni che dominano la società italiana, a cominciare dalla sua città natale. Forte di un’esperienza nel cinema underground e in quello militante torinese, ha guardato in maniera acuta ai diritti dei lavoratori; le vecchie e le nuove resistenze; il problema dell’immigrazione. È riuscito addirittura ad essere profetico nel concentrare la sua attenzione sui nuovi poveri in Porca Miseria (2006) ancora prima della crisi del 2008. Ma il lavoro di Ceste non è stato soltanto questo.

Nella sua filmografia di corto e mediometraggi si può intravedere una spiccata attenzione anche alla tematica ambientale, in particolare in tre fasi del suo lavoro: la riflessione sui cambiamenti dell’ambiente e dello spazio urbano di Torino da città industriale a post-industriale che culmina in Fiatamlet del 2003; Libera Terra del 2002 in cui alla tematica ambientale del coltivare la terra e della produzione autoctona di olio d’oliva siciliano si intreccia fortemente con l’impegno civile contro la mafia perché «Bisognava dissodare il terreno di coltura della mafia, impedire che, nonostante le inchieste e gli arresti, la mentalità mafiosa continuasse a rigenerarsi».

Gomorra: il degrado dell’uomo, il degrado della natura

Il suo massimo impegno ambientalista lo si ha però a metà anni ’90 quando fonda il Valsusa Film Festival. Lo scopo dell’iniziativa nacque dalla sua preoccupazione riguardo alla scarsa presenza dei giovani nel cinema della Val di Susa, creando una piattaforma non dissimile dal Festival Cinema Giovani (poi futuro Torino Film Festival) nella quale confluissero sia una grande attenzione per importanti temi sociali, ma anche per la forte sensibilità ambientale che coinvolge la zona (infatti nella sua fondazione sono coinvolti sia i cinefili del Gruppo 33 che Comitato Habitat). Scopo principe è sempre stato quello di far conoscere la realtà della valle e di come le nuove leve cinematografiche la raccontano, per valorizzarne il patrimonio collettivo. «Una rassegna che parli di rispetto dell’ambiente, di difesa del proprio territorio, che sia di stimolo nel cogliere immagini di una valle inedita».

Ancora una volta si ritorna a questo concetto, sotto vesti, immagini e forme differenti: preservare non soltanto il nostro ambiente dove viviamo, ma anche la diffusione e il desiderio di diffondere una cultura differente. Qui viene affrontato attraverso il filtro della memoria storica del recupero delle tradizioni, che solo un certo tipo di documentario riesce a conferire efficacemente. Specie se attraverso uno sguardo rapido, intenso e analitico come è stato quello di Ceste, quello del cineocchio ma anche quello del suo occhio. Il primo sguardo indagatore, colui che sintetizza forma e contenuto prima della penna o della macchina da presa.

Fiatamlet (2002)

FIATAMLET from Archivio Armando Ceste on Vimeo.

Armando Ceste, artista fra arte, impegno e ambiente ultima modifica: 2016-04-17T08:32:52+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

1 Commento

  1. Sono disponibile essendo Esodato a lavorare nel Cinema, avendo avuto esperienze negli anni precedenti come Comparsa e Figurante in alcuni film con vari registi, tra i quali Carlo Lizzani e Fabbrizio Costa. Responsabile Casting Gianfranco Cazzola.
    In attesa porgo Distinti Saluti
    Leonardo De Carlo Imail: leodec@hotmail.it (cell.368222496)

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