Pane al carbone vegetale: è davvero così buono per la salute?

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Pane al carbone vegetale: è davvero così buono per la salute? ultima modifica: 2016-01-21T08:00:18+01:00 da Annalisa Audino
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Le mode, si sa, vanno e vengono, specie in Italia, ma quella del pane al carbone vegetale sembra aver preso piede in modo dilagante. Ormai, non sei più nessuno se non l’hai almeno assaggiato una volta: la moda del pane al carbone vegetale è un must irrinunciabile in panetteria e nelle diete più all’avanguardia, sebbene, a quanto pare, comincino a presentarsi le prime problematiche. Poche settimane fa, infatti, nella patria del celebre pane tradizionale di Alta Murgia, i titolari di 12 panifici pugliesi sono stati denunciati perché producevano e commercializzavano pane, focaccia e bruschette a base del colorante E153, vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea.

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Per legge, può essere chiamato “pane” solo quel prodotto che si ottiene dall’impasto di farina, sale, acqua, olio d’oliva o strutto. Secondo l’Assopanificatori, nel pane non può essere utilizzato neppure l’olio di semi, la margarina, il pangrattato o quei lieviti chimici che sono consentiti per la produzione di pizze o pasticceria. Figuriamoci quindi additivi chimici e coloranti!

Ai sensi del Regolamento CE n. 1129/2011, a modifica ed integrazione del Regolamento (CE) 16 dicembre 2008, n. 1333, – dichiara infatti Assopanificatori – il carbone vegetale (o carbone attivo), ancorché integratore acquistabile in farmacia come altri additivi alimentari, rientra nella specie dei coloranti (nella specie E153), il cui uso è espressamente incompatibile con la produzione di pane e prodotti simili”. Ma quindi questo pane è legale o no? Ma soprattutto, fa così bene alla nostra salute come dicono?

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Facciamo un passo indietro. Premesso che un pane al colorante non è probabilmente ciò che si può definire salutare, il carbone vegetale è un antico rimedio naturale. Si ottiene dalla distillazione del legno: durante il processo industriale si produce una polvere nera, fine e porosa, che viene poi trattata con vapore o anidride carbonica a 800° C. Solitamente venduto sotto forma di compresse, il carbone vegetale è un ottimo alleato per problemi di stomaco e intestino e per il controllo di gonfiori e cattiva digestione. Non solo, è anche il ritrovato di prima linea nei casi d’avvelenamento, grazie al suo elevatissimo potere assorbente.

La moda del pane al carbone vegetale è dunque nata da qui ed ha illuso molte persone con problemi intestinali e di stomaco di avere più o meno gli stessi vantaggi dell’integratore e, per chi normalmente non tollera il pane, di godere la possibilità di mangiarlo evitando i conseguenti fenomeni di meteorismo e gonfiore addominale.

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Molti esperti però hanno fatto notare che il quantitativo di carbone vegetale presente in una pagnotta è troppo esiguo per garantire dei benefici per la salute pari a quelli di un vero e proprio integratore. Sicuramente, un pane nero e dal gusto pressoché identico a quello bianco è un buon esperimento culinario e un ottimo compromesso per chi normalmente non può mangiare pane, ma, come sempre, nel mezzo sta la giusta misura.

Se infatti il carbone vegetale prescritto dal medico ha delle specifiche indicazioni (prima fra tutte, l’assumerlo lontano dai pasti), il pane a base di questo ingrediente è invece consumato in qualsiasi momento della giornata… e non sempre questo potrebbe andar bene. Una volta ingerito il carbone vegetale ha la capacità di legare qualsiasi cosa transiti lungo il canale digerente, si comporta cioè come un entero-assorbente aspecifico, portandosi via gas, virus, batteri ma anche nutrienti e sostanze ad azione farmacologica. Se, quindi, si assumono farmaci a stomaco pieno e durante il pasto si mangia pane al carbone vegetale, l’effetto del farmaco sarà pressoché nullo! Inoltre potrebbe ridurre l’assorbimento di alcune vitamine con il rischio di carenze, specie nei bambini. Insomma, sono scarsi i benefici rispetto ai rischi della sua assunzione quotidiana con il pane.

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Il carbone vegetale a uso medico viene prescritto in quantità pari a 1-2 g al giorno, mentre nella preparazione dei prodotti da forno si consiglia l’impiego di 10-15 g per kg di farina. Mangiando pizza e panini si potrebbe assumere così una quantità di carbone vegetale sovrapponibile a quella di 2-4 compresse insieme, la stessa quantità che prescriverebbe un medico ma senza controindicazioni utili a non farlo diventare dannoso. 

Singolare infine il fatto che in America è severamente vietato l’uso alimentare del carbone vegetale per le sue potenzialità cancerogene: non si esclude infatti la presenza di benzopirene, una sostanza cancerogena derivata dalla combustione del legno. Questo dettaglio non vi fa venire qualche dubbio sulla bontà di questo alimento? Insomma, attendiamo un eventuale commento del Ministero della Salute per comprendere se l’impiego di questo additivo utilizzato come colorante potrà ancora essere usato nella produzione alimentare o se sarà decretato effettivamente dannoso per la salute, ma, nel frattempo, non esageriamo!

Pane al carbone vegetale: è davvero così buono per la salute? ultima modifica: 2016-01-21T08:00:18+01:00 da Annalisa Audino
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Laureata in Culture Moderne Comparate e giornalista pubblicista, legge, scrive, ama le passeggiate in montagna, ma anche andare in moto. Visita mostre, ascolta musica e non ne ha mai abbastanza di imparare. Adora le cose fatte in casa e cerca di vivere in modo sostenibile. Attualmente è impiegata presso l'Ufficio Comunicazione di Slow Food.

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